Reddito di cittadinanza, la maggioranza tira dritto: «Era noto che fosse un sussidio a termine»

Non si placa lo scontro sul reddito di cittadinanza, dibattito che fino a questo momento non ha prodotto alcun effetto, rafforzando internamente la maggioranza. La posizione che trapela dalle fila di Fratelli d’Italia per voce di Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’attuazione del programma di governo è chiara: «Le polemiche dell’opposizione sono pretestuose visto che era noto da tempo che fosse un sussidio a termine. In più la maggioranza ha scelto di tutelare almeno i fragili prevedendo il prosieguo degli aiuti per invalidi, anziani e famiglie con minori a carico». Poi Fazzolari sintetizza: «Le persone che perderanno ora il reddito di cittadinanza lo avrebbero perso anche con la norma dei grillini. Anzi, grazie a noi almeno i fragili lo manterranno. Se questo è il livello dell’opposizione temo che ci toccherà governare a lungo».

Il centrosinistra attacca: «Fate la guerra ai poveri»

Dal 28 luglio il coro è unico: il governo fa la guerra ai poveri. È la posizione espressa dalle opposizioni. Non tutte s’intende, visto che i soggetti che compongono il fu Terzo Polo hanno sempre ostracizzato il reddito di cittadinanza. Maurizio Landini, segretario della Cgil commenta: «Il governo taglia il reddito a 169 mila famiglie e contemporaneamente continua a fare sanatorie fiscali. Non sta né in cielo né in terra in un Paese in cui si è poveri lavorando e in cui metà Paese fa fatica ad arrivare alla fine del mese». Per il Pd è Marco Furfaro – fedelissimo di Elly Shlein – a intervenire: «Governano con l’algoritmo della cattiveria». Mentre Chiara Braga, capogruppo dem alla Camera attacca: «Il reddito si poteva aggiustare, finalizzare all’inserimento al lavoro. Hanno scelto la strada più facile e più ingiusta: cancellarlo con l’arroganza di un sms».

Nessuna retromarcia, la maggioranza tira dritto sul reddito di cittadinanza
Giovanbattista Fazzolari e Giorgia Meloni (Imagoeconomica).