Usa, l’attore Danny Masterson condannato a 30 anni per stupro

L’attore americano Danny Masterson, star della serie tv That ’70s show, è stato condannato a 30 anni di carcere. A giugno, il tribunale di Los Angeles lo aveva ritenuto colpevole di due su tre capi di imputazione per stupro e giovedì 7 settembre il  giudice ha emesso la sentenza.

Masterson accusato da tre donne

Ad accusarlo tre donne, tutte ex aderenti alla Chiesa di Scientology, di cui Masterson era un esponente in vista: circostanza che, secondo l’accusa, l’avrebbe aiutato ad evitare ogni forma di responsabilità. Gli episodi contestati sarebbero avvenuti nella sua casa a Hollywood tra il 2001 e il 2003.

Meloni difende Giambruno: «Ragazze, gli stupratori esistono»

Durante la conferenza stampa dopo l’approvazione in Cdm del decreto Caivano, la premier Giorgia Meloni incalzata dai giornalisti ha difeso il compagno e giornalista Andrea Giambruno dopo le polemiche sulle sue parole circa gli stupri. «Ha detto in modo frettoloso e assertivo, una cosa diversa rispetto all’interpretazione data dai più. Io non leggo in quelle parole ‘se giri in minigonna ti violentano’ ma una cosa più simile a quella che mi diceva mia madre: ‘occhi aperti e testa sulle spalle’, gli stupratori esistono e non bisogna abbassare la guardia», ha detto la presidente del Consiglio. Specificando che «non è una giustificazione per stuprare la ragazze, ma per dire state attente occhi aperti. Questo ci vedo io».

 

Andrea Giambruno, giornalista, compagno di Giorgia Meloni (Imagoeconomica).

«Non deve essere attaccato perché mi vuole bene»

La presidente del Consiglio ha concluso dicendo: «Colgo l’occasione per dire che sono mesi che qualsiasi cosa Giambruno dica io sono chiamata in causa. Io voglio capire come sia il concetto di libertà di stampa perché per come la vedo io non devo essere chiamata in causa per le cose che dice un giornalista in tv, e lui non deve essere attaccato più di quanto sia normale perché mi vuole bene. Vi prego» – ha specificato – «per il futuro di non chiedermi commenti su quello che dice un giornalista in tv perché non sono io a dire a un giornalista, che esercita la sua professione, quello che deve dire. Io credo nella libertà di stampa».

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La frase incriminata di Giambruno

Andra Giambruno era finito al centro delle polemiche per una frase detta nel corso della sua trasmissione Diario del giorno: «Se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi, magari eviti anche di incorrere in determinate problematiche perché poi il lupo lo trovi». Parole che erano finita al centro del dibattito politico, con la richiesta sollevata unanimemente dell’opposizione, di un intervento di Meloni al fine di sapere cosa ne pensasse.

Scossa di terremoto a Napoli e nell’area dei Campi Flegrei: non si registrano danni

Dalle 19.45 di giovedì 7 settembre, l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha registrato uno sciame sismico nell’area dei Campi Flegrei, e anche a Napoli centro, dal Vomero a Chiaia e in altre zone della città, come Fuorigrotta, con l’evento maggiore di magnitudo 3.8.

Non si segnalano danni

La scossa, alla profondità di 1,7 chilometri, è stata avvertita dalla popolazione ma dalle prime verifiche al momento non sono stati segnalati danni, fa sapere il Dipartimento. I sensori dell’Osservatorio vesuviano hanno registrato forti scosse dalle postazioni della Solfatara. In seguito all’evento, la sala situazione Italia del dipartimento della Protezione civile si è messa in contatto con le strutture locali del servizio nazionale della protezione civile.

Criminalità minorile: il governo approva il decreto Caivano

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto contenente le misure contro la criminalità giovanile. Sarà più facile per i minori finire in carcere: nel dl approvato si abbassa da 9 a 6 anni la soglia della pena che consente di applicare la misura della custodia cautelare. Nel testo non c’è invece l’abbassamento dell’età per l’imputabilità. Non ci sarebbe neanche la stretta sull’accesso dei minori ai siti porno. Secondo quanto riportato dall’Ansa la norma voluta dalla ministra Roccella non sarebbe entrata nel provvedimento. Il decreto legge Caivano, ha detto il sottosegretario Alfredo Mantovano, «prende spunto dalla presenza della premier Giorgia Meloni e di altri ministri una settimana fa in quel luogo dopo il terribile episodio di cronaca che ha sconvolto l’Italia ed intende individuare un modello d’intervento che varrà nell’immediato per Caivano e poi, ricorrendone le condizioni, per altre aree degradate del Paese».

L’avviso orale e il daspo urbano

Tra le misure, l’avviso orale, cioè una convocazione del minore che avrebbe commesso un reato, da parte del questore, che «può essere rivolto anche ai soggetti minori di diciotto anni che hanno compiuto il quattordicesimo anno di età». Previsto l’aumento delle pene per i minori trovati in possesso di armi o stupefacenti. Confermato il daspo urbano, o dacur, che verrà esteso ai minori sopra i 14 anni e consisterà, come spiegato dal ministro Piantedosi, «nell’allontanamento da alcune zone della città per chi è responsabile di comportamenti che aggravano il disordine urbano. Sarà valido anche per minorenni ultra 14enni».

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Nordio: «Rafforzata la sanzione per i genitori»

Il ministro della Giustizia Nordio ha dichiarato che «siamo intervenuti nei confronti dei genitori e di chi esercita la potestà. Perché la fonte della delinquenza risiede molto spesso nella scarsità di senso civico delle famiglie». Nel testo «viene rafforzata la sanzione nei confronti dei genitori che abbandonano i figli e non li fanno andare a scuola. Prima questo reato di dispersione assoluta era punito con una sanzione platonica, noi l’abbiamo elevato al rango di delitto, con la pena della reclusione fino a 2 anni. Crediamo che così venga direttamente aiutato il minore».

Lo Stato ha deciso di «metterci la faccia»

«Penso che il lavoro che abbiamo portato oggi in Cdm sia fatto di norme importanti su alcune materie in cui in passato lo Stato ha preferito di occuparsi di altro, ha dato il segnale che su alcune questioni era meglio non entrare e metterci la faccia perché pericoloso. Io penso che quello di oggi è un segno di uno Stato che decide di mettere la faccia in materie complesse e difficili da risolvere» così ha commentato la premier Giorgia Meloni. «Il lavoro» per riqualificare Caivano «durerà qualche anno con una presenza cadenzata del governo, ho detto ai ministri che ognuno di loro deve andare per portare i propri mattoni. Inviamo un commissario che possa parlare con tutti gli attori e insieme facciano un lavoro che durerà molto tempo» ha poi affermato aggiungendo che le norme approvate «sono frutto di una interlocuzione avviata con la visita a Caivano». Il commissario per la riqualificazione del comune di Caivano sarà Fabio Ciciliano, medico in servizio presso il Dipartimento di Pubblica sicurezza.

Giancarlo Ratti: età, biografia e carriera dell’attore

Giancarlo Ratti è nato a Rovereto il 9 agosto 1957. Lavora dividendosi tra teatro, cinema e televisione.

Giancarlo Ratti: biografia e carriera

Mentre studiava al liceo, Ratti ha iniziato a frequentare il teatro comunale diventando allievo di Ernesto Calindri e diplomandosi poi all’Accademia dei Filodrammatici di Milano. A partire dalla fine degli Anni 90 ha partecipato a vari programmi radiofonici e contemporaneamente ha iniziato a lavorare in televisione, in film e serie tv come: Cristina, l’Europa siamo noi (1991), Vivere (2002), Distretto di Polizia 3, regia di Monica Vullo (2002), Il mammo (2004), Un posto al sole (2013), I Cesaroni (2008-2014), 1993, regia di Giuseppe Gagliardi (2017), La mossa del cavallo – C’era una volta Vigata, regia di Gianluca Maria Tavarelli (2018), Rita Levi Montalcini, regia di Alberto Negrin (2020) e Un passo dal cielo 6 – I Guardiani (2021).

Al cinema invece, Ratti ha recitato in film come Andiamo a quel paese, regia di Ficarra e Picone (2014), A Napoli non piove mai, regia di Sergio Assisi (2015), Sono tornato, regia di Luca Miniero (2018), Volevo nascondermi, regia di Giorgio Diritti (2020) e D.N.A. – Decisamente non adatti, regia di Lillo & Greg (2020). Nella stagione televisiva 2009-2010 Ratti ha affiancato Neri Marcorè e Piero Dorfles nella conduzione della trasmissione televisiva Per un pugno di libri.

Giancarlo Ratti, tra carriera e vita privata
Giancarlo Ratti (Facebook).

Giancarlo Ratti: la vita privata

L’attore è una persona molto riservata, per questo non si sa molto sulla sua vita sentimentale e se abbia dei figli.

Claudio Santamaria: età, biografia e carriera dell’attore

Claudio Santamaria è nato a Roma il 22 luglio 1944 ed è un attore e doppiatore italiano. Santamaria ha vinto nel 2016 un David di Donatello come miglior attore protagonista per il film Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti.

Claudio Santamaria: biografia e carriera

L’attore ha esordito mentre era al liceo nel doppiaggio, diplomandosi al liceo artistico, dopodiché si è iscritto al corso triennale di recitazione, tenuto in teatro da Beatrice Bracco. Il suo debutto sul palcoscenico è arrivato con La nostra città, diretto da Stefano Molinari. Nel 1997 Santamaria ha debuttato al cinema con Fuochi d’artificio di Leonardo Pieraccioni, seguito da: L’assedio, regia di Bernardo Bertolucci (1998), Ecco fatto, regia di Gabriele Muccino (1998), L’ultimo bacio, regia di Gabriele Muccino (2001).

Nella sua carriera l’attore ha alternato film che spaziano dalla commedia al drammatico e al thriller, dove sempre più spesso ha ricoperto ruoli da protagonista, tra cui Passato prossimo di Maria Sole Tognazzi, per cui ha ricevuto una candidatura ai Nastri d’argento. Dopo il successo con Ma quando arrivano le ragazze? di Pupi Avati, Santamaria è diventato con Romanzo criminale di Michele Placido.

Nel 2006 l’attore ha preso parte con un piccolo ruolo a Casino Royale, 21º film della serie su James Bond. Dopodiché ha lavorato per la fiction tv Rino Gaetano – Ma il cielo è sempre più blu, prodotta da Claudia Mori e alla fine di febbraio 2008 Santamaria è stato il protagonista del film Fine pena mai accanto a Valentina Cervi. Tra gli altri film in cui l’attore ha recitato ci sono: Gli sfiorati, regia di Matteo Rovere (2011), I primi della lista, regia di Roan Johnson (2011), Diaz – Don’t Clean Up This Blood, regia di Daniele Vicari (2012), Rimetti a noi i nostri debiti, regia di Antonio Morabito (2018), Freaks Out, regia di Gabriele Mainetti (2021) e il recente Educazione fisica, regia di Stefano Cipani (2022).

In televisione Santamaria ha interpretato alcuni ruoli importanti in fiction come: Il sequestro Soffiantini, regia di Riccardo Milani (2001), Le cose che restano, regia di Gianluca Maria Tavarelli (2010), Non è mai troppo tardi, regia di Giacomo Campiotti (2014), Christian, regia di Stefano Lodovichi (2022-in corso) e L’Ora – Inchiostro contro piombo, regia di Piero Messina, Ciro D’Emilio, Stefano Lorenzi (2022).

Claudio Santamaria, tra la carriera e la vita privata
Francesca Barra e Claudio Santamaria a un evento nel 2023 (Getty Images).

Claudio Santamaria: la vita privata

Per alcuni anni, fino al 2011, l’attore ha avuto una relazione con Delfina Delettrez Fendi, designer di gioielli ed erede del marchio Fendi, con la quale ha avuto una figlia, Emma. Nel 2017 Claudio Santamaria ha poi iniziato una relazione con la giornalista Francesca Barra, con la quale si è sposato nel novembre dello stesso anno a Las Vegas, negli Stati Uniti e poi il 21 luglio 2018 a Policoro (in provincia di Matera). La coppia ha una figlia, Atena, nata a febbraio 2022.

Paola Lavini: età, biografia e carriera dell’attrice

Paola Lavini è nata a Modena il 12 novembre 1979 ed è un’attrice. Oltre ad aver interpretato numerosi ruoli in commedie e film drammatici, Lavini ha collaborato anche con il maestro Vince Tempera come cantante.

Paola Lavini: biografia e carriera

L’attrice ha studiato presso l’Accademia d’arte drammatica della Calabria, prendendo poi parte a numerosi spettacoli teatrali, diretta da Massimo Romeo Piparo, Gigi Proietti, Enzo Iacchetti e Michele Guardì. Ha iniziato la sua carriera in televisione prendendo parte alla fiction di successo Un medico in famiglia, seguita dalla partecipazione a Carabinieri 6 (2006).

Sul grande schermo Lavini ha recitato in diversi film, tra i quali: Il regista di matrimoni, regia di Marco Bellocchio (2006), Scusa ma ti chiamo amore, regia di Federico Moccia (2008), Sanguepazzo, regia di Marco Tullio Giordana (2008), Corpo celeste, regia di Alice Rohrwacher (2010), Anime nere, regia di Francesco Munzi (2014), Rimetti a noi i nostri debiti, regia di Antonio Morabito (2018), Volevo nascondermi, regia di Giorgio Diritti (2020) e il recente La California, regia di Cinzia Bomoll (2022).

Tra le fiction per la televisione in cui l’attrice ha interpretato diversi ruoli ci sono: Boris (2010), Solo per amore (2015), Provaci ancora prof! (2015), Non uccidere (2016) e Il miracolo (2018), un progetto di Niccolò Ammaniti. Nel 2022 invece, ha preso parte a un film tunisino, L’isola del perdono, per la regia di Ridha Behi nel quale lavora insieme a Claudia Cardinale.

Paola Lavini, tra la carriera e la vita privata
Paola Lavini al Festival del Cinema di Roma nel 2022 (Getty Images).

Paola Lavini: la vita privata

L’attrice è una persona molto riservata, non si sa infatti nulla della sua vita privata.

Intesa Sanpaolo prima in Europa per le relazioni con investitori e analisti e per gli aspetti Esg

Intesa Sanpaolo si conferma prima in Europa per le relazioni con gli investitori istituzionali e gli analisti finanziari e per gli aspetti ESG, secondo la classifica 2023 stilata dalla società di ricerca specializzata Institutional Investor. Nell’ambito del settore bancario europeo, Carlo Messina – Consigliere Delegato e Ceo del Gruppo – è il miglior Chief Executive Officer per il sesto anno dall’introduzione, otto anni fa, della classifica che tiene conto sia del voto degli investitori istituzionali che degli analisti finanziari. Il Consiglio di amministrazione di Intesa Sanpaolo si è classificato al primo posto, per il secondo anno, tra quelli delle banche europee nella relativa graduatoria, introdotta per la prima volta l’anno scorso. Stefano Del Punta è risultato miglior Chief Financial Officer per il settimo anno; il team di Investor Relations, guidato da Marco Delfrate e Andrea Tamagnini, è risultato il migliore per il sesto anno; Marco Delfrate è primo nella classifica dedicata agli Investor Relations Professionals per il sesto anno; Intesa Sanpaolo si è classificata al primo posto per gli aspetti ESG nelle banche europee per il quarto anno.

Il Ceo Messina: «È motivo di grande orgoglio, per tutta Intesa Sanpaolo, ricevere per molti anni consecutivi riconoscimenti così importanti, che ci vedono ancora una volta ai vertici in Europa»

I riconoscimenti assegnati da Institutional Investor – che si basano sui risultati di un ampio sondaggio condotto tra oltre 1.600 investitori istituzionali e analisti finanziari – testimoniano il forte apprezzamento della comunità internazionale per una eccellenza italiana con una vocazione internazionale e una grande attenzione alla sostenibilità, riconoscendo nel contempo la qualità del Ceo e del management team, da tempo al vertice europeo nelle preferenze degli investitori e degli analisti finanziari. Institutional Investor è un fornitore di ricerca indipendente, con una elevata reputazione presso investitori istituzionali ed analisti finanziari, che opera sul mercato da oltre 50 anni. «È motivo di grande orgoglio, per tutta Intesa Sanpaolo, ricevere per molti anni consecutivi riconoscimenti così importanti, che ci vedono ancora una volta ai vertici in Europa», ha commentato Carlo Messina. «L’apprezzamento di investitori e analisti è la conferma della capacità della Banca di ottenere risultati significativi e sostenibili, della visione nel realizzare progetti industriali innovativi – capaci di generare un solido valore nel tempo – e della nostra marcata sensibilità verso le tematiche ESG. Tutto ciò grazie a una chiara strategia, a un management team preparato e coeso e, soprattutto, all’impegno delle nostre 100 mila persone, cui va il mio personale ringraziamento. La trasparenza e la comunicazione finanziaria responsabile, ne siamo convinti, rappresentano parte essenziale nel confronto continuo con tutti i nostri stakeholder».

Per il Pd di Schlein i veri nemici alle Europee sono i (presunti) alleati

«Dagli amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io» è il motto perfetto per la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, alle prese con la prospettiva delle Europee 2024. Il problema, infatti, non arriva tanto dal centrodestra, in primis Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, ma dalla spietata concorrenza dei potenziali alleati, che si contendono grossomodo lo stesso elettorato dei dem. Dai rossoverdi ad Azione di Carlo Calenda, i futuribili junior partner della coalizione di centrosinistra vogliono conquistare spazi di visibilità. Il sistema proporzionale e le preferenze favoriscono la battaglia identitaria, così ognuno guarda al proprio orto, cercando magari di rubarne un po’ ai “vicini”. Paradossalmente la maggioranza di centrodestra, grazie alle divisioni interne (la Lega ha subito stoppato l’operazione), ha fatto un bel favore alla leader del Pd, spazzando via l’ipotesi di abbassare lo sbarramento della legge elettorale dal 4 al 3 per cento. Sarebbe stato il via libera alla proliferazione di liste. Un bel guaio per Largo del Nazareno.

Bonelli intensifica il dialogo con gli ambientalisti

Ma il mantenimento della soglia produce un altro effetto: rende ancora più aggressiva l’Alleanza verdi-sinistra (Avs), considerata interlocutrice naturale del Pd di Schlein. I rossoverdi, dopo il buon risultato alle politiche del 2022, puntano a un’ulteriore crescita per tornare anche nell’Europarlamento. I sondaggi sono incoraggianti, il 4 per cento non è molto lontano. Inevitabile la collisione con il Pd sui temi cruciali: Europa Verde di Angelo Bonelli spinge sulle politiche per il clima, cercando il dialogo con i movimenti ambientalisti, a cominciare dai Fridays for Future. Un territorio su cui il “Sole che ride” si muove a suo agio, creando appunto qualche grattacapo a Largo del Nazareno, che pure con il nuovo corso punta a intercettare il voto green.

Per il Pd di Schlein i veri nemici alle Europee sono i (presunti) alleati
Angelo Bonelli ed Elly Schlein (Imagoeconomica).

Fratoianni punta sui diritti dei lavoratori e sulla patrimoniale

Sul fronte progressista c’è poi Nicola Fratoianni, l’altro pezzo di Avs, che martella incessantemente sulla tutela e l’ampliamento dei diritti dei lavoratori e spingendo a tutta sulla battaglia di una politica economica a difesa dei ceti più poveri. La patrimoniale è la stella polare: un messaggio attraente per gli elettori più a sinistra che pure sono tentati dalla leadership di Schlein. E per completare l’opera, i rossoverdi vogliono costruire delle liste competitive. Al Sud si parla del ritorno in campo dell’ex presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, al Centro invece si prospetta l’arrivo di Massimiliano Smeriglio, a lungo braccio destro di Nicola Zingaretti nella Regione Lazio. Alle Europee potrebbe trovarsi in liste diverse. Al Nord, invece, si era vociferato di una candidatura di Pippo Civati, ma al momento resta più una suggestione che un’opzione reale: non sono in corso interlocuzioni per un discorso organico e quindi per un posto in lista dell’ex segretario di Possibile.

Per il Pd di Schlein i veri nemici alle Europee sono i (presunti) alleati
Elly Schlein con Nicola Fratoianni (Imagoeconomica).

Conte rivendica il Rdc e mette la bandierina sul salario minimo

E non solo i rossoverdi sono determinati a insidiare il Pd su più fronti. Il Movimento 5 stelle di Giuseppe Conte è un altro “acerrimo alleato” dei dem: l’ex premier accarezza ancora il sogno di realizzare il sorpasso e diventare il punto di riferimento della galassia progressista. La contrarietà alla guerra russo-ucraina è il tema in agenda più divisivo su cui ordinerà ai suoi fedelissimi di spingere al massimo, puntando il dito contro le ambiguità dem sulla richiesta di pace. «Sulla guerra non ci siamo, non vedo svolte», ha ripetuto in varie occasioni il presidente del Movimento.

Per il Pd di Schlein i veri nemici alle Europee sono i (presunti) alleati
Elly Schlein e Giuseppe Conte (Imagoeconomica).

La competizione non manca nemmeno sulle battaglie comuni. Conte rivendica l’impegno sul Reddito di cittadinanza, che fu introdotto dal suo primo governo sotto la spinta dell’allora leader pentastellato Luigi Di Maio. E l’avvocato di Volturara Appula punta a marcare il territorio pure sul salario minimo, trasformatosi in elemento aggregante per le opposizioni in parlamento, ma che per i cinque stelle resta una bandiera della prima ora, così come l’elogio del Superbonus.

Calenda cerca di soffiare ai dem l’elettorato moderato

Altra spina nel fianco di Schlein è Carlo Calenda che, seppur orfano dell’alleanza con Matteo Renzi, un giorno sì e l’altro pure non perde occasione per attaccare la segretaria. «Parla come una rappresentante d’istituto del liceo», ha detto in una delle dichiarazioni più ostili nei suoi confronti. E ancora: «Sul nucleare il centrodestra è più vicino alla nostra posizione rispetto alla Schlein». Una presa di distanze continua che ha un obiettivo ben preciso: corteggiare gli elettori moderati del Pd, che provengono dalla tradizione della Margherita e che vivono con fastidio lo spostamento della linea a sinistra.

Per il Pd di Schlein i veri nemici alle Europee sono i (presunti) alleati
Carlo Calenda e, dietro di lui, un’immagine di Elly Schlein (Imagoeconomica).

Magi di +Europa spinge forte sui diritti civili

A chiudere l’accerchiamento del fuoco amico su Largo del Nazareno c’è +Europa, che continua a presidiare con costanza i temi dei diritti civili. Appena qualche settimana fa, il segretario Riccardo Magi ha cercato di spingere i dem a sposare la battaglia sulla maternità surrogata. Senza che sia stato effettivamente seguito. «I dem tirano fuori scuse e pretesti, la verità è che hanno una maggioranza conservatrice», commentò Magi, aggiungendo: «Manca coraggio politico, su questi temi i sedicenti partiti progressisti non decidono». Benvenuti nel “tutti contro tutti” della campagna elettorale per le Europee.

Gianni Fantoni: età, biografia e carriera dell’attore

Gianni Fantoni è nato a Ferrara il 20 giugno 1967 ed è un attore, un conduttore televisivo, radiofonico e imitatore. Fantoni continua a dividere la sua carriera tra teatro, cinema e televisione.

Gianni Fantoni: biografia e carriera

L’attore ha iniziato a fare i suoi primi spettacoli di cabaret già a 15 anni, in giro per le Feste dell’Unità della provincia ferrarese, proponendo imitazioni vocali e cantate, intervallandole con battute ispirandosi a Enzo Jannacci, Cochi e Renato e Renzo Arbore. Nel 1990 Fantoni è apparso nel programma Stasera mi butto imitando Paolo Villaggio, finendo poi al Maurizio Costanzo Show nel 1991. A dargli poi la grande popolarità è stata la trasmissione Tigì delle Vacanze, una striscia serale di Canale 5 condotta dal trio comico napoletano I Trettré,

Piacendo molto ad Antonio Ricci, Fantoni è approdato poi a Striscia la notizia in coppia con Claudio Bisio nel 1992. Nell’estate di quell’anno ha poi condotto con Moana Pozzi lo show in seconda serata Magico David. Nel 1994 il comico ha poi partecipato ad Avanti un altro, il varietà del sabato sera, imitando Zucchero anche in programmi come Ciro e Super Ciro per Italia Uno nel 1999 e nel 2004. Fantoni è ritornato a calcare il palcoscenico di Zelig nel 2010.

Oltre alla carriera in televisione, l’attore ha recitato in diversi film famosi, come: Fantozzi 2000 – La clonazione, regia di Domenico Saverni (1999), Ma quando arrivano le ragazze?, regia di Pupi Avati (2005), Gli amici del bar Margherita, regia di Pupi Avati (2009), Box Office 3D – Il film dei film, regia di Ezio Greggio (2011), Volevo nascondermi, regia di Giorgio Diritti (2020) e tra i più recenti Tramite amicizia, regia di Alessandro Siani (2023). Fantoni ha ottenuto notevoli consensi anche in radio. Sono state oltre 200 le puntate da lui condotte e scritte de I Fantoni Animati tra il 2001 e il 2003 per Radio Due e poi ha proseguito nell’estate del 2007 inaugurando, sempre per Radio Due, il programma intitolato A piedi nudi.

Gianni Fantoni, tra carriera e vita privata
Gianni Fantoni (Facebook).

Gianni Fantoni: la vita privata

L’attore è sposato dal 2015 con Margherita Ascolano, conosciuta perché sua fan presente ad uno spettacolo di Fantoni. I due non hanno figli.

Tutte contro lui stasera sul Nove: trama, cast e curiosità

Stasera 7 settembre 2023 andrà in onda sul canale Nove il film Tutte contro lui alle ore 21.25. Il regista è Nick Cassavetes mentre la sceneggiatura è stata scritta da Melissa Stack. Nel cast ci sono Cameron Diaz, Nikolaj Coster-Waldau, Leslie Mann, Kate Upton e Taylor Kinney.

Tutte contro lui è il film che andrà stasera in onda sul Nove ecco tutto quello che c'è da sapere, trama, cast e curiosità.
Una scena del film (Twitter).

Tutte contro lui, trama e cast del film stasera 7 settembre 2023 sul Nove

La trama racconta la storia di Carly Whitten (Cameron Diaz), una donna che svolge la professione di avvocato nella città di New York. Carly ha delle regole rigide e meticolose quando si parla di relazioni con uomini e non intende infrangerle. Tuttavia, un giorno incontra Mark King (Nikolaj Coster-Waldau) un uomo che la coglie di sorpresa e la sorprende. Di conseguenza, Carly abbassa la guardia e si lascia andare alla passione con Mark. In seguito, Carly decide di fare una sorpresa all’uomo presentandosi improvvisamente alla sua casa di campagna e lì scopre un’amara sorpresa: Mark in realtà è sposato con una donna, una casalinga di nome Kate (Leslie Mann), che ha tradito con lei.

Nonostante quest’incontro, Carly e Kate non diventano rivali ma scoprono di avere molte cose in comune: così decidono di allearsi contro il loro nemico comune, il diabolico Mark che prima le ha sedotte e poi le ha deluse. Dopo poco, le donne scoprono che in realtà Mark ha anche un’altra amante, Amber (Kate Upton). Anche quest’ultima si unisce alle due donne e si forma così un trio che ha come obiettivo quello di rovinare la vita di Mark. Nasceranno diverse situazioni complicate ma alla fine le tre donne riusciranno ad avere la loro vendetta.

Tutte contro lui, 5 curiosità del film stasera 7 settembre 2023 sul Nove

Tutte contro lui, un infortunio per Cameron Diaz in una scena

Durante una scena, il personaggio di Cameron Diaz insegue quello interpretato da Kate Upton. Ebbene, per girare questa scena la Diaz si fece male, infatti inciampò durante la corsa e si infortunò lievemente.

Tutte contro lui, una petizione per cambiare la classificazione del film 

Inizialmente, il film venne classificato come vietato ai minori per l’uso della parola «vagina» al suo interno. Tuttavia, dopo una petizione la classificazione venne cambiata e gli addetti al montaggio non dovettero operare alcun taglio al film.

Tutte contro lui, un’attrice che ha stregato il regista

Il ruolo di Lydia doveva essere affidato inizialmente a un’attrice di origini ebree. Tuttavia, il regista Nick Cassavetes dopo aver visto la cantante Nicki Minaj prendere parte allo show American Idol rimase stregato dalla sua performance e decise di ingaggiarla affidandogli il ruolo di Lydia.

Tutte contro lui è il film che andrà stasera in onda sul Nove ecco tutto quello che c'è da sapere, trama, cast e curiosità.
Le protagoniste del film (Twitter).

Tutte contro lui, le mosse di un’attrice riprese da un famoso videoclip

In una scena, le tre protagonisti femminili decidono di ballare insieme. In particolare, Kate Upton si esibisce in alcune mosse di ballo molto particolari: non sono improvvisate ma sono le stesse del suo video virale Kate Upton: Cat Daddy che ha conquistato la popolarità nel 2012.

Tutte contro lui, un grande successo al botteghino

La pellicola è stata realizzata con un budget importante di circa 40 milioni di dollari. Comunque, ha avuto un grande successo al botteghino, visto che ha ottenuto in totale circa 190 milioni di dollari.

Israele ha firmato un accordo cinematografico con la Russia

Con una mossa a sorpresa, Israele ha confermato di aver stretto un accordo con la Russia per realizzare film assieme. L’ambasciatore israeliano e il ministro della Cultura di Mosca Olga Lyubimova hanno annunciato il 6 settembre la nascita di una partnership per «operare insieme e condividere gli archivi cinematografici». L’accordo, come ha riportato il Jerusalem Post, è giunto dopo 15 anni di trattative, intavolate per la prima volta da Israele. «Non vediamo l’ora di vedere i loro registi nei programmi dei nostri festival», ha spiegato Lyubimova. «Saranno protagonisti anche dei dibattiti pubblici e delle nostre sale». In parallelo, i due Paesi hanno annunciato un programma per estendere la capacità di distribuzione delle produzioni in tutto il mondo. «Siamo interessati a condividere più esperienze», ha precisato poi l’ambasciatore israeliano Alexander Ben Zvi. «Sono certo che il pubblico russo saprà apprezzarle».

La risposta degli attori di Israele: «Abbiamo perso la testa?»

La nuova partnership fra Russia e Israele giunge in netta controtendenza con il resto del mondo. Come ha infatti riportato Deadline, dallo scoppio della guerra in Ucraina, decine di produttori americani ed europei hanno abbandonato il mercato russo e smesso di realizzare lungometraggi sul territorio di Mosca. Discorso simile anche per i distributori internazionali, che non hanno venduto e nemmeno acquistato prodotti che provenissero dalla Russia, bandendo anche i suoi delegati dai maggiori festival internazionali. In Israele, intanto, l’accordo non ha trovato il favore degli attori. Polemica la replica dell’attrice Anna Zharova, Ceo e fondatrice della compagnia internazionale Israeli Ukranian Alliance. «Siamo nel bel mezzo di una guerra su larga scala, dove un Paese terrorista con regime dittatoriale ha invaso uno Stato indipendente», ha scritto su Facebook. «I nostri ministeri di Cultura e Affari Esteri hanno perso la testa?».

L'obiettivo è realizzare film insieme ed estendere la distribuzione. L'ira di attori e registi di Israele: «Non condivideremo mai nulla».
Il ministro della Cultura russo Olga Lyubimova (Getty Images).

Online anche una lettera aperta, firmata da decine di scrittori e registi israeliani che hanno condannato l’accordo. «Consideriamo una vergogna quanto firmato oggi dall’ambasciatore di Israele e dal ministro della Cultura russo», si legge nel comunicato ufficiale su Facebook. «Non ha validità morale ed sarà inutile, poiché noi non vogliamo condividere nulla con l’industria cinematografica russa». Prendendo le distanze dal regime dittatoriale di Vladimir Putin, hanno poi mostrato «solidarietà al popolo ucraino, vittima di un brutale attacco, e agli autori russi indipendenti».