Sul mega schermo compare l’hockeista il cui pattino ha ucciso Adam Johnson: c’è una standing ovation


Definito da molti "un assassino" per il colpo di pattino che ha ucciso Adam Johnson durante una partita di hockey su ghiaccio, il canadese Matt Petgrave ha ricevuto l'appoggio del pubblico della sua squadra: quando la sua foto è apparsa sul mega schermo all'interno dell'arena di Sheffield, è partita una standing ovation degli 8000 spettatori presenti.
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Hanwha Aerospace, l’azienda sudcoreana che sta scalando il mercato globale delle armi

Changwon, capoluogo della provincia del Gyeongsang Meridionale, in Corea del Sud, era fino a pochi anni fa un anonimo centro urbano. Oggi è diventato uno dei cuori pulsanti dell’industria militare nazionale grazie allo stabilimento di Hanwha Aerospace, la divisione aerospaziale di Hanwha Group, il più grande appaltatore della Difesa del Paese. In seguito allo scoppio della guerra in Ucraina, il conglomerato sudcoreano (uno dei cosiddetti chaebol) con interessi in svariati settori, ha trovato nella produzione di armamenti la gallina dalle uova d’oro.

Azienda fondata da Kim Chong-hee, ingegnere specializzato in polvere da sparo

L’azienda, fondata nel 1952 da Kim Chong-hee, ingegnere specializzato in polvere da sparo, ha infatti indirettamente iniziato a inviare scorte belliche a Kyiv, vendendo agli Stati Uniti e a diversi partner di Washington. Il risultato è che, commessa dopo commessa, e considerando tutti gli attori coinvolti, la Corea del Sud nel 2022 ha incrementato le esportazioni di armi del 140 per cento, per un valore record di 17,3 miliardi di dollari.

Hanwha Aerospace, l'azienda sudcoreana che sta scalando il mercato globale delle armi
La Corea del Sud nel 2022 ha incrementato le esportazioni di armi del 140 per cento (Getty).

Seul è ancora un piccolo fornitore, ma con ampi margini di crescita

Hanwha è il gruppo più importante del Paese per quanto riguarda la produzione di armi. Hanwha Aerospace è impegnato nella realizzazione di obici semoventi K9 da 155 mm, mentre Hanwha Ocean sta costruendo sottomarini d’attacco in grado di sparare missili balistici, con l’obiettivo di chiudere un accordo di vendita con il Canada. In generale, Seul è ancora un piccolo fornitore di armi, ricoprendo una fetta di appena il 2,4 per cento delle esportazioni globali. Il margine di crescita è tuttavia enorme. Ne sono una prova, per esempio, i dati dell’Arms Transfers Database dello Stockholm International Peace Research Institute, secondo i quali la Corea del Sud detiene il maggior numero di ordini di carri armati e artiglieria tra i primi 10 esportatori di armi al mondo.

Hanwha Aerospace, l'azienda sudcoreana che sta scalando il mercato globale delle armi
Lavoratore dell’Hanwha Aerospace (Getty).

Hanwha inizialmente attiva negli esplosivi industriali per l’edilizia

Protagonista principale di questo insospettabile exploit, dunque, è Hanwha, nata con il nome di Korea Explosives e inizialmente attiva nella produzione di esplosivi industriali per l’edilizia. L’azienda ha gradualmente assunto tutte le caratteristiche dei chaebol, e cioè dei grandi conglomerati nazionali attivi in molteplici campi di interesse, entrando nel settore petrolchimico e in quello dei resort. Nel 1977 prese forma la citata Hanwha Aerospace, che negli Anni 80 iniziò a produrre gli armamenti richiesti dall’esercito sudcoreano, alle prese con la perenne minaccia nordcoreana. Nel giro di quattro decenni, il gruppo è passato dal rifornire soltanto la Daehanminguk Gukgun, le forze armate del Paese, al diventare un fornitore internazionale di prodotti bellici all’avanguardia.

Hanwha Aerospace, l'azienda sudcoreana che sta scalando il mercato globale delle armi
Carri armati sudcoreani (Getty).

L’arma più venduta è l’obice semovente K9 da 155 mm

L’arma più venduta dalla Corea del Sud coincide con il suddetto obice semovente K9 da 155 mm, richiesto e ricevuto, tra gli altri Paesi, da Estonia, Finlandia, Norvegia, Egitto e Polonia. In generale, i governi di Asia e Oceania hanno rappresentato il 63 per cento dell’export bellico sudcoreano nel quinquennio 2018-2022. Korea Aerospace Industries (Kai) – un’impresa creata dai conglomerati Daewoo, Hyundai e Samsung – a febbraio 2023 ha vinto una commessa per vendere 18 dei suoi jet da combattimento leggeri FA-50 alla Malesia per 920 milioni di dollari.

Hanwha Aerospace, l'azienda sudcoreana che sta scalando il mercato globale delle armi
Operai specializzati al lavoro alla Hanwha Aerospace (Getty).

Il governo di Yoon Suk-yeol vuole la top 4 della Difesa

Le Filippine hanno scelto Hyundai per ottenere fregate e navi pattuglia, per un costo totale di oltre 900 milioni di dollari, mentre la Thailandia si è rivolta a Seul per fregate e aerei da addestramento. Nel 2022 Hyundai Rotem e Hanwha Defense Systems hanno siglato accordi con la Polonia per un totale di 13,7 miliardi di dollari, per la vendita di carri armati e obici, nella più grande intesa di questo genere mai realizzata dalla Corea del Sud. Intesa destinata a crescere ancora, fino a toccare i 22 miliardi, grazie all’intenzione sudcoreana di finanziare parte degli appalti polacchi. Il governo guidato da Yoon Suk-yeol ha intenzione di proseguire sulla strada dell’export di armamenti e raggiungere il quarto posto nel mercato globale della Difesa. Per farlo, Seul dovrà scavalcare Regno Unito, Italia, Germania e Cina.

Il governatore Toti firma la richiesta di stato d’emergenza nazionale per il maltempo in Liguria

Il governatore ligure Giovanni Toti ha firmato la richiesta di estensione dalla Liguria dello stato d’emergenza nazionale a seguito dell’ondata di maltempo che ha colpito il territorio dal 23 ottobre al 6 novembre 2023. La nota inviata a Roma lunedì 13 novembre riguarda una somma pari a 3,5 milioni di euro per far fronte alle somme urgenze e ai danni più ingenti subiti dal patrimonio pubblico. La stima, che si basa su una prima ricognizione speditiva dei danni, potrebbe aumentare alla luce degli aggiornamenti e del perfezionamento dei dati inviati dai Comuni.

Toti: «Abbiamo richiesto al governo 100 milioni complessivi»

«La richiesta di estensione alla Liguria dello stato di emergenza nazionale si è resa necessaria per far fronte ai numerosi danni registrati dai Comuni in queste settimane di maltempo, anche se la Liguria è stata colpita meno rispetto ad altri territori, a cominciare dalla Toscana», ha spiegato Toti.

«Dal confronto con i sindaci è emerso che dare una risposta alle somme urgenze richiederà circa 3,5 milioni di euro, ai quali è stata aggiunta la richiesta di 97 milioni di euro per interventi strutturali sul patrimonio pubblico da investire nel miglioramento della resilienza del territorio. Auspichiamo che la richiesta di 100 milioni complessivi venga accolta dal governo in modo da avere a disposizione ancora più risorse per la difesa del suolo. Intanto tramite la dichiarazione di stato d’emergenza regionale emanata l’8 novembre, la Regione ha già stanziato 1,5 milioni di euro che verranno distribuiti ai Comuni già entro la fine anno. Se necessario, valuteremo la possibilità di aumentare le somme investite», ha aggiunto.

L’assessore alla Protezione Civile: «Danni per 50 milioni di euro ai privati»

Al governatore ha fatto eco l’assessore alla Protezione Civile Giacomo Giampedrone: «Nella nota inviata a Roma abbiamo presentato una stima dei danni subiti dal patrimonio pubblico e degli interventi necessari per la messa in sicurezza del territorio. Stiamo lavorando per rendere ancora più dettagliato il report dei danni, anche alla luce degli aggiornamenti che stanno continuando ad arrivare dai Comuni. Per quanto riguarda i privati sono stati stimati circa 50 milioni di euro di danni».

Rischio eruzione vulcano in Islanda, il racconto di Roberto: “Grindavík può diventare una città fantasma”


Una cittadina islandese di 4mila abitanti, Grindavík, è stata evacuata dopo che una serie di terremoti ha scosso la penisola di Reykjanes, segnalando la probabile imminente eruzione del vulcano Fagradalsfjall. A Fanpage.it Roberto Luigi Pagani, scrittore, divulgatore e ricercatore, che vive nel Paese dal 2014, ha spiegato la situazione.
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L’Onu: «Senza carburante presto stop alle operazioni umanitarie nella Striscia»

L’ospedale al-Shifa, senza elettricità e acqua, non è più operativo come tale, ma solo come rifugio per migliaia di sfollati. Lo ha detto Hamas tramite il ministero della Sanità, facendo sapere che finora nella struttura sono morti 27 i pazienti adulti ricoverati in terapia intensiva e sette neonati prematuri tenuti nelle incubatrici. Secondo un bollettino delle Nazioni Unite sono almeno tre gli infermieri morti nell’ospedale. E nella zona proseguono i combattimenti, mentre su X il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus invoca il cessate il fuoco.

Israele: «Uccisi 21 terroristi nell’ospedale al-Quds»

Il conflitto sta attraversando una fase in cui i combattimenti infuriano nelle zone degli ospedali della Striscia. La Mezzaluna Rossa Palestinese ha riferito sui social media che il tentativo di raggiungere l’ospedale al-Quds da Khan Younis, per evacuare i pazienti, è stato abbandonato a causa di «continui bombardamenti e sparatorie». L’esercito israeliano ha dichiarato di aver eliminato «una squadra terroristica insediatasi nell’area dell’ospedale», composta da 21 miliziani, che dall’ingresso della struttura «ha sparato contro i soldati».

Onu, Conto alla rovescia per gli aiuti sulla Striscia

Le Nazioni Unite hanno avvertito che le operazioni umanitarie a Gaza «cesseranno entro 48 ore» a causa della mancanza di carburante. Il deposito di carburante dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi a Gaza è rimasto a secco, ha spiegato il capo dell’Unrwa Philippe Lazzarini. Il primo ministro palestinese Mohammed Shtayyeh ha chiesto all’Onu e all’Unione europea di «paracadutare gli aiuti» nella Striscia di Gaza.

L’Onu: «Senza carburante stop alle operazioni umanitarie nella Striscia». Gli aggiornamenti sula guerra Israele-Hamas.
Pazienti e sfollati nell’ospedale al-Shifa di Gaza (Getty Images).

Netanyahu a Hezbollah: «Stanno giocando con il fuoco»

«Chi pensa che può estendere gli attacchi contro le nostre forze e i nostri civili gioca con il fuoco». Lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu, riferendosi alla situazione al confine nord, ma senza nominare direttamente Hezbollah. Dopo il lancio di missili dal Libano, aerei di Tel Aviv hanno colpito una serie «di postazioni e di siti terroristici di Hezbollah», ha fatto sapere l’Idf, spiegando che tra gli obiettivi ci sono stati «infrastrutture del terrore, depositi di armi e centri operativi di comando».

Sei palestinesi uccisi in un raid sulla cittadina di Bani Suheila

Sei palestinesi sono stati uccisi e altri sono rimasti feriti, tra cui bambini e donne, dopo un bombardamento israeliano su una casa di proprietà della famiglia Al-Shafi’i nella cittadina di Bani Suheila, a est di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riporta l’agenzia palestinese Wafa.

L’Idf ha trovato armi di Hamas sul fondo del Mediterraneo

Le unità subacquee delle Forze di difesa israeliane hanno scandagliato il fondale del Mediterraneo negli ultimi giorni, trovando armi da fuoco, ordigni esplosivi e munizioni lasciati da Hamas durante l’attacco del 7 ottobre. Sul fondo sono stati rinvenuti anche gommoni affondati dal fuoco della Marina israeliana. Le armi sono state portate sulla costa, dove sono state distrutte dall’unità d’élite Yahalom del Combat Engineering Corps. Lo scrive il Times of Israel.

Morta Maryanne, sorella dell’ex presidente Donald Trump

Maryanne Trump Barry, sorella maggiore dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, è morta all’età di 86 anni. A riferirlo è stato il New York Times. Secondo la prima ricostruzione, la donna è deceduta nella sua casa nell’Upper East Side di Manhattan. Maryanne e Donald, sono stati molto legati per gran parte della loro vita. Soltanto negli ultimi anni si sono allontanati a causa di alcune divergenze familiari e per alcuni file audio pubblicati da una nipote. A ritrovarla è stato un componente della famiglia, ma non è stato ancora resa pubblica la causa del decesso.

Maryanne è stata una giudice federale

Nella sua vita Maryanne Trump Barry è stata una sorta di protettrice per il fratello Donald. Grazie all’avvocato Roy M. Cohn è diventata giudice federale nel New Jersey, durante la presidenza di Ronald Reagan. Ha interrotto la sua carriera legale nel 2019, proprio nel periodo in cui stava per partire l’inchiesta sulle pratiche fiscali della famiglia.

L’allontanamento tra fratelli

Sebbene i più vicini a Donald Trump dicano che l’ex presidente ascoltasse soltanto poche persone, tra cui proprio la sorella, i due si sono allontanati nell’ultimo anno. In alcuni audio, Maryanne ha parlato a una nipote, Mary L. Trump, in maniera critica del fratello. Parole che non sono piaciute al Tycoon. Per Donald Trump, oggi 77enne, si tratta del terzo lutto in pochi anni. Nel 2020 è morto il fratello minore Robert S. Trump. Nel 2022, invece, la prima moglie, Ivana.

Il Nepal vieta TikTok perché disturba l’armonia sociale

Le autorità del Nepal hanno dichiarato che bandiranno presto TikTok. Il ministro delle Comunicazioni e della Tecnologia dell’Informazione Rekha Sharma ha affermato che la decisione è stata presa perché la piattaforma viene utilizzata per condividere contenuti che «disturbano l’armonia sociale e sconvolgono le strutture familiari». Il governo di Kathmandu ha evidenziato che negli ultimi quattro anni su TikTok sono stati registrati 1.647 casi di crimini informatici e che «un’ampia parte della popolazione ha criticato la piattaforma per aver incoraggiato la diffusione dei discorsi d’odio».

Il Nepal vieta TikTok perché disturba l'armonia sociale. Il governo di Kathmandu ha evidenziato l'aumento dei casi di crimini informatici.
TikTok (Getty Images).

Per il leader del partito Nepali Congress è un tentativo di «soffocare la libertà di espressione»

Giovedì 9 novembre il governo aveva reso obbligatorio per piattaforme come Facebook, X, TikTok e YouTube l’apertura di uffici in Nepal: la misura è stata introdotta alla luce di un numero crescente di persone che lamentavano di non aver rappresentanti a cui rivolgersi per segnalare eventuali abusi e contenuti impropri. «Una regolamentazione è necessaria per scoraggiare coloro che abusano dei social media, ma chiuderli è completamente sbagliato», ha scritto su X Gagan Thapa, leader del partito Nepali Congress che fa parte della coalizione di governo, secondo cui l’intenzione dell’esecutivo nepalese sembra essere quella di «soffocare la libertà di espressione».

TikTok, fortissima crescita tra i giovani, vanta circa un miliardo di utenti mensili

La popolare piattaforma di condivisione video, che conta circa un miliardo di utenti mensili, ha dovuto affrontare restrizioni in molti Paesi per la presunta violazione delle regole sui dati. E anche per il potenziale impatto sui bambini. TikTok è già stato vietato in Cina, India, Iran, in altri Paesi asiatici e nello Stato americano del Montana. Sesta piattaforma social più utilizzata al mondo, la sua crescita tra i giovani supera di gran lunga quella dei concorrenti Facebook e Instagram.

Finvacchi rileva il 100 per cento di Sele

Finvacchi, la holding di investimenti che fa capo a Bernardo Vacchi, ha rilevato in asta giudiziale il 100 per cento di Sele Srl, salvando così la storica azienda di Castenaso (Bologna) specializzata nella progettazione, produzione, installazione e manutenzione di sistemi di sollevamento verticale (ascensori, montacarichi, scale e tappeti mobili). Fondata nel 1989 da un gruppo di installatori italiani, la società è considerata un’eccellenza per la tecnologia e il design nella realizzazione di prodotti unici, personalizzabili e attenti all’ambiente che portano la tradizione della manifattura italiana a livelli altamente competitivi in tutto il mondo. Con più di 45 mila sistemi installati, Sele è presente in cinque continenti e 35 Paesi.

Vacchi sull’acquisizione di Sele: «Lavoreremo a un piano industriale ambizioso»

A essersi aggiudicato l’asta per l’acquisizione è stata Boato Spa, la società della Finvacchi leader nell’ingegneria, nella progettazione di impianti per la produzione di materiali bituminosi impermeabilizzanti. Grande la soddisfazione di Bernardo Vacchi, che così ha commentato la nuova acquisizione: «Finvacchi ha saputo fin da subito ben selezionare progetti di investimenti e timing di ingresso negli stessi. Abbiamo dedicato un team di analisti molto bravi che analizzano, valutano e individuano opportunità di interesse. Siamo sulla strada giusta per diventare un player di investimento importante nel panorama dei Family Office nazionali. Boato e Sele si collocano con specializzazioni e lavorazioni diverse a monte nella filiera del settore delle costruzioni e ristrutturazioni edili. Ci proponiamo di ricercare e realizzare forti sinergie commerciali e industriali, caratterizzandoci per le nostre capacità innovative. Lavoreremo fin da subito allo sviluppo di un piano industriale ambizioso, che preveda una forte spinta sia sul prodotto di Sele sia sui mercati nazionale e internazionale». L’imprenditore bolognese aggiunge così un altro asset di pregio confermandosi un investitore molto dinamico e attento a cogliere tutte le opportunità che il variegato mondo dell PMI italiane offre. Finvacchi vanta un portafoglio di tredici partecipazioni industriali, e una partecipazione di rilievo nella Banca del Fucino, di cui è tra i principali azionisti. Nel pirmo semestre 2023 la sua holding ha registrato un attivo netto di oltre 200 milioni di euro e un net asset value di 180.

 

Napoli, rientra dal lavoro e trova la casa occupata da donne e figli: «Vivo in macchina da cinque giorni»

Un cittadino di Quarto, comune della città metropolitana di Napoli, sta vivendo un vero e proprio incubo da quando, martedì 7 novembre 2023, è tornato a casa dal lavoro e ha scoperto che era stata occupata da sconosciuti. I vicini lo hanno avvertito della situazione mentre si trovava sul posto di lavoro, così l’uomo è tornato di corsa a casa e ha trovato tre donne con alcuni bambini all’interno. Ha subito allertato le forze dell’ordine, ma non gli è stato consentito di rientrare poiché gli agenti avrebbero dovuto prima effettuare alcune verifiche presso gli uffici comunali. L’incidente è stato reso noto dal deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, al quale l’uomo si è rivolto per chiedere aiuto a rientrare nella sua abitazione.

Lo sfogo dell’uomo che ha trovato la casa occupata: «Vivo in macchina da cinque giorni»

Oltre al danno, la beffa. Il cittadino in questione non solo non è potuto rientrare in casa, ma è costretto a dormire in macchina e a chiedere il permesso alle autorità per rientrare nella struttura in caso di necessità. «Vivo in macchina da cinque giorni e se voglio entrare in casa mia per prendere i miei effetti personali devo avvisare i Carabinieri che, solo per cortesia, mi accompagnano mentre quelli dormono nel mio letto e usano le mie cose. Dal 2021, in seguito alla morte di mia madre con cui vivevo, sono subentrato come assegnatario e ho anche fatto voltura e nuova richiesta di alloggio. Adesso non riesco a capire come mai non posso rientrare in casa mia. Ho denunciato tutto alle autorità ma non è ancora successo nulla. Dal comune sono venuti a vedere la situazione e si sono attivati, sono arrivati finanche gli assistenti sociali, e poi se ne sono andati senza dirmi niente. Non credo proprio che tutto questo sia giusto», si è sfogato l’uomo in una nota diffusa da Borrelli.

Il fenomeno delle occupazioni abusive si espande

Lo stesso deputato ha sottolineato come il fenomeno delle occupazioni abusive stia diventando ormai la normalità: «Nella stessa zona di via De Gasperi, come affermato dalla vittima di questo incredibile episodio, già in passato ci sono state occupazioni abusive sempre effettuate da personaggi vicini a quelli che hanno occupato casa sua. La tecnica sarebbe sempre la stessa, attendere che la vittima esca di casa per occuparla con donne e bambini. Il paradosso è che, a cinque giorni dall’accaduto, l’assegnatario dorme in macchina e gli abusivi in casa. Si proceda immediatamente a sgomberare l’appartamento restituendolo a chi lo abitava e si verifichi se c’è un “sistema” dietro a queste occupazioni».

Valentina Vignali derubata a Milano: «Mi hanno preso il portafoglio con dentro la foto di mio nonno»

Un altro vip finisce nelle grinfie della criminalità a Milano. Dopo quanto denunciato da Flavio Briatore a inizio novembre, anche Valentina Vignali è stata derubata in centro. La cestista e modella ha raccontato sui social l’accaduto, spiegando quanto successo mentre era in metro. Alla 32enne è stato sottratto il portafoglio con dentro soldi, carte di credito, documenti e la foto del defunto nonno, a cui era molto legata.

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Il racconto: «Mi ha spinta ed è uscito»

Vignali su Instagram ha raccontato: «Ero al telefono. Un tipo mi ha spinto e poi è uscito. Ho pensato subito che mi avesse rubato il portafoglio, era palese. Bro, tieniti il portafoglio di Vuitton e gli 8 euro in moneta che c’erano, ma fammi riavere la patente. Se qualcuno la trova in zona metro Loreto mi scriva, tanto chi l’ha presa la butterà da qualche parte. Non me ne frega niente dei soldi, del valore del portafoglio, né di tutte le carte di credito e in realtà neanche della patente».

E ancora: «Il documento più importante per me è il passaporto perché senza non viaggio. Ma dentro c’erano una foto di mio nonno che non c’è più, un bracciale di perline col nome di una mia amica di quando andavo a scuola che avevamo fatto al mare, il mio vecchio piercing e altre piccole cose di cui non si può stimare il valore».

L’aggiornamento di Vignali: «Coi documenti ho risolto»

Su Instagram la cestista ne ha parlato anche nel pomeriggio del 13 novembre, a 24 ore dall’accaduto: «Forse ho risolto la cosa della patente e mi dovrebbe arrivare settimana prossima, speriamo. E dovrei aver risolto anche la cosa delle carte. Se vi succede una cosa del genere, mandate copia della denuncia alla vostra banca ed è quello che vi fa sbloccare l’invio delle carte che vi mancano».

Maxi incidente sull’A12 vicino a Roma: un morto e otto feriti

È di un morto e otto feriti il bilancio di un gravissimo incidente avvenuto intorno alle 13.00 di lunedì 13 novembre sull’A12 Roma-Civitavecchia all’altezza del chilometro 55, in direzione della Capitale. Stando a quanto riferito dai vigili del fuoco, un mezzo pesante, una bisarca, ha impattato violentemente con un furgone da nove posti che trasportava turisti probabilmente provenienti dalle navi da crociera e sbarcati a Civitavecchia. I pompieri hanno estratto dalle lamiere i nove occupanti del furgone e li hanno affidati alle cure del 118. Il medico ha constatato il decesso di uno degli occupanti. Tra i feriti, in cinque sono stati portati in ospedale in codice rosso. Sul posto la polizia stradale per eseguire i rilievi del caso.

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