Torino, nonni vanno a fare la spesa e lasciano la bimba in auto, denunciati

E’ stata notata da alcuni passanti la bimba di tre anni lasciata chiusa in macchina dai nonni mentre erano intenti a fare la spesa. La piccola si trovava all’interno dell’auto chiusa nel parcheggio di un centro commerciale alle porte di Torino. Viste le temperature elevate degli ultimi giorni, i presenti hanno temuto per le sue condizioni di salute e hanno immediatamente allertato le forze dell’ordine.

Bimba ricoverata per accertamenti

Sul posto sono intervenuti i carabinieri, l’ambulanza e i vigili del fuoco che hanno provveduto a forzare il finestrino e a liberare la piccola, trasportata all’ospedale di Rivoli, dove è ancora ricoverata per accertamenti, anche se le sue condizioni sono buone. Quando i nonni della bimba hanno fatto il loro rientro nel parcheggio dopo aver terminato la spesa hanno trovato ad attenderli i carabinieri che li hanno portati in caserma per le procedure del caso.

Caltanissetta, donna si suicida temendo nuove violenze: l’ex la perseguitava dai domiciliari

Una donna di 33 anni di origini romene si è suicidata a Riesi, in provincia di Caltanissetta, per timore di ritorsioni da parte dell’ex, che aveva denunciato il 28 giugno scorso per stalking. E non si trattava della prima volta, perché l’uomo era già stato condannato nell’aprile scorso a 11 anni per violenze sessuali ripetute, lesioni e minacce di morte. Lui, il 26enne Razvan Birzoi, aveva ottenuto i domiciliari e da lì tormentava la donna, tornata a denunciare pochi giorni fa. Il pg Fabiola Furnari ha subito chiesto e ottenuto l’aggravamento della misura cautelare per l’imputato, che dai domiciliari è finito in carcere. Nonostante i tempi record, però, non è bastato.

Una 33enne si è tolta la vita a Caltanissetta per paura di ritorsioni dell'ex, ai domiciliari e denunciato nuovamente per stalking
Una delle tante manifestazioni degli ultimi anni contro la violenza sulle donne (Getty).

La procura di Caltanissetta indaga sui controlli al romeno

La 33enne non ha retto alla paura e all’angoscia per la possibilità che quelle violenze si ripetessero, prima dell’intervento della procura. La loro relazione risale al 2020, ma da allora il rapporto è sfociato in violenze sessuali e maltrattamenti che avevano portato alla condanna a 11 anni, confermata anche in appello. Qualcosa, però, non ha funzionato. Nonostante i domiciliari, dall’uomo sono arrivate nuove minacce, che hanno spinto la donna prima alla nuova denuncia e poi al suicidio. Adesso la procura di Caltanissetta si interroga sui controlli a cui era sottoposto l’uomo, che non avrebbe dovuto lasciare casa sua.

A giugno il via libera al disegno di legge contro la violenza sulle donne

Appena un mese fa, è arrivato il via libera dal Cdm al disegno di legge con cui si introduce una stretta sulla violenza contro le donne. Tra le novità ci sono l’arresto in flagranza differita, procedure più veloci per proteggere le vittime e l’aggravamento della pena. La ministra della Famiglia Eugenia Roccella ha dichiarato: «Tutto questo non basta se non viene accompagnato anche da una campagna, da un cambiamento culturale, perché è essenzialmente una questione culturale».

Una 33enne si è tolta la vita a Caltanissetta per paura di ritorsioni dell'ex, ai domiciliari e denunciato nuovamente per stalking
La ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella (Imagoeconomica).

Kata scomparsa a Firenze, i sospetti sul furgone bianco e lo scooter

Un furgone bianco, uno scooter, le due persone che nei giorni precedenti alla scomparsa della piccola cercavano lo zio di Kata, Abel, presentandosi più volte presso l’ex hotel Astor occupato: sono ancora tanti gli elementi che devono trovare un collegamento tale da diventare certezze, ma le indagini prosegueno senza sosta. Kataleya Mia Chicclo Alvarez, per tutti Kata, è scomparsa da quasi un mese, più precisamente dal 10 giugno scorso. Seppur non vi sia ancora un nome o i nomi dei responsabili della sparizione, l’ipotesi più accreditata è che la piccola sia stata portata via dall’albergo in un range orario di circa mezz’ora, tra le 15.13 e le 15.45.

I video delle telecamere di sorveglianza di una ditta vicina all'ex hotel Astor hanno mostrato la presenza di un furgone bianco.
Kata, bimba di 5 anni scomparsa a Firenze (foto Twitter).

Il giallo del furgone bianco e dello scooter

Fotogrammi esaminati e da esaminare ancora, quelli presenti nei video delle telecamere di sorveglianza di una ditta che confina con il cortile dell’Astor. Dalla registrazione si evince prima un rumore, come la caduta di qualcosa dall’alto, poi la comparsa di un furgone bianco che parte poco dopo insieme a uno scooter, in direzione dell’uscita alla fine di un vialetto che sbuca in via Monteverdi.

Perquisita la ditta confinante con l’ex Astor

Non ha fornito ulteriori elementi utili la perquisizione eseguita nella ditta confinante con il cortile dell’ex hotel Astor, estesa anche ai titolari, come persone non indagate, durante la quale non è stato trovato nulla che possa ricondurre a Kata. Resta l’ipotesi legata al furgone e al ciclomotore, ma nessuna pista è stata confermata.

 

Saman Abbas, il giudice pakistano dice sì all’estradizione del padre Shabbar

Il giudice della corte distrettuale di Islamabad ha espresso parere favorevole all’estradizione di Shabbar Abbas. Il padre di Saman, la 18enne uccisa a Novellara nella primavera del 2021 dai genitori, da uno zio e da due cugini. Il magistrato, secondo quanto rivelano alcuni giornali locali, ha respinto l’istanza di rilascio su cauzione presentata dai legali di Shabbar Abbas. Il padre di Saman adesso può impugnare il documento di fronte all’Alta Corte di Islamabad. L’estradizione, in ogni caso, non è affatto scontata. A decidere sarà il governo del Pakistan, che non si è ancora espresso.

Il padre di Saman resterà in carcere: il giudice respinge la richiesta di domiciliari ed è favorevole all'estradizione
La giovane Saman Abbas, uccisa dalla famiglia nel 2020 (Facebook).

Il giudice ha disposto che Shabbar resti in carcere

Su disposizione del magistrato giudicante, Shabbar Abbas resterà in carcere nella struttura di Adyala, a disposizione delle autorità italiane. Il giudice nel corso dell’udienza, la mattina del 4 luglio, ha stabilito che il padre di Saman dovrà collegarsi in videoconferenza a ogni udienza italiana, come già accaduto il 19 maggio scorso. Il Gabinetto del ministro, intanto, si riunirà a breve per la decisione finale sull’estradizione. Shabbar Abbas è uno dei cinque imputati nel processo in corso a Reggio Emilia, davanti alla corte d’Assise, per l’omicidio della 18enne. Gli altri sono la moglie Nazia, che risulta ancora latitante, lo zio Danish Hasnain e i due cugini della giovane vittima, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq.

Le ultime dichiarazioni di Shabbar risalgono al novembre 2022

Le ultime parole rese pubbliche di Shabbar Abbas risalgono al novembre 2022. Dopo essere stato fermato dagli agenti della polizia locale su disposizione della Fia, la Federal investigation agency di Islamabad, il padre di Saman ha dichiarato che la moglie «è tornata in Europa». Gli investigatori non hanno mai creduto a questa versione, ma a distanza di mesi la donna non è stata ancora trovata.

Wimbledon permetterà alle tenniste con il ciclo di indossare biancheria scura

A Wimbledon cambia una delle regole che più caratterizzano il torneo: l’abbigliamento bianco. Le tenniste nei giorni del ciclo mestruale potranno infatti giocare con biancheria scura. Soltanto in quel caso sarà, infatti, permesso loro di derogare alla regola. Entusiasmo da parte delle dirette interessate. Magda Linette, numero 23 al mondo, aveva dichiarato: «Non sono sicura che le persone possano capire quanto siano snervanti le giornate di ciclo». Durante la passata edizione del torneo, alcune manifestanti avevano protestato con pantaloncini rossi fuori dai campi.

Cogo Gauff: «Grande sollievo»

Molte atlete hanno prontamente commentato la notizia. La statunitense Coco Gauff ha parlato a Sky Sport di «un grande sollievo». Aggiungendo: «Avevo il ciclo l’anno scorso durante Wimbledon, ed è stato molto stressante. A volte andavo in bagno solo per assicurarmi che non si vedesse niente. Sicuramente per me e per le altre ragazze è positivo». Dello stesso avviso anche Anne Keothavong, ex numero 1 britannica attualmente membro del consiglio dell’All England Club, che ospita lo Slam. Per lei si tratta di «un gradito cambiamento in termini di regole». E l’amministratrice delegata del club, Sally Bolton, ha spiegato che la regola aiuterà le tenniste «a liberarsi di una forma d’ansia e permetterà loro di concentrarsi solamente sul gioco». Dello stesso avviso Heather Watson: «Parlo apertamente del mio ciclo, non credo sia un argomento tabù e mi piacerebbe che le persone ne parlassero di più», ha detto. «L’anno scorso ho preso la pillola per fermare l’emorragia perché sapevo che dovevo indossare mutande bianche e non volevo alcun imbarazzo».

Cambia il regolamento a Wimbledon: sì a indumenti intimi scuri per chi ha il ciclo
Coco Gauff in azione a Wimbledon (Getty).

I dubbi di Ons Jabeur: «Così sapranno tutti che hai il ciclo»

Tra le sportive, però, c’è anche chi non la pensa così. La tunisina Ons Jabeur, prima giocatrice africana a raggiungere i quarti in un torneo del Grande Slam (agli Australian Open nel 2020), ha dichiarato che «è meglio non essere paranoici». Poi ha avanzato un dubbio: «Tutti sapranno che hai il ciclo. Quindi davvero non so fino a che punto questa è una cosa buona e per questo ho sentimenti contrastanti».

Cambia il regolamento a Wimbledon: sì a indumenti intimi scuri per chi ha il ciclo
La tunisina Ons Jabeur (Getty).

Ponte sullo Stretto, la speranza di Salini: «Pronti per marzo a iniziare»

Dopo la recente approvazione del decreto sulla realizzazione del ponte sullo Stretto, avvenuta il 16 marzo scorso da parte del Consiglio dei ministri, Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild, società capofila del consorzio impegnato nella costruzione della M4, a margine dell’inaugurazione della stazione di San Babila della nuova linea a Milano, ha confermato la possibilità di iniziare i lavori per marzo 2024: «Spero di poter dire al ministro che siamo pronti per marzo a iniziare fisicamente le opere».

Ponte sullo stretto: «Un sogno per gli italiani»

Salini ha usato queste parole per definire il ponte sullo sullo Stretto: «Penso che il ponte di Messina sia un sogno per gli italiani che deve essere realizzato esattamente come abbiamo trasformato in realtà il sogno dei milanesi» riferendosi alla realizzazione  della linea 4 della metropolitana. Ha inoltre fornito ulteriori dettagli «Abbiamo già cominciato le attività di aggiornamento progettuale. Dobbiamo riuscire a fare sì che queste grandi opere non siano solo sfide di terreno politico ma diventino invece vita per i cittadini, futuro per i ragazzi e capacità di attrarre talenti».

Pietro Salini, durante l'inaugurazione della linea M4 a Milano, si è espresso sull'inizio lavori del ponte sullo Stretto.
Pietro Salini, ad Webuild (foto Imagoeconomica).

Occorre tornare a essere «leader nelle infrastrutture»

Essere attuativi per essere attrattivi potrebbe essere la sintesi della parte conclusiva del discorso dell’ad della ex Salini Impregilo diventata Webuild nel 2020: «Dobbiamo portarci presto a questa capacità che abbiamo avuto in passato di essere leader nelle infrastrutture, abbiamo insegnato al mondo a costruire le strade, bisogna solo ricordare ai romani che cosa sono stati nel mondo, e come hanno esportato civiltà attraverso i trasporti. Questo può fare oggi l’Italia ancora, insegnando alle persone come si fanno i ponti».

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