Faib, in Italia un pieno di benzina costa 11 euro più che in Europa

Nel mese di agosto 2023, i prezzi dei carburanti in Italia sono aumentati del +9,5 per cento (benzina) e +2,7 per cento (gasolio), rispetto allo stesso mese del 2022. Il Gpl è sceso del -11,5 per cento. Sono i dati forniti a Roma dalla Faib Confesercenti, associazione di categoria dei benzinai, in occasione della sua assemblea per il 60/o di fondazione, in corso mercoledì 27 settembre. Nei primi sette mesi del 2023 sono cresciuti i consumi dei carburanti sulla rete ordinaria, sia per la benzina (+431 milioni di litri rispetto allo stesso periodo del 2022), sia per gasolio e Gpl (rispettivamente +140 milioni e +21 milioni). Da gennaio a luglio si è registrata una diminuzione sull’extra rete, (-8 milioni di litri per la benzina, -374 milioni per il gasolio).

Le differenze con la media europea

Tradotto dunque, per un pieno di 50 litri di benzina gli italiani hanno pagato 11 euro in più della media europea, aggravio quasi totalmente dovuto alla componente fiscale. Ipotizzando una media di 4 pieni nel mese, i consumatori italiani hanno speso 388,2 euro, oltre 45 euro in più della media europea, di cui più di 44 euro di imposte. Da gennaio a luglio del 2023, secondo i dati Faib, il costo dei carburanti in Italia è stato superiore rispetto alla media europea di 22,4 centesimi di euro al litro per la benzina e di 18,3 centesimi al litro per il gasolio, il più alto dal 2018.

Quanto pesa il carico fiscale

Nel prezzo al consumo della benzina e del gasolio, sempre nei primi sette mesi dell’anno, nel nostro Paese la quotazione internazionale pesa per il 32 per cento per la benzina e per il 35 per cento per il gasolio (nel 2021 il peso era del 26,6 per cento e del 28 per cento). Il ricavo industriale (margine lordo della compagnia) e il ricavo lordo del gestore (pari a 3,5 centesimi di euro, l’1,9 per cento del prezzo della benzina e il 2 per cento di quello del gasolio) insieme costituiscono tra il 10 e l’11 per cento del prezzo finale. Il carico fiscale (Iva e accisa) pesa per il 57 per cento del prezzo della benzina e il 53 per cento del prezzo del gasolio (erano il 48 per cento e il 42 per cento nel 2022).