Conte attacca Meloni: «Sul Reddito di cittadinanza è guerra ideologica sulla pelle dei poveri»

Si comincerà da Napoli. Poi si attenderanno gli aggiornamenti rispetto a quello che accadrà nel corso della giornata di oggi, lunedì 31 luglio, in tutta Italia. La mobilitazione è partita. Nonostante gli otto mesi di preavviso, l’interruzione del reddito di cittadinanza ha colpito i percettori acuendo lo scontro politico tra maggioranza ed opposizione. Su La Repubblica il presidente del M5s Giuseppe Conte ha criticato la decisione del governo guidato da Giorgia Meloni. 

Conte: «È una vendetta contro il Movimento che però pagano gli italiani»

«Giorgia Meloni si sta rivelando una fredda burocrate a Palazzo Chigi, indifferente al carovita che impoverisce il ceto medio e alla disperazione delle persone più fragili. Cancella con spregiudicatezza sensibilità che appartenevano un tempo anche alla destra social», ha attaccato il leader pentastellato. E poi ha aggiunto: «È una guerra ideologica condotta sulla pelle dei più deboli, un disastro sociale, una vendetta contro il Movimento che però pagano gli italiani. Temo che ci sarà un autunno caldo. Per questo invito il governo a convocare subito un Consiglio dei ministri straordinario per differire i termini e gestire queste scelte sciagurate».

Il sindaco di Baro Decaro: «Erano anni che non vedevo la gente davanti al Comune»

Anche il presidente Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro ha commentato le mobilitazioni che stanno lentamente interessando tutto il Paese. Sul Corriere della Sera il primo cittadino dem ha commentato: «Erano anni che non vedevo la gente sotto gli uffici del Comune. Crediamo che l’Inps abbia fatto degli errori. Nella forma e nella sostanza della comunicazione». E poi aggiunge: «Non è giusto trattare così le persone, cui da un giorno all’altro viene detto che non avranno più niente su cui contare. Sono famiglie, anche con bambini. Molti non potranno nemmeno prendere il contributo per la casa, destinato a chi è in affitto o ha morosità incolpevoli. I fondi per il 2024 non ci sono, il reddito finisce, ma queste persone non spariscono, vivono nelle nostre città. E busseranno ai Comuni». La preoccupazione delle istituzioni locali è quella di non essere in grado di sopportare il carico che da oggi si riverserà sui servizi sociali, sezioni dei Welfare comunali già in sofferenza.