Con Ragazza sola Annalisa chiude in bellezza una fortunata trilogia

Annalisa ci prova di nuovo. O meglio, ci prova per la prima volta. Prova, cioè, a dimostrare di essere davvero lei la regina del pop italiano, sfornando, a un anno quasi esatto dall’uscita di quella Bellissima che ha cambiato in qualche modo il corso della sua vita artistica, Ragazza sola, che proprio con Bellissima e la più che fortunata Mon Amour va a costruire una trilogia degna di Guerre Stellari (il che potrebbe anche suonare come un augurio, vai di prequel e sequel).

La faticosa ricerca di una identità

Facciamo il classico passo indietro, così da avere modo di guardare il quadro nella sua interezza. Annalisa arriva alla musica, a quella professionistica, attraverso il talent di Maria De Filippi, Amici, nell’anno del Signore 2011. Ci arriva convincendo tutti, certo, ma non portando a casa la vittoria finale, fatto che in qualche modo diventerà parte integrante del suo personaggio. A vincere, in quella edizione, fu Virginio, altro talento che oggi firma parte dei successi di Laura Pausini. Ma sarà lei quella destinata a farsi largo nel mondo del pop. Dotata di una voce molto bella, a livello di timbro e pasta, e anche assai educata, Annalisa entrerà nello show business vestendo i passi dell’interprete abbastanza tradizionale, seppur la sua prima hit Diamante lei e luce lui sia nei fatti un pop leggero, adatto alla sua età. Complice la sua voce potente e una bellezza elegante, Annalisa è una interprete che potrebbe serenamente iscriversi nel novero dei nomi importanti che tra gli Anni 60 e i 70 hanno animato la scena musicale. La sua versione di Mi sei scoppiato dentro il cuore di Mina dava indicazioni piuttosto precise a riguardo. Poi il quadro si fa confuso, come una serie di macchie a colori alla Pollock, e del resto questa non è una biografia. La nostra comincia a lavorare inseguendo una identità che sembra sia faticosa da trovare. Partecipa più volte al Festival di Sanremo, tira fuori album e singoli, si affaccia anche al mondo della televisione, mettendo a frutto quella laurea in Fisica, pegno pagato alla famiglia che la voleva comunque laureata prima di intraprendere la carriera da cantante.

Con Ragazza sola Annalisa chiude in bellezza una fortunata trilogia
Annalisa (dal profilo Fb).

Un’artista poliedrica e sempre sul pezzo ma non sempre dotata di riconoscibilità

Ecco, la laurea in Fisica. Annalisa, ligure, carattere introverso, anche abbastanza ostentato nei primi anni della sua carriera –  intervistarla significava fare i conti con una artista di buone maniere ma non semplicissima da far aprire – per anni è stata raccontata come la ragazza caparbia, che prima di iniziare a cantare per un grande pubblico, Amici, Ariston, la radio, ha portato a casa una laurea anche difficile, complicata. Come se mancassero altri elementi per poterla raccontare meglio. Certo, il pop che negli anni ha sfornato, si trattasse di ballad, quali L’ultimo addio, Il diluvio universale, Il mondo prima di te, mid tempo, quali Senza riserva o Bye Bye, o mossi, quali Scintille, in odor di swing, Splende, Se avessi un cuore, Direzione la vita – cito alcune canzoni tra le tante pubblicate, comprese quelle in collaborazione con altri come Tutto per una ragione, con Benji e Fede, Vento sulla luna con Rkomi –  ci hanno mostrato una artista sempre molto sul pezzo, perfettamente in grado di vestire sfumature anche differenti tra loro, una poliedricità davvero rara in casa nostra, ma anche difficile da restare impigliata nella rete della riconoscibilità. Fatta eccezione per una voce importante, infatti, l’aver cercato come una rabdomante la giusta direzione, ha portato negli anni Annalisa a sperimentare davvero tanto, finendo, a tratti, per spiazzare l’ascoltatore attento, e lo dice che da sempre indica in lei un talento assoluto, unico nel nostro panorama.

La svolta con Avocado Toast fino a Bellissima, tormentone tardivo 

La svolta, questa la opinione insindacabile dell’autore, avviene con Avocado Toast, nel giugno 2019, canzone spiazzante per quel giocare con suoni e strutture solo in apparenza lontane da una vocalità così forte e impostata. Un brano che ci mostrava una Annalisa decisamente inedita, Annalisa che poi sarebbe esplosa prendendosi finalmente la scena solo più recentemente, con una hit divenuta incredibilmente tormentone estivo pur essendo uscita in settembre, quella Bellissima che l’ha imposta come una nostrana popstar assoluta, anche molto più in sintonia, siamo sempre nei pressi dell’insindacabilità delle opinioni dell’autore, con il proprio fisico, a sua volta importante, spesso tenuto sotto chiave in un cassetto. Bellissima, canzone che si è imposta nell’immaginario comune anche grazie a una certa autoironia della nostra, a fare balletti su TikTok, arriva dopo una hit estiva vera, nel senso di uscita nell’estate, come Tropicana dei Boomdabash, canzone che, come buona parte dei brani tirati fuori dalla cricca salentina, indurrebbe chiunque si occupi di critica musicale a infilarsi un ferro da lana nelle orecchie, sperando in un po’ di sollievo, non certo per l’apporto di Annalisa al brano, quanto piuttosto per questa modalità tamarra che i Boomdabash sono capaci di spalmare su qualsiasi cosa producano con una naturalezza che lascia di stucco. Ecco, riuscire a sopravvivere a Tropicana, andando a tirare fuori una mina come Bellissima, canzone che ha allungato l’estate fino all’inverno inoltrato, è stato un miracolo che ci ha regalato una Annalisa ironica, sensuale e decisamente a fuoco. Una donna che interpreta il pop con serietà, e quindi con leggerezza – il pop è leggerezza – molto più giovane, in apparenza, di quanto non fosse 11 anni prima, ai tempi del suo esordio a Amici.

Mon Amour, la costruzione della hit perfetta

Chiaramente, Bellissima è stata un fenomeno a suo modo unico, canzone che entra di colpo nelle teste intorpidite degli italiani, tornati a scuole e al lavoro dopo l’estate, andando in qualche modo a ribaltare un modus ormai cristallizzato da tempo. Pensare di replicare la faccenda nei tempi canonicamente giusti era impresa impossibile, o quasi. Invece ecco che Annalisa, sempre con la medesima squadra, tira fuori Mon Amour, brano che non solo spopola ancora più di Bellissima, ma addirittura ci regala lo slogan memabile, al pari di «Questa non è Ibiza» dei The Kolors, che con lei si sono divisi la torta della tormentonabilità dell’estate 2023, quel «Ho visto lei che bacia lui, che bacia lei che bacia me» che, in assenza di virgole, ha mandato in confusione un po’ tutti gli appassionati di gossip. Un brano perfetto, per struttura, orecchiabilità, leggerezza e sempre con la sua voce che, come quella della Virna Lisi di un tempo, potrebbe davvero cantare anche l’elenco del telefono. Certo, tanto per non farsi mancare niente, a sfidare Mon Amour in questa anomala estate a base di tornadi e picchi di caldo, è stato Disco Paradise, classico brano alla Fedez, classico sul trend Mille e La dolce vita, un mix di brani già sentiti, product placement per l’Algida e chi più ne ha più ne metta che vede proprio Annalisa intonare il ritornello al fianco del signor Ferragni e di J-Ax degli Articolo 31. Intendiamoci, Mon Amour è tutt’altra cosa, non c’è proprio partita. Il caschetto, in realtà una parrucca, che la nostra ha esibito nel lanciarlo, così come lo stacco di gambe generosamente offerto (si può dire oggi stacco di gambe senza finire nella gogna del politicamente corretto?) a supporto di una canzone pop perfetta.

Con Ragazza sola arrivano echi di quel passato che era un suo riferimento a inizio carriera

Ora è il turno di Ragazza sola, terza parte di tre, lei di colpo bionda, ultima tappa di avvicinamento all’atteso album, ottavo in carriera, E poi siamo finiti nel vortice, atteso per il 29 settembre, e alla sua prima data al Forum di Assago, per la quale toccherà invece aspettare il 4 novembre. Molti la danno per certa anche al Festival di Sanremo edizione 2024, quinto di cinque firmato Amadeus. Se così sarà, tanto per rimanere in tema kermesse canora, non si può che citare il famoso slogan portato in riviera da Piero Chiambretti, «comunque vada sarà un successo». Ragazza sola è una ballad che come succede oggi con le ballad è anche qualcosa d’altro. Dovessi allestire un paragone mi verrebbe in mente Vampire di Olivia Rodrigo, e attenzione, è un paragone di quelli su cui chiunque ambisca a essere una popstar dovrebbe mettere una firma col sangue. Ragazza sola è una canzone che concede ad Annalisa il modo di farci arrivare una ennesima sfumatura tra le tante in suo possesso, con echi anche a quel passato che era un suo riferimento in partenza di carriera. Una canzone che mette ulteriormente in risalto la sua voce, certo, e questa trovata capacità di inchiodartisi al cervello con ritornelli killer, quel «Sola» reiterato e accompagnato da quegli urletti «Uh Ah Oh» che con Mon Amour abbiamo tutti imparato a conoscere. Un’ottima scelta quella di chiudere così una trilogia particolarmente fortunata, una canzone che, fossimo tra quanti si lasciano andare a pronostici, ci accompagnerà a lungo.