Sottomarino scomparso: trovati detriti nell’area delle ricerche

La notizia sarebbe stata confermata dalla Guardia costiera degli Stati Uniti su Twitter: uno dei veicoli a pilotaggio remoto impegnati nelle ricerche del sommergibile Titan, scomparso domenica 18 giugno durante una escursione organizzata al relitto del Titanic, nell’Oceano atlantico, avrebbe trovato alcuni detriti nell’area in cui si stanno svolgendo le operazioni di soccorso. Non è ancora chiaro se ci sia un collegamento tra i detriti e il  sottomarino scomparso.

Trovati dei detriti nell’area del sommergibile Titan 

Solo poche ore fa era stata diffusa la notizia sulla fine delle scorte di ossigeno, ma le operazioni di ricerca non si sono mai fermate. Il robot telecomandato sta infatti continuando a perlustrare il fondale, nella speranza di agganciare il Titan. Nella giornata di ieri, mercoledì 21 giugno, i ricercatori hanno sentito dei rumori provenienti da sotto il livello del mare, senza riuscire a identificarne l’origine.

 

Neymar, tradimento svelato e l’accordo con la compagna Bruna Biancardi salta

L’accordo sul tradimento tra la stella del calcio brasiliano Neymar e la fidanzata, l’influencer Bruna Biancardi, è già saltato. A pochi giorni dalle rivelazioni dei quotidiani brasiliani, che parlavano delle tre condizioni da rispettare che avrebbero permesso al calciatore di tradire la compagna, ne è già saltata una. Tanto che Neymar si è pubblicamente scusato, chiedendo perdono a Bruna Biancardi. A venir meno è stata la prima delle tre condizioni poste dalla giovane influencer: la discrezione (le altre erano il divieto di baci e l’uso dei preservativi). Questo perché Fernanda Campos, anche lei personaggio celebre sui social in Brasile, ha rivelato che l’asso del Psg ha trascorso con lei la notte alla vigilia di San Valentino, che in Sud America si festeggia il 12 giugno. Addio discrezione e brutta lite all’interno della coppia.

Neymar si scusa pubblicamente per aver tradito la compagna: «Ho sbagliato, ti amo»
Neymar ai box durante l’ultimo Gran Premio di Montecarlo (Getty).

Le scuse di Neymar: «L’amore per il nostro bambino prevarrà»

Su Instagram Neymar ha pubblicato una foto che lo ritrae al fianco di Bruna Biancardi e si è scusato con un lungo post. «Lo faccio per voi due», esordisce riferendosi alla compagna e al bambino che porta in grembo, prima di spiegare di non voler «giustificare l’ingiustificabile». Poi ammette: «Ho sbagliato. Ho sbagliato con voi. Rischio di dire che sbaglio ogni giorno, dentro e fuori dai campi. Solo che i miei errori nella vita privata li risolvo a casa, nella mia intimità con la mia famiglia e i miei amici… Tutto questo ha colpito una delle persone più speciali della mia vita. La donna che sogno di avere al mio fianco, la madre di mio figlio».

Neymar si scusa pubblicamente per aver tradito la compagna: «Ho sbagliato, ti amo»
Bruna Biancardi sul red carpet a Cannes (Getty).

E infine: «Bru, ti ho già chiesto perdono per i miei errori, per l’esposizione inutile, ma mi sento in dovere di venire pubblicamente a ribadirlo. Se una questione privata è diventata pubblica, la richiesta di perdono deve essere pubblica. Non riesco a immaginarmi senza di te. Non so se funzioneremo, ma OGGI ho la certezza che voglio provarci. Il nostro scopo prevarrà, il nostro amore per il nostro bambino vincerà, il nostro amore l’uno per l’altro ci renderà più forti».

Teramo, bimbo di 3 anni resta chiuso nello scuolabus per 8 ore

Hanno presentato denuncia formale ai carabinieri, i genitori del piccolo di soli 3 anni dimenticato sullo scuolabus per 8 ore: «Chiediamo giustizia affinché quello che è successo a noi non capiti ad altri bambini». Spetterà ora alla procura di Teramo stabilire cosa sia realmente accaduto al bimbo di 3 anni dimenticato sullo scuolabus a Campli, in provincia di Teramo. Il reato ipotizzato è quello di abbandono di minori.

Un bimbo di soli 3 anni è rimasto chiuso per 8 ore all'interno dello scuolabus che avrebbe dovuto portarlo all'asilo.
Scuolabus (Getty images).

Bimbo di 3 anni dimenticato sullo scuolabus per 8 ore, indaga la procura

Secondo le prime informazioni, non ci sarebbero ancora dei nomi iscritti nel registro degli indagati, ma appare chiaro che le persone chiave per ricostruire l’accaduto siano l’autista e l’accompagnatrice dello scuolabus. Il servizio di trasporto è esternalizzato dal Comune di Campli a una società che opera da tempo e diffusamente nel settore e in vari comuni dell’Abruzzo. Il pm ha chiesto ai carabinieri di raccogliere le varie dichiarazioni degli interessati.

Lo sfogo dei genitori del bimbo dimenticato sullo scuolabus

Il padre del piccolo, come riportato da Il Centro, non ha dubbi: «Chi doveva controllare non lo ha fatto. Mio figlio è rimasto per otto ore sullo scuolabus. Per fortuna che erano giorni di brutto tempo e quindi non c’erano temperature alte. Quando si sono accorti di quello che era successo nessuno ha chiamato un’ambulanza, né dato dell’acqua a mio figlio. Il bambino è ora terrorizzato quando percorriamo il tratto di strada del pulmino».

Nessuno si sarebbe accorto del bimbo

Il piccolo si sarebbe addormentato sullo scuolabus, dopo esservi salito attorno alle 8, nel tragitto tra la fermata e l’asilo. Nessuno si sarebbe accorto del bimbo rinchiuso per 8 ore. La zia aveva raccontato sui social «Alle 16 l’assistente e l’autista hanno riportato mio nipote alla mamma dicendo che il piccolo era rimasto 8 ore nello scuolabus, hanno solo saputo dire non denunciateci, il piccolo era disidratato». In attesa delle indagini, l’accompagnatrice è stata sospesa dall’incarico.

 

Michele Marchesi lascia Caduta Libera: «Devo tornare al mio lavoro»

Michele Marchesi, concorrente di Caduta Libera, ha deciso di lasciare la trasmissione dopo 103 puntate e un montepremi da record. Durante la puntata di mercoledì 21 giugno 2023 ha annunciato di avere bisogno di ritornare al suo lavoro di neuropsichiatra.

Michele Marchesi lascia Caduta Libera

Il concorrente di Pavia ha vinto, durante la sua partecipazione al programma di Gerry Scotti, un montepremi complessivo di 656 mila euro. Una presenza da record che ha regalato al pubblico l’ultimo colpo di scena con l’annuncio del suo ritiro: «Vorrei dire che questa è stata la mia ultima puntata a Caduta libera e che questi saranno i miei ultimi dieci passi. Mi dispiace, ma ho sottratto molto tempo al mio lavoro. Adesso è giusto che torni a dedicarmi a quello. Io ho avuto una fortuna costante nella mia vita, che è quella di ricevere sempre più di quello che io abbia mai dato, di capitare sempre in mezzo a persone speciali e belle che mi hanno dato tanto e hanno avuto cura di me. Questa esperienza non ha fatto eccezione». Quindi il ringraziamento a Gerry Scotti: «Vorrei ringraziare tutte le meravigliose persone che qui si sono prese cura di me. E ovviamente te, Gerry, che sei l’anima e il cuore di questo programma. Trasmetti a chiunque emozioni pure, empatia. Poter stare qui vicino a te in questi mesi è stato un privilegio, una cosa che mi ha cambiato la vita».

Gerry Scotti (Instagram).

Le parole di Gerry Scotti 

Marchesi ha ringraziato anche chi gli ha permesso di partecipare al programma preservando comunque il suo posto di lavoro, dal primario ai suoi colleghi. Anche il conduttore ha voluto salutare il concorrente con parole di stima e affetto: «È un lavoro importante, devi tornare a farlo per te, per la tua carriera, per la tua vita. Ed è bello che tu abbia deciso spontaneamente di darci questa comunicazione. Forse speravi di perdere nei giorni scorsi e invece, essendo tu forte, non riuscivi a perdere. E quindi ci lasci con un grande saluto. Ricambiamo tutte le belle cose che ci hai detto».

Come sta Stefano Tacconi? Migliora e cammina con un supporto

Migliorano le condizioni di salute di Stefano Tacconi. L’ex portiere della nazionale e della Juventus è stato trasferito nell’ospedale Casa sollievo della sofferenza a San Giovanni Rotondo ed è lì che proseguirà la riabilitazione dopo la grave emorragia cerebrale che l’ha colpito nell’aprile del 2022. Il nuovo ricovero è avvenuto nella sera del 21 giugno e resterà nella struttura fino al settembre 2023, come spiega la famiglia dell’ex atleta. La moglie Laura ha sottolineato che «la scelta di essere qui, nell’ospedale di Padre Pio, è stata fortemente voluta da Stefano e dalla mia famiglia per il legame che ci ha sempre unito».

L'ex portiere migliora ed è tornato a camminare, mentre continua la riabilitazione dopo il malore di un anno fa
Stefano Tacconi ai funerali di Paolo Rossi, nel dicembre 2020 (Getty).

Le condizioni di Tacconi: «È migliorato molto»

Il figlio di Stefano Tacconi, Andrea, ha raccontato gli ultimi mesi del padre, che prosegue il proprio percorso verso la guarigione: «Cammina sempre con un supporto, però è migliorato molto. Ultimamente mi ha detto “me la sono vista brutta”, ha capito che è stata una cosa grave quella che ha avuto. Essere abituato ad allenarsi lo aiuta ad affrontare la riabilitazione. Anche i dottori dicono che la sua fortuna è aver sempre giocato a calcio, il suo fisico è diverso da quello degli altri pazienti. Ci vorrà del tempo, però ci sta mettendo la buona volontà come quando giocava». Poi il sogno: «Vorrei portarlo allo stadio per fare un giro di campo, così almeno saluta tutte le persone che gli sono state vicine in questo periodo».

L'ex portiere migliora ed è tornato a camminare, mentre continua la riabilitazione dopo il malore di un anno fa
L’allora allenatore della Juventus Dino Zoff e Stefano Tacconi, portiere e capitano bianconero, sollevano la Coppa Uefa appena vinta il 16 maggio 1990 (Getty).

La moglie: «Tragitto ancora lungo»

Laura, la moglie di Stefano Tacconi, parla speranzosa anche dell’effetto psicologico del luogo in cui è ricoverato adesso l’ex portiere: «Abbiamo la consapevolezza che per Stefano sia stata la decisione migliore. Il tragitto sarà ancora lungo ma essere in questo posto ci dà molta forza e molto coraggio». A oltre un anno di distanza dal 23 aprile del 2022, quando la rottura di un aneurisma portò all’emorragia cerebrale del 66enne, il peggio sembra ormai passato. Il primo trasferimento è arrivato nel marzo 2023. Ora Tacconi vede la fine del suo calvario.

Putin, il difficile equilibrio del sistema di potere russo

Vladimir Vladimirovic Putin è sempre stato un arbiter, più che un dominus. Da quando è al Cremlino, le cui molteplici torri sono anche il simbolo di un potere condiviso, VVP ha sempre dovuto bilanciare le spinte dei vari gruppi concorrenti: dagli oligarchi ai siloviki, gli uomini dell’apparato amministrativo, militare e d’intelligence, dai liberali ai battitori più o meno liberi, dagli eredi del decennio yeltsiniano degli Anni 90 ai nuovi rampanti del Terzo millennio. In questo processo di selezione delle élite guidata dall’alto, il ruolo di Putin è stato quello di mantenere un certo equilibrio che però è andato sempre più problematizzandosi accompagnato dall’involuzione autoritaria all’interno e dal peggioramento delle relazioni internazionali. Gli ultimi 10 anni, in sostanza dallo scoppio della crisi ucraina e dall’avvio della guerra nel Donbass nel 2014, il sistema si è irrigidito, ristretto e i meccanismi stabilizzatori hanno mostrato i loro limiti.

Putin, il difficile equilibrio del sistema di potere russo
Putin con Sergei Shoigu e Valery Gerasimov (Getty Images).

Il cerchio magico di Putin si è ridotto al minimo

L’avvio del conflitto su larga scala nel 2022 ha segnato la cesura definitiva, con il cerchio magico del Cremlino ridotto al minimo, l’emarginazione o i silenziamento delle componenti tecnico-liberali e l’emergere di elementi poco controllabili. Che tradotto significa: Putin si è isolato ancor più, circondato solo da un pugno di fedelissimi, come il segretario del Consiglio di sicurezza Sergei Patrushev e i capi dei servizi, Alexander Bortnikov (Fsb) e Sergei Naryshkin (Svr), a cui si aggiungono, volenti o nolenti, il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, quello della Difesa Sergei Shoigu, il generale Valery Gerasimov, i vertici dell’Amministrazione presidenziale, la macchina che muove tutto ciò che il capo di Stato vuole, guidata da Anton Vaino e Sergei Kirienko. Gli oligarchi più in vista o si sono dati alla fuga, come Oleg Tinkoff o Alexander Tchubais, o si sono allineati, come la grande maggioranza, mantenendo un basso profilo, tra vicinanza obbligata al regime e sanzioni occidentali, da Oleg Deripaska ad Alisher Usmanov. I tecnici come il premier Mikhail Mishustin e la governatrice della Banca centrale Elvira Nabiullina hanno dovuto fare buon viso a cattivo gioco e sono rimasti al loro posto; infine il partito della guerra, del quale Ramzan Kadirov e Evgeni Prigozhin sono gli elementi di spicco, si è diviso tra chi obbedisce, il leader ceceno, e chi invece semina zizzania, il capo della compagnia Wagner.

Putin, il difficile equilibrio del sistema di potere russo
Putin con il leader ceceno Ramzan Kadyrov (Getty Images).

Vertici istituzionali, da Shoigu a Gerasimov, contro l’ala radicale di Prigozhin 

In questa costellazione e con la guerra in casa che per il Cremlino e la Russia è diventata esistenziale, il Putin arbiter si è trovato a mediare soprattutto tra le correnti di maggior peso, quelle militari, e quelle più rumorose e ribelli e così lo scontro interno, amplificato dal corso del conflitto, si è cristallizzato tra i vertici istituzionali, da Shoigu a Gerasimov, e l’ala radicale, incarnata da Prigozhin. Quest’ultimo, diventato l’icona sul campo di battaglia del nazionalismo russo e anti-ucraino, ha coltivato negli ultimi 16 mesi di guerra la sua immagine di uomo forte, grazie anche al ruolo, per certi versi essenziale, giocato sul terreno dalla Wagner. Sino ad ora VVP si è mostrato relativamente equidistante: da un lato Shoigu e Gerasimov, al netto di errori e difficoltà, non sono pedine sostituibili facilmente e non si tratta solo di una questione militare, ma politica; dall’altro Prigozhin non ha risparmiato critiche nemmeno al Cremlino, in modi nemmeno velati e dai toni poco oxfordiani, rimanendo comunque un perno di quella che viene chiamata ancora a Mosca ‘operazione speciale’. Putin non può e non vuole nemmeno fare a meno degli uni e degli altri, almeno per adesso, proprio perché paradossalmente pur minando da vari punti la stabilità del sistema, ne sono in qualche modo anche le travi portanti e togliendone una verrebbe meno quel contrappeso che concede al Cremlino di decidere sugli equilibri interni. Fino quando il conflitto non avrà preso per Mosca una piega chiara sarà difficile vedere cambiamenti nei gangli decisivi, poi le cose cambieranno.

Alessandro Nasi, chi è il marito di Alena Seredova e padre del suo terzo figlio

Alessandro Nasi è il marito di Alena Seredova con cui è convolato a nozze il 17 giugno 2023. I due stanno insieme dal 2015 e hanno una bambina, Vivienne. Lui ha 49 anni ed è il top manager del gruppo Exor nonché il cugino di Lapo e Jhon Elkann.

Chi è Alessandro Nasi, marito di Alena Seredova

Alessandro Nasi è un dirigente e imprenditore italiano nato a Torino il 18 aprile 1978, ma cresciuto a New York dove ha studiato e si è formato professionalmente. È tornato in Italia per laurearsi in amministrazione aziendale e ha iniziato a lavorare come analista finanziario per alcune banche estere, ma la sua carriera imprenditoriale è iniziata nel 2005 diventando dirigente del Corporate Business Development in Fiat. Attualmente ricopre il ruolo di vicepresidente del gruppo Exor, l’holding finanziaria di proprietà delle famiglie Agnelli e Nasi. Suo padre è stato sposato con Caterina Aniceta Agnelli, figlia di Giovanni Agnelli, fondatore della Fiat. Alessandro è cugino di John e Lapo Elkann.

Alena Seredova e Alessandro Nasi (Getty Images).

La Juventus è stata galeotta

Alessandro Nasi ha conosciuto Alena Seredova nel periodo in cui la modella stava affrontando la separazione da Gigi Buffon. Sembra che i due si siano conosciuti allo stadio durante una partita della Juventus e, dopo una corte serrata, la loro relazione è stata ufficializzata nel 2015. Nel 2020 la coppia ha avuto una bambina, Vivienne, e, dopo il suo arrivo, la decisione di sposarsi. Il manager, infatti, ha fatto alla Seredova la fatidica proposta mentre si trovavano a Mykonos per siglare il loro sogno d’amore reso già unico dalla nascita della figlia. Le nozze sono state celebrate il 17 giugno 2023 a Noto, in Sicilia, con una cerimonia con pochi intimi fra amici e familiari. Tra gli ospiti presenti John Elkann, Lavinia Borromeo (che ha fatto da testimone e grazie alla quale si sono conosciuti) e il calciatore Giorgio Chiellini con la compagna.

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