Attacco con droni nella zona di Mosca, chiuso l’aeroporto di Vnukovo

Quattro droni sono stati abbattuti a Novaya Moskva, distretto amministrativo di Mosca, e un altro nella regione di Kaluga, a sud-ovest della capitale russa. Non sono state segnalate vittime. Secondo il media Baza, alle 4 del mattino un drone è precipitato su un edificio amministrativo della base aerea russa di Kubinka. L’attacco ha interrotto le operazioni all’aeroporto internazionale di Vnukovo.

Attacco con droni nella zona di Mosca, chiuso l'aeroporto di Vnukovo. Il Cremlino: «Atto terroristico del regime di Kyiv».
L’attacco con droni ha interrotto per alcune ore le operazioni all’aeroporto di Vnukovo (Getty Images).

Gli atterraggi e i decolli sono ripresi a partire dalle 8

«Il tentativo del regime di Kyiv di attaccare un’area dove si trovano infrastrutture civili, tra cui un aeroporto che, tra l’altro, gestisce voli internazionali, è un nuovo atto terroristico», ha dichiarato su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova. «Oggi c’è stato un altro tentativo di attacco da parte di droni ucraini nel distretto di Novaya Moskva e nella regione di Mosca. Finora gli attacchi sono stati respinti. Per motivi di sicurezza, alcuni voli sono stati temporaneamente deviati dall’aeroporto di Vnukovo», ha scritto sempre su Telegram Sergei Sobyanin, sindaco di Mosca. Gli atterraggi e i decolli all’aeroporto Vnukovo, ha aggiunto, sono ripresi regolarmente a partire dalle ore 8.

Attacco con droni nella zona di Mosca, chiuso l'aeroporto di Vnukovo. Il Cremlino: «Atto terroristico del regime di Kyiv».
Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo (Getty Images).

I russi avrebbero distrutto un centro di controllo ucraino per i droni

Il ministero della Difesa di Mosca ha fatto sapere che quattro dei droni che volavano nella regione di Mosca sono stati abbattuti dai sistemi di difesa aerea. Un quinto è stato invece intercettato elettronicamente prima di schiantarsi. Oltre al drone che è precipitato sulla base aerea di Kubinka, un altro è caduto su un edificio nel villaggio di Krivosheino, che poi ha preso fuoco. Poco dopo l’abbattimento degli aeromobili a pilotaggio remoto, l’artiglieria russa avrebbe distrutto il centro di controllo ucraino per i droni in direzione di Donetsk. Lo ha riferito a Ria Novosti un combattente della divisione con il segnale di chiamata ‘Argun’.

Adolfo Margiotta: biografia e vita privata dell’attore

Adolfo Margiotta, nato a Torre del Greco il 13 settembre 1957, è un attore, comico, cantante e musicista. La sua ultima apparizione al cinema è nel nuovo capitolo di Indiana Jones, Indiana Jones e il quadrante del destino per la regia di James Mangold (2023).

Adolfo Margiotta: biografia e carriera

L’attore si è diplomato alla scuola del Teatro Stabile di Genova, per poi affermarsi soprattutto in televisione in coppia con il collega Massimo Olcese. I due sono conosciuti per aver interpretato il duo Chiquito e Paquito nel programma Avanzi del 1993 e poi in Disokkupati del 1997. In quegli anni Margiotta ha cominciato anche la sua carriera al cinema. Tra i suoi film più famosi ci sono Peggio di così si muore di Marcello Cesena (1995) e E adesso sesso per la regia di Carlo Vanzina (2001). Tra le pellicole più recenti trovimo invece A.N.I.M.A. (2019) di Pino Ammendola e Rosario Maria Montesanti, Hammamet (2020) per la regia di Gianni Amelio, Brividi d’autore (2023) di Louiselle Caterini e nello stesso anno Una mamma all’improvviso di Claudio Norza.

Adolfo Margiotta, tra la carriera al cinema e in tv e la vita privata
Adolfo Margiotta e le figlie Carolina e Sofia (Facebook).

Per la televisione è comparso in fiction e serie tv come Benedetti dal Signore, regia di Francesco Massaro (2004), I segreti di Borgo Larici, regia di Alessandro Capone (2014) e Lampedusa – Dall’orizzonte in poi di Marco Pontecorvo (2016). Dal gennaio 2010 fino ad oggi insieme a Virginia Raffaele, ha affiancato Luca Barbarossa, conduttore di Radio2 Social Club, in un programma dove si chiacchiera, si ascolta e si fa musica: qui Margiotta propone le sue canzoni e monologhi suoi o di altri autori.

Adolfo Margiotta: la vita privata

Margiotta ha due figlie, Carolina nata il 7 luglio del 1993 e Sofia nata il 29 luglio del 1998. Non si hanno altre notizie in merito alla sua vita privata né su chi sia la madre delle due ragazze.

Bonus barriere architettoniche 2023: come funziona, a chi spetta e come richiederlo

La Legge di Bilancio 2023 ha confermato fino al 2025 il bonus barriere architettoniche. Si tratta di un incentivo fiscale per chi svolge lavori volti all’eliminazione degli ostacoli alla mobilità presenti sia all’interno delle abitazioni che sui luogo di lavoro. Chi si adopera in tal senso, infatti, potrà godere di una detrazione del 75 per cento delle spese sostenute. Lo spettro dei possibili beneficiari è molto ampio e va dai comuni cittadini alle imprese, passando per gli enti pubblici e per quelli privati.

Il bonus barriere architettoniche 2023

Così come in parte già accennato, il bonus barriere architettoniche 2023 si sostanzia in una detrazione fiscale pari al 75 per cento delle spese sostenute per l’abbattimento degli ostacoli alla mobilità. Il valore massimo di spesa consentito varia in base al tipo di intervento svolto, con il tetto massimo che corrisponde a 50 mila euro. Inoltre, così come precisato dall’Agenzia delle entrate, i lavori sono agevolabili anche se nell’edificio di destinazione non sono presenti persone disabili o over 65. Quanto ai beneficiari, questi possono essere così sintetizzati:

  • i cittadini, cioè le persone fisiche ivi compresi coloro che svolgono arti e professioni;
  • gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale;
  • le società semplici;
  • le associazioni tra professionisti e i soggetti che conseguono reddito d’impresa come le società di persone e di capitali.

Bonus barriere architettoniche: spese ammesse e importi

Il bonus barriere architettoniche riguarda tutti gli interventi di automazione degli impianti degli edifici e delle singole unità immobiliari che hanno come obiettivo l’abbattimento degli ostacoli alla mobilità. Sono poi coperte le spese per lo smaltimento e la bonifica dei materiali e dell’impianto sostituito, in caso di sostituzione dell’impianto. Quanto ai livelli massimi di spesa previsti per poter usufruire della detrazione, questi variano in base al tipo di intervento. Più nello specifico il tetto è di:

  • 50 mila euro per gli edifici unifamiliari così come per le unità immobiliari che si trovano all’interno di edifici plurifamiliari e che sono funzionalmente indipendenti con uno o più accessi autonomi dall’esterno;
  • 40 mila euro per ogni singola unità immobiliare facente parte di edifici che hanno tra le due e le otto unità immobiliari;
  • 30 mila euro per ogni singola unità immobiliare facente parte di edifici che hanno dalle otto unità immobiliari in su.

In ultimo è necessario sottolineare che la detrazioni del 75 per cento non viene erogata in un’unica soluzione ma viene riportata in 10 rate annuali di pari importo.

Meloni e il fuoco amico in Europa e al governo

Dai nemici mi guardo io, dagli amici mi guardi Dio. Dall’Italia all’Europa chissà quante volte nelle ultime settimane la presidente del Consiglio Giorgia Meloni avrà pensato a questo vecchio adagio. È normale finire sotto l’attacco delle opposizioni, con la segretaria del Partito democratico Elly Schlein che lancia il proprio affondo giornaliero e il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte che, di tanto in tanto, bacchetta l’esecutivo che ha cancellato pure il Reddito di cittadinanza. Rientra nella logica. E soprattutto poco male: in questa fase le minoranze non incidono, rappresentano l’ultima delle preoccupazioni per l’inquilina di Palazzo Chigi. A testimonianza delle loro divisioni, fa notizia quando trovano un accordo unitario, come sulla proposta per il salario minimo. E lo stesso vale nella trasposizione europea: è fisiologico che Meloni sia guardata con diffidenza a Bruxelles dalle forze politiche di centrosinistra, fino ai liberali à la Macron e in parte dai popolari. Lo sapeva. Certo, magari dall’Eliseo non si attendeva un’ostilità così smaccata. Ma pazienza, è sempre la prima premier italiana erede della fiamma, del postfascismo.

Meloni e il fuoco amico in Europa e al governo
Elly Schlein e Giuseppe Conte (Imagoeconomica).

Le frizioni in Europa con gli alleati Morawiecki e Orban

La grande novità degli ultimi giorni è il legame che si allenta con il Pis polacco, partito che è nello stesso gruppo nell’Europarlamento, i conservatori. Gli amici di sempre, quelli delle mille battaglie sovraniste condotte da una posizione minoritaria, che poi è sinonimo di sostanziale irrilevanza. Servivano per marcare il territorio e piazzare bandierine ideologiche. Solo che, nel momento del bisogno o anche della concretezza, Meloni ha scoperto che l’amicizia politica non è per sempre e così ha visto chiudersi la porta in faccia dal premier polacco Mateusz Morawiecki. La presidente del Consiglio avrebbe potuto portare in Italia la vittoria sul dossier migranti, a lei molto caro. Bastava un sì per gongolare. Niente da fare. Di fronte al tentativo di mediazione sull’accoglienza dei migranti, il leader di Varsavia ha ribadito il suo netto rifiuto, spalleggiato dal premier ungherese Viktor Orban altro componente di peso del Pantheon europeo di Meloni. Morawiecki ha addirittura rilanciato un piano «per le frontiere sicure», perché «l’apertura delle frontiere, la mancanza di una loro effettiva protezione, l’esposizione degli europei al pericolo è un errore strategico». Un’altra angolazione rispetto alle posizioni di Meloni.

Meloni e il fuoco amico in Europa e al governo
Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki con Giorgia Meloni (Getty Images).

I sovranisti di Purra e la stretta finlandese sulle spese Ue

I termini dell’intesa sui migranti sono così più sfumati. La premier italiana ha dovuto correre ai ripari, ribadendo la propria «leale amicizia» con l’attuale leadership polacca, prefigurando un prossimo incontro. «Non sono mai delusa da chi difende i suoi interessi», ha aggiunto la numero uno di Fdi, cercando di cavarsi d’impaccio. Lo stesso problema, seppure su un altro tema, è destinato a riproporsi con il Perussuomalaiset (I Veri Finlandesi) da poco diventato centrale nella vita politica del Paese scandinavo. La leader Riikka Purra è stata nominata vicepremier, ma soprattutto ministra delle Finanze nel nuovo governo. E ha fissato il primo paletto: nessuna generosità sul bilancio in sede europea. Tutelerà gli interessi di Helsinki senza fare concessioni all’Italia in materia di spesa. Peraltro, a differenza di Morawiecki, tra Purra e Meloni non c’è un rapporto personale. «Sarò sincera, non conosco molto bene la politica italiana, non sono abbastanza preparata e non le so dare un giudizio preciso», ha risposto la leader dei Veri Finlandesi a chi, in piena campagna elettorale, le aveva chiesto un parere sulla leader di Fdi.

Meloni e il fuoco amico in Europa e al governo
La ministra delle Finanze finlandese Riikka Purra con il primo ministro Petteri Orpo (Getty Images).

Dal Mes a Santanchè la Lega punta i piedi

Del resto se l’obiettivo è quello di tutelare i propri interessi, principio-cardine del sovranismo, è difficile immaginare una condivisione dei problemi, uno scatto di generosità. Così, dalle parti di Palazzo Chigi, le bizze quotidiane degli alleati di governo diventano quasi aneddoti secondari. Se Forza Italia sta cercando di ridefinire la propria identità dopo la morte di Silvio Berlusconi e non rappresenta per il momento un grattacapo, la Lega di Matteo Salvini punta continuamente a smarcarsi dalle posizioni di Fratelli d’Italia, di segnare il territorio. Dopo la difesa d’ufficio della ministra del Turismo, Daniela Santanchè, i leghisti hanno chiesto che chiarisca in Aula. «Se dovessero esserci delle evidenze per cui ci sono irregolarità o illeciti, è giusto che la ministra si prenda le sue responsabilità», ha sentenziato Andrea Crippa, deputato e vice segretario leghista. Non proprio una carineria. Sul Mes Salvini ha assunto una postura molto rigida, pronunciando un perentorio “no” e mandando in avanscoperta i fedelissimi. Il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari ha definito lo strumento «strozzinaggio». Non proprio un’apertura di credito. E così a Montecitorio i leghisti puntavano a un rinvio lungo, almeno un anno, lasciando in stand-by il dossier almeno fino alle Europee del 2024. È andata diversamente, se ne parlerà tra quattro mesi. E chissà che in fondo non sia meglio per Salvini: in campagna elettorale può scaricare le responsabilità su Meloni. A conferma che dagli amici è sempre meglio guardarsi le spalle.

Mattarella in Cile, al via la tre giorni di incontri

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si trova a Santiago del Cile per la prima tappa del suo viaggio che durerà dal 3 al 6 luglio. Durante l’arrivo in aeroporto nella capitale cilena, il capo dello Stato, accompagnato dal sottosegretario agli Esteri Edmondo Cirielli e dalla figlia Laura, è stato accolto dal ministro degli Esteri, Alberto van Klaveren. Per Mattarella si tratta della prima visita ufficiale in Cile e della prima visita in assoluto di un presidente della Repubblica in Paraguay, che si terrà nelle prossime giornate.

Il presidente Sergio Mattarella è atterrato martedì 4 luglio in Cile per la sua prima visita ufficiale nel Paese.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (foto Imagoeconomica).

L’agenda del presidente Mattarella in Cile

Agenda fitta per il presidente che, martedì 4 luglio, incontrerà allo stadio italiano di Santiago una rappresentanza della comunità italiana in Cile. Dopo questo primo appuntamento visiterà la stazione della Undicesima compagnia italiana dei vigili del fuoco di Santiago e il museo della Memoria e dei diritti umani, dedicato alle violazioni dei diritti umani commessi dal regime fascista di Augusto Pinochet tra il 1973 e il 1990. Nelle ore pomeridiane, deporrà una corona al monumento a Bernardo O’Higgins, primo Capo di Stato del Cile.

L’incontro con il presidente del Cile

Sempre martedì 4 luglio, nella seconda parte della giornata, Mattarella sarà ricevuto quindi al palazzo della Moneda dal 37enne presidente del Cile, Gabriel Boric, per poi recarsi presso la sede del Congresso a Santiago a incontrare i presidenti delle due Camere cilene. Il 5 luglio il presidente terrà una lectio magistralis all’Università del Cile dal titolo «America Latina ed Europa: due continenti uniti per la pace, la democrazia, lo sviluppo».

Al termine, inaugurerà la mostra «Forme e colori dell’Italia pre-romana» allestita all’Istituto italiano di cultura e renderà omaggio, presso la residenza dell’ambasciatrice d’Italia, al monumento in onore di Lumi Videla, l’opera in memoria della studentessa 26enne di sociologia che fu arrestata dalla polizia segreta il 21 settembre del 1974, torturata, uccisa e poi gettata proprio dentro il giardino dell’ambasciata italiana a Santiago. Giovedì 6 luglio Mattarella visiterà il Forte Bulnes, il Museo Salesiano Maggiorino Borgatello, il Círculo Italiano e il Mausoleo della Fratellanza Italiana.

 

Eraclea, vagone di un trenino turistico si ribalta. Numerosi i feriti

Non sono state ancora accertate le cause che hanno determinato il ribaltamento del vagone di un trenino turistico a Eraclea, nel Veneziano. L’incidente è avvenuto intorno alle 22 di lunedì 3 luglio. Il bilancio è di almeno 14 feriti, nessuno dei quali tuttavia sarebbe in condizioni gravi: due di loro sono stati trasferiti all’ospedale San Donà.

Numerosi bambini tra i passeggeri

I passeggeri a bordo del trenino turistico erano per la maggiorparte genitori con i loro bambini. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e il personale del Suem, con numerose ambulanze. Il mezzo, noto come il «trenino della pineta», stava compiendo il solito giro panoramico nelle strade del centro turistico di Eraclea. Il ribaltamento è avvenuto nel tratto in via Livenzuola, dove uno dei vagoni si è piegato di lato, rovesciandosi. Immediato l’intervento dei socccorsi.

Incidente Eraclea, in corso gli accertamenti 

Mentre sono in corso gli accertamenti da parte dei carabinieri per ricostruire la dinamica, il sospetto è che alla base dell’incidente possa esserci stata una irregolarità del fondo stradale o addirittura un tombino, che al momento del transito potrebbero aver compromesso l’assetto del trenino turistico.

Scontro tra Salvini e Tajani sulle europee, la Lega rischia di trovarsi fuori dai giochi a Bruxelles


Tajani, leader di Forza Italia, ha chiarito che alle elezioni europee 2024 non ci potrà mai essere un accordo con AfD e Marine Le Pen, compagni di gruppo di Matteo Salvini. Il leghista ha risposto secco ("Non accetto veti sugli alleati"), ma il suo partito difficilmente avrà un ruolo in maggioranza a Bruxelles, a differenza di FI e (forse) FdI.
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Usa, sparatoria a Philadelphia: ferito un bimbo di due anni

La sparatoria è avvenuta nella tarda serata di lunedì 3 luglio (ora locale). Secondo quanto dichiarato dalla polizia di Philadelphia durante una conferenza stampa, gli agenti sono intervenuti nell’area della 56th street e Chester Avenue. Quattro le vittime e altri quattro i feriti, tra cui un bambino di due anni e un ragazzo di 13. Le vittime avevano tra i 20 e i 59 anni. Il presunto autore del gesto è stato fermato, recuperati anche il fucile e la pistola con cui avrebbe compiuto la sparatoria.

Nella tarda serata di lunedì 3 luglio, a Philapdelphia, un uomo ha ucciso quattro persone. Tra i feriti un bimbo di due anni.
Sparatoria Philadelphia (foto repertorio Getty Images).

L’uomo indossava un giubotto antiproiettile

Le autorità hanno confermato che l’uomo, di circa 40 anni, indossava un giubotto antiproiettile, come riportato dalla BBC, completo di «caricatori». Dopo la sparatoria, gli agenti hanno «inseguito il sospettato a piedi», mentre l’uomo continuava a sparare. Il commissario della polizia Danielle Outlaw ha riferito che, senza l’intervento dei militari, il bilancio sarebbe stato ancora più pesante. La notizia della sparatoria a Philadelphia giunge a poche ore da quella avvenuta a Baltimora che ha causato due morti e 28 feriti.

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