Pro Vita e Famiglia contro l’educazione sessuale nelle scuole: «Basta confondere l’identità bambini»

Il comitato Pro Vita e Famiglia ha lanciato una campagna di affissione dal titolo Basta confondere l’identità sessuale dei bambini nelle scuole. Stop gender e carriera alias. L’attacco è all’educazione sessuale e affettiva nelle scuole, di cui si parla ormai da giorni, soprattutto dopo il caso di Giulia Cecchettin. Il comitato ha deciso di affiggere diversi cartelloni, partendo da Roma, dove sono già comparsi il 22 novembre. Su X il portavoce Jacopo Coghe ha scritto: «È vergognoso che politici come Zan, Cirinnà e Schlein cerchino di strumentalizzare i recenti fatti di cronaca per sponsorizzare l’educazione affettiva nelle scuole».

Pro Vita e Famiglia: «L’educazione affettiva parte del problema»

Il comitato ha diramato un comunicato in cui si attaccano le opposizioni: «Pensano di prevenire la violenza di genere confondendo ancor di più bambine e bambini, ragazze e ragazzi sulla loro identità sessuale e sulla sana relazione tra uomini e donne, andando così ad aumentare proprio i problemi alla base di questi raccapriccianti fatti. Non solo non esiste alcun nesso tra la cosiddetta fantomatica “educazione affettiva” nelle scuole e la diminuzione delle violenze contro le donne, ma nei Paesi in cui la si impartisce da decenni tali violenze sono addirittura aumentate. L’educazione affettiva in salsa relativista e arcobaleno non solo non è la soluzione del drammatico problema, ma è parte del problema stesso».

Pro Vita e Famiglia contro l'educazione sessuale nelle scuole: «Basta confondere l'identità bambini»
Una manifestazione del comitato Pro Vita e Famiglia (Getty Images).

Attacchi a Gualtieri e Sala

Poi il comitato prosegue attaccando i sindaci di Roma e Milano: «Un indottrinamento martellante che purtroppo trova conferme e terreno fertile in alcune amministrazioni locali, che spingono per introdurre la Carriera Alias e il gender nelle scuole. Come a Roma, dove Roberto Gualtieri, appena eletto, ha istituito un Ufficio per i Diritti Lgbt con a capo Marilena Grassadonia, già presidente di Famiglie Arcobaleno. E ormai da mesi sono numerose le iniziative Lgbt nelle scuole con il sostegno del comune o addirittura gli incontri, come al Municipio XI, per spingere gli Istituti e i Licei ad adottare la Carriera Alias. La stessa Grassadonia, durante una manifestazione pro Ddl Zan a Milano, disse espressamente che “bisogna entrare nelle scuole”. Per non parlare di Giuseppe Sala sempre in prima fila ai gay pride che chiedono, tra le altre cose, la transizione di genere per i minori e di parlare nelle scuole di ogni ordine e grado di sessualità fluida, favole arcobaleno e queer e addirittura in alcuni casi di masturbazione e organi genitali».

Attrice russa uccisa in Ucraina mentre si esibiva per le truppe

Polina Menshikh, attrice russa di 40 anni, è morta in Ucraina sotto i bombardamenti delle truppe di Kyiv. Lo ha annunciato l’agenzia statale di Mosca Tass, confermando un post del teatro di San Pietroburgo. L’interprete si trovava nel villaggio di Kumachovo, nella regione occupata di Donetsk, dove stava intrattenendo l’esercito del Cremlino con uno spettacolo musicale. Nativa della capitale, era nota in Russia anche come coreografa, regista e drammaturga, nonché come direttrice del teatro Nezhen. Le autorità ucraine hanno confermato che durante l’attacco, effettuato dalla 27esima brigata di artiglieria del colonnello Dmitry Khaprach, hanno perso la vita almeno 25 soldati dell’esercito russo. Il Portal di San Pietroburgo ha annunciato che dedicherà la prossima rappresentazione nel cartellone, The Last Test, alla memoria di Menshikh.

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In Rete un video con gli ultimi istanti di vita dell’attrice Menshikh

Su X e Telegram sta intanto circolando anche un video che mostrerebbe gli ultimi momenti di vita di Polina Menshikh. Nel filmato, si vedrebbe l’attrice sul palco mentre suona una chitarra e canta alcuni brani per i volontari della Russia all’interno di un teatro. Improvvisamente, un forte rumore irrompe nella scena prima che il video si oscuri. Secondo i media di Mosca, l’Ucraina avrebbe usato i missili americani Himars per effettuare due bombardamenti distinti del teatro. Il primo avrebbe colpito le auto dei soldati, il teatro e il camerino degli artisti. Il secondo, invece, avrebbe ucciso i soccorritori che si erano precipitati sul luogo dell’attacco. Oltre a Menshikh nessun civile ha perso la vita, ma due condomini e altri quattro edifici nelle vicinanze hanno riportato ingenti danni strutturali.

L’attrice Polina Menshikh non sarebbe morta sul posto ma, stando a quanto ha sottolineato anche la Bbc, si sarebbe spenta in ospedale per le ferite riportate. Un portavoce dell’esercito ucraino ha poi confermato la notizia dell’attacco, ma non ha fornito dettagli sulle vittime civili. Intanto in Russia, molti blogger favorevoli alla guerra e all’invasione hanno criticato l’organizzazione dell’esercito. Una performance capace di riunire decine di persone – nello specifico, erano presenti circa 150 individui – andrebbe categoricamente evitata in quanto facile bersaglio per un’incursione nemica.

Cani colpiti da malattia misteriosa, centinaia di casi negli USA: forse provocata da batterio mutato


Negli Stati Uniti è in corso l'epidemia di una misteriosa infezione respiratoria nei cani, che in alcuni casi può evolvere in polmonite acuta e provocare la morte degli animali. Al momento non è stato individuato il patogeno scatenante, ma si sospetta possa essere un batterio che ha subito una mutazione in grado di renderlo virulento.
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Giulia Cecchettin, Turetta: «Ho pensato di farla finita ma non ho avuto il coraggio»

Filippo Turetta, accusato di aver ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin lo scorso 11 novembre, ha «pensato di farla finita». Nel giorno in cui il presidente del tribunale tedesco di Naumburg ha dato l’ok all’estradizione, spuntano le parole che il giovane ha rilasciato ai poliziotti in Germania, al momento della cattura.

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Turetta: «Pensato di farla finita ma non ho avuto il coraggio»

Il ragazzo, secondo quanto appreso e rivelato dall’Agi, ha dichiarato: «Ho ammazzato la mia fidanzata, ho vagato questi sette giorni perché cercavo di farla finita, ho pensato più volte di andarmi a schiantare contro un ostacolo e più volte mi sono puntato un coltello contro la gola ma non ho avuto il coraggio di farla finita». Le sue parole sono ora nel verbale redatto dai poliziotti. E questi ultimi hanno anche spiegato di averlo trovato ferito alle mani e alle caviglie. Ma non è ancora chiara la natura delle ferite. Nell’auto di Turetta sono stati trovati un coltello, il terzo, guanti e un cellulare. Inoltre anche nella vettura sono state riscontrate tracce di sangue, oltre che sulle scarpe e sui vestiti del 22enne.

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Non è esclusa la richiesta di perizia psichiatrica

Dopo l’ok all’estradizione, l’avvocato Emanuele Compagno, difensore di Turetta, ha parlato della richiesta di perizia psichiatrica. Ha dichiarato: «È molto presto per pensarci, però è ovvio che se ce ne sarà bisogno lo faremo. Questo tipo di aspetto va indagato perché nessuno finora aveva avuto alcun sospetto su Filippo». E ancora: «Perché non dovremmo escludere di ricorrere a una perizia? Questo non per esonerare il ragazzo da ogni responsabilità, ma per capire davvero fino in fondo che cosa c’è stato nella mente».

Mimun assume al Tg5 la nipote di Mogol, lo sgambetto involontario di Onder a Mediaset e le altre pillole del giorno

La musica piace tantissimo a Clemente Mimun. Al Tg5 è stata assunta la collaboratrice Vittoria Frontini, che è la nipote del più grande paroliere italiano, Mogol. Mimun ha un legame fortissimo con lui, tanto da passare quasi ogni fine settimana nella grande tenuta del Centro Europeo di Toscolano, in quel di Avigliano Umbro, in provincia di Terni, dove Mogol ha la sua factory.

Lo sgambetto involontario di Luciano Onder a Mediaset e Auditel

A Canale5, nel telegiornale mattutino di Clemente Mimun, c’è la rubrica di salute di Luciano Onder, da quasi 10 anni alla corte di Mediaset dopo aver lavorato tutta la vita alla Rai e salvato la vita a tanti colleghi, telefonando di notte agli amici medici. E che combina Onder? Consiglia caldamente di «non mettere la tv nella camera da letto». Panico a Cologno Monzese, dalle parti di Pier Silvio Berlusconi. E pure all’Auditel, dove senza i cosiddetti “teledormienti”, ovvero quelli che ronfano alla grande tenendo acceso il televisore, tanti programmi resterebbero a quota zero spettatori…

Mimun assume al Tg5 la nipote di Mogol, lo sgambetto involontario di Onder a Mediaset e le altre pillole del giorno
Luciano Onder (Imagoeconomica).

Roma dà l’ultimo saluto alla moglie di Bepi Nava, Elvira Vaselli e Anna Kanakis

Giornate piene di funerali, a Roma, e tutti di persone famose nel bel mondo della Capitale. Martedì 21 novembre si è partiti con la Rai di una volta a piangere la scomparsa della moglie di Bepi Nava, storico capo ufficio stampa di viale Mazzini che lasciò il suo posto a Fabrizio Casinelli. Oggi tocca alle esequie di Elvira Vaselli, della notissima famiglia di costruttori romani, nella chiesa di San Salvatore in Lauro, a due passi da via dei Coronari: i primi a partecipare, i banchieri Nattino, quelli di Finnat, con Giampietro e Celeste protagonisti. E poi giovedì, nella stessa chiesa, l’ultimo saluto a Anna Kanakis. Poi tutti alla Notte bianca a Villa Medici.

Giorgino e l’allergia per la Rai

A Francesco Giorgino la Rai non deve piacere. Affatto. Sì, perché anche mercoledì, come in altre occasioni, il mezzobusto tornato nel piccolo schermo con il nuovo governo guidato da Giorgia Meloni tiene a presentarsi con il titolo di “giornalista e docente Luiss”. Ovvero, l’università della Confindustria. L’occasione? La plenaria del Banco dell’Energia, intitolata “Insieme per contrastare la povertà energetica”, a Roma. Chi c’è oltre a Giorgino, nelle Scuderie di Palazzo Altieri, quelle dell’Associazione bancaria italiana? Il presidente del Banco dell’Energia Alberto Martinelli, il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Iren Luca Dal Fabbro, l’amministratore delegato di Edison Nicola Monti, oltre al parlamentare Walter Rizzetto di Fratelli d’Italia, presidente della commissione Lavoro della Camera dei Deputati.

Mimun assume al Tg5 la nipote di Mogol, lo sgambetto involontario di Onder a Mediaset e le altre pillole del giorno
Francesco Giorgino (Imagoeconomica).

Artemisia Gentileschi mette insieme Sangiuliano e Sgarbi 

Chissà se il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano se ne è accorto: a Genova, nella mostra dedicata al genio di Artemisia Gentileschi, curata dallo storico dell’arte Costantino D’Orazio, nel catalogo sono presenti testi di Pietrangelo Buttafuoco e Vittorio Sgarbi. Si sa, le mostre nascono con largo anticipo, ben prima dello scontro tra Sangiuliano a Sgarbi.

 

Gesto antiviolenza delle 4 dita: cos’è e come si riconosce

Una ragazza di 19 anni è stata aggredita sessualmente a Milano in piazza della Scala, ma per fortuna è riuscita a salvarsi con il gesto antiviolenza delle dita. A comprendere il messaggio di aiuto della giovane è stata una dipendente del McDonald’s, che ha immediatamente contattato la polizia. Per la collettività è cruciale imparare questo segnale, perché intervenire in una situazione di violenza può salvare una vita. Ecco come si fa, da chi è stato ideato e cosa fare nel caso in cui lo si riconosca.

Come fare il Signal for Help

Il Signal for Help è un gesto valido a livello internazionale, ed è stato creato dalla Canadian Women’s Foundation durante la pandemia di Covid-19, a causa dell’aumento di casi di violenza domestica durante il lockdown. Il gesto è molto semplice: per farlo si piega il pollice verso il palmo con le altre quattro dita alzate, che si chiudono a pugno e poi si riaprono a intermittenza, in una sorta di “ciao ciao” a quattro dita. Dopo la sua ideazione, avvenuta nell’aprile del 2020, ben presto si è diffuso tramite la piattaforma di video social TikTok ed è stato adottato dalla rete internazionale di finanziamento delle donne (Wfn), e ha ricevuto ampi elogi per aver contribuito a fornire un contributo al contrasto del problema dell’aumento dei casi di violenza domestica.

Un altro modo per chiedere aiuto è contattare il 1522

La Canadian Women’s Foundation ha sottolineato che il segnale non sempre indica una richiesta di aiuto immediata o un intervento tempestivo delle forze dell’ordine, ma può anche voler dire «sono in difficoltà, raggiungimi in modo sicuro». Il segnale potrebbe anche essere una richiesta di ascolto e informazioni per trovare dei servizi di assistenza. In Italia, un altro metodo per richiedere aiuto in caso di violenza di genere è chiamare il 1522. Il numero è gratuito e attivo 24 h su 24 per accogliere ccon operatrici specializzate le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking.

Usa, l’ambientalista Jill Stein è la terza candidata alle presidenziali

L’ambientalista di sinistra Jill Stein ha lanciato formalmente la sua terza candidatura alle presidenziali americane con il partito dei Verdi. A riportarlo sono stati i media degli Stati Uniti. Stein, 73 anni, ha pubblicato su X un video annunciando la sua discesa in campo e poi lo ha ribadito in un dibattito in diretta su Zoom con il sindacalista di Amazon Chris Smalls.

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Stein: «Serve un’America che funzioni per tutti»

«Questo è un momento politico assolutamente senza precedenti. Dobbiamo iniziare a costruire un’America che funzioni per tutti noi e che includa un salario dignitoso, un Green New Deal, una carta dei diritti economici. Possiamo porre fine a guerre infinite che non risolvono nulla», ha dichiarato Stein. Secondo alcuni analisti nel 2016 l’ambientalista fu determinante nella sconfitta di Hillary Clinton perché, pur ottenendo solo 1,4 milioni di voti a livello nazionale, ha raccolto più preferenze di Donald Trump in Pennsylvania, Wisconsin e Michigan.

Scream VII, licenziata Melissa Barrera per i post sulla guerra in Medio Oriente

Clamoroso scossone in Scream VII. Melissa Barrera, protagonista dei due precedenti capitoli e prossima a tornare nel settimo film, è stata licenziata con effetto immediato. Secondo quanto ha riportato Variety, è colpa di una serie di commenti su Instagram in merito alla guerra in Medio Oriente. Con diverse stories, il volto di Samantha Carpenter ha infatti definito i raid di Israele una «pulizia etnica e un genocidio» sulla Striscia di Gaza, descritta come «un campo di concentramento». Frasi che hanno spinto Spyglass Media Group, la società di produzione del lungometraggio, a stracciare il contratto. «Abbiamo tolleranza zero per l’antisemitismo e l’incitamento all’odio», si legge nel comunicato, riportato anche da Tmz. «Compresi i riferimenti a genocidio, pulizia etnica e negazione dell’Olocausto».

Scream VII, i commenti di Barrera e la replica del regista Landon

«Gaza è un campo di concentramento», ha scritto Barrera nelle stories. «Mettono tutti all’angolo, senza alcun posto dove andare, senza elettricità né acqua. Le persone non hanno imparato niente dalle nostre storie. E proprio come in quei casi, continuano a guardare in silenzio quello che accade. È un genocidio e una pulizia etnica». In altri commenti online, l’attrice di Scream ha attaccato i media occidentali poiché «mostrano solo il lato di Israele. Perché lo facciano, lo lascio dedurre a voi». Subito dopo il licenziamento, la star messicana di Monterrey ha condiviso martedì 21 novembre un’altra storia molto polemica. «Preferisco essere esclusa per chi io includo, che essere inclusa per chi io escludo».

L'attrice Melissa Barrera licenziata da Scream VII per alcune stories sulla guerra fra Hamas e Israele: «Gaza è un campo di concentramento».
Una delle stories di Melissa Barrera (Screenshot Instagram).

Sul caso è intervenuto anche il regista di Scream VII, Christopher Landon, con un post sulla sua pagina X. «Smettetela di gridare, non è stata una mia decisione», ha scritto il cineasta. «Fa tutto schifo, questa è la mia dichiarazione». Avendo tagliato ogni legame con Melissa Barrera, la produzione andrà incontro a un inevitabile ritardo nella realizzazione e nell’uscita del nuovo film della saga. L’attrice avrebbe dovuto di nuovo interpretare Sam Cartpenter, perno della narrazione sin dal quinto capitolo. Il suo addio prevedrà una completa riscrittura della sceneggiatura prima di poter iniziare le riprese, inizialmente fissate per inizio 2024. In dubbio anche il ritorno di Jenna Ortega, salita alla ribalta per la serie Mercoledì su Netflix.

Padova, mamma e figlio morti in casa per una fuga di gas

Due persone, una mamma e suo figlio, sono morte dopo che nella loro casa di è verificata una fuga di gas nel corso della notte. Le vittime sono Rosa Dalla Valle, di 87 anni, e Paolo Rampon, di 60, decedute all’interno della loro abitazione in via Rialto a Teolo, in provincia di Padova, non molto distante dall’abbazia di Praglia.

I vicini hanno sentito uno scoppio

I corpi delle due vittime sono stati ritrovati dai vigili del fuoco giunti sul posto dopo la segnalazione di una vicina che ha notato qualcosa che non andava. Sembrerebbe che intorno alle 3.30 del 22 novembre si sia verificato uno scoppio all’interno della bifamiliare in cui si trovavano Rosa Dalla Valle e il figlio. L’intervento dei pompieri è avvenuto quasi in concomitanza con quello del personale del 118 che, tuttavia, non ha potuto far altro che constatare la morte della mamma e del figlio, verosimilmente avvenuto per intossicazione da monossido di carbonio che si è propagato nella loro casa.

Il tentativo di fuga

In base a quanto fin qui emerso sulla vicenda, sembrerebbe che l’uomo di 60 anni sia stato trovato disteso in cucina e l’ipotesi sarebbe quella per cui, accortosi della fuga di gas, avrebbe acceso la luce della stanza per poter aprire un finestra, innescando però in questo modo la piccola esplosione che è stata sentita dai vicini di casa. L’intera area è stata transennata dalle forze dell’ordine intervenute, con la bifamiliare che risulterebbe annerita in alcune sue parti per via dei tizzoni del fuoco che era stato acceso dagli abitanti della casa la sera prima della fuga di gas. Sul caso è stata aperta un’indagine volta a comprendere se la fuoriuscita di gas possa essere stata provocata da una disattenzione o dal malfunzionamento della cucina.

Black Friday, i lavoratori di Amazon pronti a un nuovo sciopero

Per il quarto anno consecutivo, i lavoratori di Amazon in Italia e in altri trenta Paesi di tutto il mondo hanno deciso di scioperare il 24 novembre. Non si tratta di una giornata qualsiasi, perché è il Black Friday, la giornata dedicata agli sconti e uno dei momenti più attesi per l’acquisto tramite il colosso dell’e-commerce. In Italia, il centro dello sciopero sarà la sede di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza. Ma anche in altri magazzini i dipendenti incroceranno le braccia. A riferirlo sono state Cgil e Ugl. E il sindacato guidato da Maurizio Landini ha ricordato anche che negli ultimi due mesi ci sono già stati tre scioperi: l’11 e il 17 ottobre e il 7 novembre.

Lo sciopero per retribuzioni «inaccettabili»

La Cgil in un comunicato ha parlato di retribuzione «inaccettabile», soprattutto se rapportata all’andamento di Amazon. Il sindacato denuncia anche l’assenza di forme di welfare, il mancato aumento delle cifre dei buoni pasto e la «mancanza di attenzione» della società per temi come la salute e la sicurezza. L’Ugl ha manifestato il «malessere dei lavoratori rispetto al rifiuto dell’azienda a concedere i benefici richiesti e a fronte dell’aumento retributivo di solo l’1,1 per cento». La protesta sarà a carattere internazionale e una delegazione di dipendenti dell’hub di Piacenza parteciperà al presidio di Coventry, nel Regno Unito.

Amazon in disaccordo con la protesta

Dal canto suo, Amazon ha spiegato di essere «in disaccordo con le posizioni espresse dalla campagna “Make Amazon Pay”». I vertici della multinazionale hanno spiegato che dall’arrivo nella penisola sono stati «investiti 16,9 miliardi di euro in Italia e creati  1.000 posti di lavoro a tempo indeterminato, di cui circa 1.700 solo Castel San Giovanni».

Black Friday, i lavoratori di Amazon pronti a un nuovo sciopero
Il logo Amazon su un hub (Getty Images).

E sui pagamenti: «La retribuzione di ingresso prevista dal ccnl commercio è pari a 1655,98 euro. Sulla base di una procedura interna di revisione annuale degli stipendi, a partire dal 1º ottobre 2023, la retribuzione di ingresso a Castel San Giovanni è stata portata a 1.765 euro, cioè circa il 7 per cento in più rispetto a quanto previsto dal ccnl. Ad aprile il ccnl commercio prevedeva un incremento delle retribuzioni. Anziché assorbirlo, poiché i nostri stipendi sono già ampiamente superiori rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale, abbiamo deciso di rilanciare con un ulteriore aumento. Queste revisioni annuali degli stipendi ci permettono di garantire e mantenere una equità di trattamento salariale in tutto il network».

Mattia Zaccagni, ladri irrompono nella villa in cui vive con l’influencer Chiara Nasti

Nella serata di martedì 22 novembre dei ladri hanno fatto irruzione nella villa del centrocampista della Lazio Mattia Zaccagni. I malviventi sono entrati nell’abitazione del giocatore in via della Camilluccia a Roma, dove Zaccagni abita con la moglie Chiara Nasti e il figlio Thiago. Secondo quanto riferiscono gli agenti del commissariato di Ponte Milvio e della polizia scientifica, il colpo è stato scoperto dopo le 20 di martedì, quando la coppia è rientrata a casa. I ladri hanno portato via gioielli e contanti, ma è ancora da quantificare il valore del bottino che secondo indiscrezioni sarebbe superiore ai 70 mila euro.

Chiara Nasti: «Non lo auguro a nessuno»

Sul suo profilo Instagram, Chiara Nasti ha voluto ringraziare i fan e gli amici per i messaggi di solidarietà, lamentando la mancanza di sicurezza nel quartiere: «L’unica cosa che mi turba è che già sono stata rapinata prima dell’estate e nonostante questo non gira qualche pattuglia in più per perlustrare la zona. Non lo auguro a nessuno».

 

Putin: la Russia «è pronta ai colloqui» per porre fine alla «tragedia» della guerra in Ucraina

Vladimir Putin, intervenendo in videoconferenza al vertice del G20, ha dichiarato che la Russia è «pronta ai colloqui» per porre fine alla «tragedia» della guerra in Ucraina. Il presidente russo ha quindi accusato Kyiv di aver bloccato ogni tentativo di trattativa, ribadendo come Mosca non si sia mai rifiutata di partecipare a colloqui di pace.

Putin: «Questa guerra e la perdita di vite umane non possono che scioccarmi»

«Alcuni colleghi hanno già affermato nei loro interventi di essere scioccati dalla continua aggressione della Russia contro l’Ucraina», ha detto Putin. «Certo, le azioni militari sono sempre una tragedia per le persone, le famiglie e per il Paese nel suo insieme. Naturalmente dobbiamo pensare a come fermare questa tragedia». Il presidente russo ha quindi ribadito che «la Russia non ha mai rifiutato i negoziati di pace con l’Ucraina. Non è la Russia, bensì l’Ucraina ad aver annunciato pubblicamente il ritiro dal processo negoziale». «Questa guerra e la perdita di vite umane non possono che scioccarmi», ha quindi continuato Putin. «Il sanguinoso colpo di stato in Ucraina del 2014, seguito dalla guerra del regime di Kyiv contro il suo popolo nel Donbass, non è forse scioccante? Non è scioccante oggi lo sterminio della popolazione civile in Palestina e nella Striscia di Gaza?».

Nell’ottobre 2022 Zelensky firmò un decreto in cui dichiarava impossibile un dialogo con Putin

Putin dall’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina, non aveva mai definito quella in corso da ormai due anni una guerra, ma una “operazione militare speciale”. Volodymyr Zelensky, dal canto suo, nell’ottobre del 2022 firmò un decreto con cui si dichiarava formalmente impossibile la prospettiva di qualsiasi dialogo con Putin, lasciando però aperta la porta a un dialogo con la Russia. E recentemente in una intervista al Sun ha rivelato che i servizi speciali russi punterebbero a sostituirlo come capo di Stato entro la fine del 2023, «utilizzando qualsiasi mezzo a sua disposizione». Compresi i moti di piazza. L’operazione di Mosca si chiamerebbe Maidan 3, nome che richiama – a parti invertite – le proteste scoppiate a Kyiv nel 2013 che portarono a un cambio di regime e alla fuga il presidente Viktor Yanukovic.

Noi e, la serata per l’Unicef con Mara Venier e Loretta Goggi stasera su Rai 1: gli ospiti


Mercoledì 22 novembre 2023 va in onda in prima serata lo show "Noi e ", evento di beneficenza organizzato da Rai e Unicef. A condurlo saranno Mara Venier e Loretta Goggi, che tra interviste e testimonianze volte a sensibilizzare le problematiche dell'infanzia, accoglieranno numerosi ospiti tra cui Luca Argentero, Pierpaolo Spollon e tanti altri.
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