L’Australia voterà per riconoscere gli indigeni nella Costituzione

L’Australia prepara uno storico referendum per riconoscere ufficialmente i popoli aborigeni e gli abitanti delle isole nello stretto di Torres. Il prossimo 14 ottobre la popolazione voterà per aggiungere un nuovo capitolo alla Costituzione che, negli intenti del primo ministro Anthony Albanese, possa «riunire la nazione e cambiarla al meglio». Prevista anche l’istituzione di un nuovo organo consultivo, l’Aborigenal and Torres Strait Islander Voice o anche semplicemente Voice, per dare spazio agli indigeni in Parlamento. Avrebbe infatti il potere di fornire pareri non vincolanti al governo sulle leggi riguardanti i nativi. «Vi si chiede di dire sì a un invito che viene direttamente da questi popoli», ha spiegato Albanese. «Il comitato sarà scelto da loro per migliorare l’integrazione e la vita di tutti». Come riporta anche la Bbc, l’idea per un nuovo organo consultivo nacque nel 2017 grazie all’Uluru Statement from the Heart, sottoscritto da 250 leader indigeni.

Il 14 ottobre si voterà anche per creare un organo consultivo in Parlamento. In Australia però un referendum non passa da quasi 50 anni.
I manifesti in Australia per il referendum di ottobre (Getty Images).

Le divisioni della politica e la storia dei referendum in Australia

Affinché abbia successo, il referendum dovrà ottenere la maggioranza dei consensi in almeno quattro dei sei Stati. Nonostante l’Australia sia l’unica nazione del Commonwealth a non aver mai ratificato un trattato con i popoli indigeni, la storia del Paese non lascia molte speranze. Soltanto otto dei 44 referendum hanno superato lo scoglio del voto popolare, l’ultimo dei quali addirittura nel 1977. Quasi 50 anni fa. A peggiorare la situazione c’è una profonda spaccatura fra maggioranza e opposizione. Pur godendo del sostegno del Partito laburista di Albanese, il referendum è osteggiato infatti dalla coalizione fra il Partito liberale di centrodestra e quello Nazionale che rappresenta le istanze del mondo rurale. Per il leader Peter Dutton la riforma potrebbe enfatizzare le distinzioni razziali. Negativo anche il parere per la creazione di un solo organo consultivo nella capitale, cui sarebbero preferibili più unità locali.

Il 14 ottobre si voterà anche per creare un organo consultivo in Parlamento. In Australia però un referendum non passa da quasi 50 anni.
Gli aborigeni dell’Australia durante un evento aperto al pubblico (Getty Images).

Gli indigeni australiani discendono dai primi abitanti dell’isola, giunti più di 50 mila anni fa e appartenenti a più popolazioni differenti per cultura e lingua madre. Oltre agli aborigeni, si distinguono anche gli abitanti delle isole dello stretto di Torres, arcipelago a Nord dell’Australia dove vivono gruppi distinti per tradizioni e usanze da quelli del continente. All’arrivo del capitano Cook nel 1770 gli indigeni erano circa 300 mila, ma nei due secoli successivi il loro numero è crollato a 50 mila unità per via della colonizzazione europea. Gli abitanti nativi hanno man mano perso il controllo di gran parte delle terre, subendo continue violenze e politiche discriminatorie. Fino agli Anni 70 del secolo scorso, infatti, migliaia di bambini sono stati strappati alle famiglie di origine e affidati a istituzioni statali ed ecclesiastiche.