Crimea, turismo in crisi per colpa della guerra in Ucraina

L’industria del turismo in Crimea si prepara a una nuova estate di crisi. Per il secondo anno consecutivo, la penisola sul Mar Nero assiste a una diminuzione dei flussi turistici, dato che i vacanzieri russi rivolgono la loro attenzione su mete più sicure e tranquille. Come riporta il Moscow Times, decine di strutture ricettive rischiano la chiusura, in quanto non sono più in grado di comprare l’occorrente per ospitare i viaggiatori. A nulla sono servite le promesse e le rassicurazioni di Vladimir Putin che, dopo l’annessione del 2014, aveva garantito prosperità e ricchezza grazie anche a investimenti di Mosca. Spaventati ristoratori e proprietari di alberghi: «Abbiamo abbassato i prezzi, ma con l’aumento dei costi non ce la facciamo».

La guerra in Ucraina spaventa i vacanzieri russi. In Crimea l’1 per cento delle prenotazioni, tanto che due aziende su tre sono in rosso.
Una veduta delle spiagge di Sebastopoli frequentate dai turisti (Getty Images)

In Crimea appena l’1 per cento delle prenotazioni alberghiere russe

I turisti provenienti dalla Russia sono in costante calo da tre anni. Come mostrano i dati del governo di Mosca, nel 2022 in Crimea si è registrato appena il 3 per cento delle prenotazioni a fronte del 19 per cento di 12 mesi prima. Un dato che, secondo le previsioni, è destinato a scendere quasi allo zero quest’anno, assestandosi attorno all’1 per cento. Non sorprende dunque che il 60 per cento delle strutture turistiche siano in rosso, con perdite complessive di 709 milioni di rubli (circa 7,7 milioni di euro). Nel mezzo, la breve ripresa dovuta alla chiusura dei confini per la pandemia, che aveva spinto oltre 9 milioni di cittadini russi a trascorrere l’estate 2021 in Crimea. Il «gioiello della Corona», come lo ha definito Putin nel 2014, non può nulla però contro la guerra in Ucraina.

La guerra in Ucraina spaventa i vacanzieri russi. In Crimea l’1 per cento delle prenotazioni, tanto che due aziende su tre sono in rosso.
Gli elicotteri russi sul suolo della Crimea (Getty Images)

Cresce intanto la tensione di ristoratori e proprietari di alberghi, che temono di non superare l’anno. «Metà delle strutture potrebbe non aprire più», ha dichiarato al Moscow Times il gestore di un hotel. Ha preferito però mantenere l’anonimato, temendo che i suoi commenti negativi possano fargli perdere i sostegni finanziari di Mosca. Come ha sottolineato nell’intervista, prima della guerra la struttura era perennemente sold out durante l’estate, mentre quest’anno difficilmente riempirà metà camere. Se a luglio e agosto le perdite potrebbero essere contenute, per giugno le prenotazioni coprono appena il 30 per cento della capienza. «I costi sono cresciuti fra il 30 e il 50 per cento», ha ricordato.

Mosca intanto rassicura: «La guerra non minaccia la Crimea»

La crisi del turismo ha spinto diversi funzionari a intervenire per calmare i viaggiatori, ricordando la sicurezza della penisola. «Molti hanno semplicemente paura», ha sottolineato all’agenzia Ria Novosti il governatore della Crimea Sergei Aksyonov. «Nulla minaccia i turisti». La realtà dei fatti però è ben diversa, visto che la penisola è stata oggetto di diversi attacchi. Lo scorso anno, per esempio, varie esplosioni hanno colpito la base aerea di Saki, uno dei tanti siti militari russi alla portata delle armi ucraine.