La sepoltura di Soleimani a Kerman e la vendetta ordinata da Khamenei

Folla oceanica nella città natale del generale ucciso dagli americani. La Guida suprema vuole un attacco diretto agli interessi statunitensi. E il parlamento iraniano stanzia 200 milioni di euro per le Forze al-Quds.

Una folla enorme si è radunata a Kerman, cittadina dell’Iran sud-occidentale, per la sepoltura del generale Qassem Soleimani. Come lunedì a Teheran, in occasione del corteo funebre in memoria dell’ufficiale.

Le cerimonie del 7 gennaio concludono i tre giorni di lutto nazionale proclamati dalla Guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, per la morte del comandante delle Forze al-Quds. A sostegno delle quali il parlamento iraniano ha stanziato 200 milioni di euro, da destinare agli agenti operativi all’estero entro due mesi.

L’Iran ritiene che «solo l’espulsione degli americani dalla regione» potrà vendicare l’assassinio di Soleimani. Ma secondo il New York Times lo stesso Khamenei avrebbe ordinato «un attacco diretto e proporzionato» agli interessi degli Stati Uniti, che dovrà essere condotto direttamente dalle forze armate iraniane.

Nel frattempo l’Iraq ha chiesto al Consiglio di sicurezza dell’Onu di condannare formalmente il raid aereo americano, affinché «la legge della giunga» non domini le relazioni internazionali. Mentre la Germania ha annunciato il ritiro di parte delle sue truppe schierate nel Paese nell’ambito della della coalizione anti-Isis. Circa 30 soldati di stanza a Baghdad e Taji saranno «presto» trasferiti in Giordania e in Kuwait.

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