Perché la morte di Messina Denaro non è una vittoria dello Stato

Alle 4 di mattina di un lunedì di settembre la saga di Matteo Messina Denaro è arrivata all’ultima puntata, tanto per confermarci che di lui e di quello che rappresenta si è capito poco o quasi niente dalle parti della politica e dei giornalisti esperti di mafia per un giorno.

Di Matteo Messina Denaro in questi otto mesi abbiamo saputo tutto quello che non ci serviva sapere

Da otto mesi, dalla cattura il 16 gennaio da parte del Ros dei Carabinieri, il capomafia era detenuto nel supercarcere di Costarelle a L’Aquila. Intorno a lui abbiamo assistito alla concimazione del mito. Di Matteo Messina Denaro sapevamo quasi tutto quello che non ci serviva sapere. Conosciamo le sua abitudini sessuali, i suoi gusti cinematografici e musicali, i triangoli amorosi che lo cingevano, la parabola del figliol prodigo con la figlia che s’è presa il suo cognome poco prima che morisse. Nei giorni scorsi alcuni commentatori si erano addirittura spesi sulla condanna che il boss aveva lanciato contro la Chiesa, rifiutando il funerale religioso. Decine di righe, pagine e commenti che si interrogavano sugli strali di Matteo Messina Denaro contro il Papa pittati su quattro pizzini sputati ritrovati nel suo covo.

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Matteo Messina Denaro è stato il protagonista perfetto per la fiction dell’antimafia che odia l’antimafia e che banalizza un sistema di potere in un sistema criminale da filmato di quart’ordine. Otto mesi in cui gli interrogativi sulla rete di protezione che gli ha consentito di essere latitante per così tanto tempo non sono mai entrati nel dibattito pubblico. Otto mesi in cui il dibattito televisivo e il dibattito politico si sono arenati sulle interviste accusatorie al fruttivendolo che, incautamente, gli vendeva le banane senza accorgersi che quel’Andrea Bonafede lì era “il capo dei capi”. L’impero economico, politico e solo dopo criminale di Matteo Messina Denaro è un capitale che si costruisce con l’illegalità – certo – ma soprattutto come le competenze. Chi sono i presunti talenti finanziari e politici che hanno permesso la crescita di una superpotenza sotterranea? Non si sa. Forse dovremmo accontentarci di sapere quali calamite avesse attaccate al frigorifero e stare bene così. Dove sono gli strumenti per tenere la contabilità e le comunicazioni necessarie per il funzionamento di tal sistema? Non si sa. «Queste cose io, qualora ce le avessi, non le darei mai, non ha senso per il mio tipo di mentalità», ha dichiarato Messina Denaro ai magistrati della Procura di Palermo durante gli interrogatori.

Perché la morte di Messina Denaro non è una vittoria dello Stato
Matteo Messina Denaro (Imagoeconomica).

L'”ultimo stragista” ci è stato consegnato in versione malata, stanca e arrendevole

Matteo Messina Denaro non ha parlato. Piovono oggi gli articoli di chi celebra la morte dell’ultimo mafioso dell’epoca stagista ma il non detto sotto traccia è che con Matteo Messina Denaro è morta la mafia. Ora ci aspettano i giorni delle cronache dei funerali a Castelvetrano dove la politica locale non vede l’ora di chiudere il capitolo, che non se ne parli più. Il fatto che dell’epoca stagista e degli anni bui italiani manchino ancora i mandanti pare una fissazione di qualche complottista. Fra i tanti segreti che il capomafia deceduto si è portato nella tomba c’è soprattutto quello riguardante l’archivio di Totò Riina, che secondo il pentito Nino Giuffré dopo la cattura del capo dei capi di Cosa nostra, nel gennaio del 1993, sarebbe stato consegnato al boss di Castelvetrano. L’allora giovane rampollo delle cosche trapanesi e il padrino corleonese erano molto legati. «Riina era maniacale nel mettere insieme e conservare tutti i documenti, prendeva appunti anche alle riunioni e li metteva da parte e quelle carte sono finite a Matteo Messina Denaro», ha affermato con convinzione il pentito Giuffré. Il testamento di Matteo Messina Denaro avrebbe dovuto essere il punto di svolta per chiarire la storia politica (oltre che mafiosa) di questo Paese ma l’arresto del boss è stato solo una passerella buona da rilanciare sui social. L’uomo “dai mille segreti” ci è stato consegnato in versione arrendevole, malata e stanca.

Lo Stato vincerà davvero contro la mafia quando farà luce sulle stragi

Mentre Matteo Messina Denaro moriva un ministro diceva pubblicamente che le intercettazioni non servono alle indagini di mafia «perché i mafiosi non parlano al telefono». Mentre Matteo Messina Denaro moriva un altro ministro della Repubblica sviliva il movimento antimafia attaccando «quello con la tonaca» (don Luigi Ciotti, fondatore di Libera) per qualche pugno di voti. Ora che Matteo Messina Denaro è morto useranno la ceralacca sulla loro “vittoria contro la mafia” fingendo di non sapere che la vittoria dello Stato starebbe nel fare luce sulle stragi, non nel festeggiare la morte di un esecutore. Muore Matteo Messina Denaro e festeggiano i mafiosi e con loro quelli che hanno sperato che non parlasse. Muore Matteo Messina Denaro e la normalizzazione è sempre più semplice da attuare.

Ue: «La cauzione per evitare i Cpr va valutata caso per caso»

La Commissione Ue sta esaminando la misura presa dall’Italia in merito al pagamento di una cauzione di circa 5 mila euro per evitare la detenzione in un Cpr (Centro di permanenza per il rimpatrio) ed è «in contatto con le autorità nazionali per capire di più» sulla norma messa a punto. Lo ha detto la portavoce della Commissione Ue Anita Hipper sottolineando come «le alternative alla detenzione devono comunque rispettare il principio di proporzionalità». È importante avere le giuste salvaguardie e per questo, ha continuato la Hipper, «la somma della cauzione andrebbe decisa sulla base di una valutazione individuale della persona chiamata a pagarla».

Benedetta Bellini, chi è la moglie di Max Giusti

Benedetta Bellini è la moglie di Max Giusti, comico, cabarettista e conduttore televisivo italiano. I due si sono conosciuti nel 2004 e sposati il 4 luglio 2009, hanno due figli e gestiscono un club di tennis, il Play Pisana. Parlando della moglie, Giusti ha confidato che è la persona più importante della sua vita: «È completamente diversa da me, molto elegante e chic, mi ha insegnato tante cose, una grande evoluzione grazie a lei. Ero sicuro che non mi sarei mai sposato».

Il primo appuntamento nel 2004 a uno spettacolo di Grillo

Di lei si conosce molto poco non appartenendo al mondo dello spettacolo e vivendo con molta riservatezza la sua vita privata e soprattutto quella di coppia. I due sono convolati a nozze in una chiesa di Ostia Antica con una cerimonia alla quale hanno partecipato molti personaggi dello spettacolo colleghi di Max. Come anticipato, dalla loro unione sono nati Matteo (il 23 novembre del 2010) e Caterina (il 9 luglio del 2012).

Benedetta Bellini e Max Giusti (Instagram).

Durante un’intervista rilasciata alla trasmissione Oggi è un altro giorno a ottobre 2022, Max aveva così raccontato l’inizio della loro frequentazione: «Al primo appuntamento l’ho portata a uno spettacolo di Beppe Grillo, che al tempo era ancora un comico. Dopo lo spettacolo siamo andati a cena da un amico che aveva aperto un ristorante. Lui però la corteggiava, le ha portato un mazzo di fiori, ma alla fine per fortuna è andata bene». Ed a dimostrarlo sono i 19 anni che la coppia ha trascorso insieme e il coronamento del loro amore con l’arrivo dei due figli.

Enrica Bonaccorti racconta: «Operazione a cuore aperto, altri due mesi e sarei morta»

Enrica Bonaccorti ha raccontato di essersi sottoposta a un delicato intervento a cuore aperto. A luglio 2023 la conduttrice savonese era sparita dai social, senza avvisare i fan per informarli di quanto stava accadendo. Un’assenza, la sua, che è stata giustificata con un post pubblicato nella mattinata di lunedì 25 settembre 2023 dove Bonaccorti ha vuotato il sacco parlando dei gravi problemi di salute che sta affrontando.

Enrica Bonaccorti operata a cuore aperto

«Amici miei cari, carissimi, non ho più postato nulla da metà luglio, e non perché fossi in vacanza in qualche isola sperduta o perché avessi deciso di troncare i miei rapporti con voi», ha scritto Enrica. Che ha poi spiegato: «Vorrei che quello che è successo a me, un’operazione improvvisa a cuore aperto, lasciasse una traccia di conoscenza in tutti quelli che mi leggono, perché io non avevo nessuna fitta al cuore, non avevo alcun dolore. I miei sintomi erano solo una grande stanchezza e davvero poco fiato, che imputavo a un po’ di depressione e soprattutto all’età, mentre mia figlia Verdiana continuava a ricordarmi quanto fosse in forma la Milo che è ben più grande di me».

L’attrice, della quale si è presa cura il Policlinico Gemelli a Roma, ha poi proseguito il suo racconto spiegando più nel dettaglio cosa le è successo: «L’unica stranezza è che un giorno a inizio luglio comincio ad avere ovunque un prurito terribile, tutto il corpo diventa rosso fuoco a macchie, sembravo quella bambina bruciata che scappa da Hiroshima. Non avevo cambiato niente nell’alimentazione o nei farmaci, non avevo preso sole, insomma era solo il mio corpo che urlava che qualcosa non andava. Ovviamente mi faccio controllare a fondo da un dottore che trova un calcolo a un rene (che fra l’altro non mi aveva mai dato nessun dolore)». A questo punto, la scoperta: «Comunque decidono di intervenire, in fondo è un’operazione banale, ma i cardiologi, il prof Leo, il prof Saglia, e il prof Giulio Speciale, insieme al dottor Quintarelli, vengono da me il giorno dopo col viso scuro per dirmi che c’è qualcosa che non va al cuore, serve una tac, poi una coronarografia, da cui stabiliscono che ho le arterie tutte ostruite, un paio di mesi e potevo andarmene. Prima pensano a degli stent, ma non bastano. Servono quattro bypass, prendere le vene dalle gambe per ricostruire un percorso alternativo che porti il flusso sanguigno al cuore. Sarà un’operazione a cuore aperto, che è durata in tutto otto ore! Morale della favola: mi han detto che ho avuto una gran fortuna, una scoperta accidentale che mi ha salvato la vita».

«Nessun legame con il vaccino»

Bonaccorti ha poi tenuto a specificare come il malore che l’ha colta non ha assolutamente nulla a che vedere con il vaccino anti Covid, per il quale ha fatto le quattro dosi. Con un secondo post social la conduttrice ha dunque spiegato: «Leggo che c’è chi fa riferimento ai vaccini, e avendo io fatto le quattro dosi prescritte, stamani mi sono voluta informare coi medici che mi hanno operato. La risposta è stata che nel mio caso c’erano molti fattori slegati al vaccino, sono stata una forte fumatrice dai 16 anni fino a tre mesi fa, non ho mai fatto attività fisica, e la genetica familiare mi portava in quella direzione. In più mi hanno spiegato che il mio muscolo-cuore stava bene, ma il colesterolo mai controllato aveva invaso le arterie».

Lego abbandona le bottiglie riciclate per costruire mattoncini

Lego ha interrotto un progetto per realizzare mattoncini utilizzando bottiglie per bevande riciclate, sostenendo che il nuovo materiale avrebbe causato maggiori emissioni di carbonio. Lo ha riportato il Financial Times. Il più grosso costruttore danese dei giocattoli al mondo aveva annunciato, nel 2021, che stava lavorando a una ricerca per valutare se la plastica Pet o il polietilene tereftalato, che non si degrada in termini di qualità quando riciclato, potessero essere utilizzati per produrre mattoncini da costruzione. Se avesse funzionato, il materiale avrebbe potuto sostituire l’acrilonitrile butadiene stirene (Abs) a base di petrolio che è attualmente utilizzato per i pezzi.

L’amministratore delegato di Lego: «Abbiamo testato centinaia e centinaia di materiali»

In seguito alle ricerche, tuttavia, l’azienda ha dichiarato al Financial Times che la plastica Pet causerebbe maggiori emissioni di carbonio nel corso della vita del prodotto. Lego cercherà quindi di migliorare l’impronta di carbonio dell’Abs, come si è appreso dal servizio giornalistico. L’amministratore delegato di Lego, Niels Christiansen, ha sottolineato al Financial Times che nei primi giorni della ricerca si sperava di riuscire a trovare questo «materiale magico» per risolvere i problemi di sostenibilità. «Abbiamo testato centinaia e centinaia di materiali. Non è stato possibile trovare un materiale del genere», ha spiegato.

Alicia Keys lancia la sua linea di tè ispirata al marito

Alicia Keys, anzi Alicia Teas. Con un gioco di parole del suo nome, l’artista statunitense ha in programma di lanciare una personale linea di tè negli Stati Uniti. Come ha riportato in anteprima Tmz, che ha visionato alcuni documenti in esclusiva, la società della star AK Worldwide ha depositato il marchio il 25 settembre. Non sono ancora disponibili dettagli su gusti e fragranze, in quanto l’iniziativa è ancora ai suoi albori, ma si sa che è ispirata a un regalo del marito Swizz Beatz. Il rapper infatti nel 2020 dedicò alla moglie per i suoi 39 anni una serie di bevande da tè, ipotizzando anche una potenziale distribuzione nella catena di Starbucks. «Sei un gioiello di cui questo mondo ha sempre bisogno», aveva scritto su Instagram il cantante. «Una vera superdonna».

Mentre le celebrità di Hollywood puntano sugli alcolici, Alicia Keys lancerà una linea di tè. Ispirandosi a un regalo del marito Swizz Beatz.
Alicia Keys con il marito Swizz Beatz al Met Gala 2022 (Getty Images).

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Alicia Keys investe nel tè, gli altri vip puntano sugli alcolici

Da Jennifer Lopez a Emma Watson si punta su cocktail e liquori

Mentre la cantautrice di No One e Fallin’ intende concentrarsi sul mercato dei soft drink, tante celebrità del cinema, della musica e dello sport hanno deciso di puntare sugli alcolici. Sempre più vip infatti presentano sui social un personale marchio di liquori oppure versioni speciali dei cocktail. È il caso della popstar Jennifer Lopez con i suoi spritz. Dal Bella Berry a base di vodka al Paloma Rosa con tequila, ce n’è per tutti i gusti. «Non sono una gran bevitrice di alcol», ha spiegato J-Lo alla rivista People. «Mi è piaciuta però l’idea di creare qualcosa con ingredienti salutari e senza glutine». Blake Lively, star del cinema e moglie di Ryan Reynolds, ha invece promosso tre versioni di Betty Buzz, bevande frizzanti a base di tequila oppure bourbon. «Bere non fa per me», ha postato su Instagram. «Per l’amor del cielo, però, questo sapore è incredibile».

Renais Gin è invece il marchio personale di Emma Watson e di suo fratello Alex. «Un inno ai vigneti baciati dal Sole di Chablis, dove la mia famiglia produce vino da oltre 30 anni», ha scritto l’attrice su Instagram. «È la mia lettera d’amore». L’ex stella di Harry Potter ha spiegato che la produzione è totalmente ecologica e utilizza uva da vino riciclata. Ha scelto invece il sotol, antico distillato messicano, Lenny Kravitz per una sua versione da 80 dollari (circa 75 euro) a bottiglia. «Uno spirito selvaggio fedele alla tradizione», ha detto il rocker in una nota sul sito ufficiale. People ha poi riportato un’interessante collaborazione fra tre attrici di Hollywood. Rosario Dawson, Vanessa Hudgens e Ashley Benson hanno infatti lanciato assieme un nuovo cocktail pronto da bere, il Margalicious Margarita, di cui curano anche aspetto delle lattine e produzione.

Il brut di 50 Cent, la vodka di Kate Hudson e il whisky di Bob Dylan

Il rapper Curtis Jackson, meglio noto con il nome d’arte 50 Cent, ha lanciato Le Chemin du Roi, traducibile con «Sentiero del re», personale linea di brut, rosé e vino bianco da mille dollari a bottiglia. Su ognuna di esse infatti viene applicato un foglio d’oro a 14 carati modellato sulla forma del pezzo degli scacchi del re. Kate Hudson ha invece scelto la vodka per la sua impresa commerciale. «Ho sempre voluto crearne una versione per il mio palato, in una bella confezione, che mi piacerebbe trovare al bar», ha raccontato la star nel presentare il liquore senza glutine. Fra la tequila Teremana di Dwyane Johnson e il bourbon di Jamie Foxx spicca anche il whisky artigianale di Bob Dylan. Presentato in tre versioni, si può comprare però solo in località selezionate del Tennessee, del Texas e di New York. Menzione speciale anche per la Crystal Head Vodka di Dan Aykroyd, in vendita in una bottiglia a forma di teschio.

Vinicio Capossela, laurea honoris causa in Comunicazione interculturale

A Vinicio Capossela sarà conferita da Roberto Tottoli, rettore dell’Università degli studi di Napoli L’Orientale, la laurea magistrale honoris causa in Lingue e Comunicazione interculturale in area Euromediterranea (LM-38). La cerimonia è in programma per martedì 26 settembre 2023 alle ore 11.00 nella basilica di san Giovanni Maggiore, rampe san Giovanni Maggiore. Dopo l’apertura ci saranno i saluti di Giuseppe Cataldi, direttore del dipartimento di Scienze umane e sociali, la laudatio di Anna Mongibello, docente di Lingua e Linguistica inglese, e la lectio magistralis del neodottore Vinicio Capossela.

Il rettore Tottoli: «Legge e rielabora con lucidità grandi temi culturali e sociali»

Secondo il rettore Tottoli, «come un laureato modello de L’Orientale, Capossela legge e rielabora con straordinaria lucidità e un’appassionata espressività i grandi temi culturali e sociali del presente e del passato, ibrida repertori, stili, generi letterari e linguaggi apparentemente distanti tra loro». Il cantautore ha così commentato: «Quando 37 anni fa ho abbandonato gli studi universitari dopo aver assistito a una apparizione poetico musicale che mi rese per un tempo non breve un disadattato, non avrei mai pensato di recuperare. Grazie di cuore alla commissione didattica dell’università L’Orientale di Napoli per fornirmi questa occasione». E ancora: «L’Oriente, Napoli e poi l’area euromediterranea a cui fa riferimento la laurea sono tutte cose immateriali che hanno a che fare con l’attraversamento del confine più grande: il nostro recinto individuale. Le grandi possibilità che l’essere umano, che le donne e gli uomini hanno in dotazione è il modificarsi continuamente grazie al conoscere. Una conoscenza che non è solo affidata allo studio ma anche all’incontro e all’ascolto. La musica, la parola, la canzone, ma più in generale i pretesti d’incontro che offrono possono essere cose nutrienti da cui farsi attraversare. Tutto sta nel non ostacolare il traffico. Solo questo a mio parere è importante, passare il secchio e non ostacolare troppo il traffico. Grazie a tutti quelli che passano il secchio, in università, nelle scuole elementari, in strada, nei pronto soccorso, nei centri accoglienza, nelle carceri, in tutti i luoghi in cui la vita conferisce le sue lauree a onore, tutti i minuti».

Shakira, la nuova revenge song contro il padre di Gerard Piqué

El Jefe è il titolo della seconda revenge song (insieme al rapper Fuerza Regida) con la quale Shakira ha deciso di prendersi la sua personale rivincita dalla famiglia dell’ex compagno Gerard Piqué, dopo il successo di Bizarrap Music Sessions #53.

Una nuova revenge song per Shakira contro l’ex Piqué

Non paga di aver già raccontato al mondo intero tutte le nefandezze dell’ex con un brano schizzato in vetta alle classifiche, Shakira ha deciso di infilare il suo coltello ancora più in profondità con El Jefe, un brano con cui stavolta si è scagliata contro i familiari di Piquè, oggi legato alla nuova compagna Clara Chia. Nella canzone l’artista colombiana canta: «Dicono che non esiste un male che duri 100 anni, ma il mio ex suocero è ancora lì, che non mette piede nella tomba». Parole forti quelle di Shakira, rivolte direttamente al padre del dirigente sportivo con il quale com’è noto non scorre buon sangue. Pare infatti che Joan Piqué Rovira non solo fosse stato complice della relazione extraconiugale tra Gerard Pique e Clara Chia, ma che avesse anche notificato alla cantante lo sfratto dalla casa di Barcellona. La stessa casa dove l’artista viveva con i figli Sasha e Milan. Nella clip che accompagna il pezzo, tra l’altro, Shakira è attorniata da un gruppo di ballerini che cercano di tapparle la bocca: un segno evidente di come fosse consapevole di quanto il suo nuovo brano avrebbe fatto discutere.

La dedica alla tata Lili Melgar

El Jefe contiene in realtà anche una dedica speciale ad una persona che, contrariamente ai Piqué, a Shakira è sempre stata fedele. Si tratta di Lili Melgar, la tata di famiglia che per prima aveva tenuto al corrente l’artista delle scappatelle del compagno dell’epoca. Dopo il tradimento e il caos che ne è emerso, inoltre, Melgar ha seguito fedelmente Shakira negli Stati Uniti per aiutarla a superare il momento difficile occupandosi dei suoi due figli. Un’amicizia, questa, che alla tata sembra a quanto pare essere costata cara. «Lili Melgar, per te questa canzone. Che non ti hanno pagato il risarcimento», canta Shakira nel singolo. Fonti vicine a Piqué, ad ogni modo, hanno voluto a mettere a tacere le voci circolate dopo il pezzo, specificando che è stata la stessa donna a decidere di sua sponte di seguire Shakira nel trasferimento a Miami.

Assassinio a Venezia saldo in testa agli incassi del weekend

Resta in vetta alla classifica Cinetel del weekend Assassinio a Venezia, il Poirot di Kenneth Branagh, terzo adattamento da Agatha Christie, che ha incassato 2.019.461 euro per un totale, in due settimane, di 5.052.808 euro. Al secondo posto Oppenheimer di Christopher Nolan con Cillian Murphy, che nel weekend del 23 e 24 settembre 2023 ha conquistato 1.072.282 euro per un totale totale di 26.339.270 euro. Nuovo ingresso al terzo posto dove si è piazzato Gran turismo, la storia di un sogno impossibile di Neill Blomkamp con Orlando Bloom basato sulla vera storia di un mago delle play station che in cinque giorni si è portato a casa 887.608 euro.

Da The Nun II a I Mercenari: il box office del weekend del 23 e 24 settembre 2023

Slittano dal terzo al quarto posto l’horror-thriller The Nun II di Michael Chaves, con un weekend da 711.887 euro per un complessivo di 6.139.993 euro, e dal quarto al quinto Io capitano di Matteo Garrone, candidato italiano nella corsa all’Oscar per il miglior film internazionale e Leone d’argento a Venezia per la regia che ha incassato nel weekend 676.546 euro per un totale di 1.020.000 euro. New entry al sesto posto, dove arrivano I Mercenari 4 (The Expendables 4) di Scott Waugh con Sylvester Stallone, con in quattro giorni un incasso di 468.736 euro. Triplo salto mortale per Felicità di e con Micaela Ramazzotti al suo esordio alla regia, premio del pubblico a Orizzonti Extra a Venezia, con un incasso di 266.839 euro (totale 267.394 euro). Scendono il cartoon Tartarughe Ninja: caos mutante di Jeff Rowe e Kyler Spears, dal settimo all’ottavo posto con 126.098 euro nel week end per un totale di 1.605.484 euro, e Barbie, il successo epocale con Margot Robbie e Ryan Gosling, dal sesto al nono con 100.677 euro nel fine settimana per un totale di 32.006.735 euro. Chiude la top ten La casa dei fantasmi di Justin Simien con Rosario Dawson e Owen Wilson, che ha incassato con 581.852 euro per un complessivo di 2.613.700 euro

Nuova aggressione nel carcere di Campobasso: un agente ferito

Nuovo atto violento al carcere di Campobasso. Ancora protagonista il detenuto psichiatrico in trattamento che giovedì 21 settembre 2023 aveva ferito il responsabile sanitario della struttura procurandogli lesioni guaribili in sette giorni. Nella mattinata di lunedì 25 settembre 2023, ha aggredito il medico psichiatra e un agente. L’episodio è avvenuto durante la visita specialistica richiesta dal responsabile sanitario della struttura penitenziaria per verificare le reali condizioni del detenuto che, anche in questa circostanza, ha chiesto che gli venissero prescritti diversi farmaci. Poi, improvvisamente, si è scagliato contro lo psichiatra colpendolo alla schiena. In quel momento nell’infermeria del penitenziario erano presenti anche due agenti che sono intervenuti immediatamente. Uno dei poliziotti è stato prima scaraventato a terra e successivamente colpito con pugni e calci alla testa e torace. É stato trasportato al Pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli per essere sottoposto ad accertamenti.

Il traforo del Monte Bianco potrebbe chiudere nove settimane

Una chiusura totale per lavori di nove settimane al traforo del Monte Bianco, dalle 8.00 del 16 ottobre alle 22.00 del 18 dicembre 2023. É l’ipotesi formulata dal gestore italo-francese del traforo del Monte Bianco, il Geie-Tmb, ora al vaglio dei servizi di prefettura di Valle d’Aosta e Alta Savoia (Francia).

I lavori riguarderanno la soletta carrabile e alcuni impianti

Si tratta di un calendario non ancora definitivo, stilato insieme alle aziende sulla base della riprogrammazione delle opere. Il cantiere-test di 15 settimane per ristrutturare 600 metri di volta, che sarebbe dovuto partire il 4 settembre 2023, era infatti stato rinviato di un anno dopo la frana del 27 agosto 20222 in Maurienne (Francia) che aveva portato la chiusura ai mezzi pesanti del traforo del Fréjus per 12 giorni.
Gli interventi previsti in queste nove settimane al Bianco non riguarderanno la volta ma altre parti del traforo, come – in base a una prima previsione – la soletta su cui poggia il piano viabile e alcuni impianti, a partire dai ventilatori in volta. Cantieri che – in caso di necessità per eventuali chiusure di altri trafori – consentirebbero un ripristino della circolazione in tempi relativamente più brevi rispetto a un lavoro di ricostruzione della volta. Il calendario previsionale, quindi non ancora definitivo, prevede inoltre che le quattro chiusure notturne infrasettimanali (dalle 22.00 alle 6.00) per lavori, iniziate il 18 settembre, proseguano fino alla notte tra giovedì 12 e venerdì 13 ottobre.

Calcio femminile, Megan Rapinoe saluta gli Usa dopo 203 partite e 63 reti

La star del calcio americano Megan Rapinoe, 38 anni, campionessa olimpica e due volte campionessa del mondo, ha giocato e vinto la sua ultima partita con la selezione statunitense, un’amichevole con il Sudafrica, terminata 2-0. Uscita al 9° del secondo tempo, ha chiuso una carriera in nazionale durata più di 17 anni con 203 partite e 63 gol. L’attaccante, figura di spicco mondiale del calcio femminile, impegnata in particolare a favore dei diritti Lgbtq+, concluderà definitivamente la sua carriera a novembre, al termine della stagione regolare del campionato degli Stati Uniti, che gioca con la maglia dell’OL Reign.

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Giocatrice dell’anno Fifa 2019, lo scorso agosto è stata eliminata dalla Svezia negli ottavi della Coppa del Mondo giocata in Australia e Nuova Zelanda. Ha vinto il torneo olimpico con gli Stati Uniti ai Giochi di Londra nel 2012 e poi la Coppa del Mondo nel 2015 e nel 2019. «Sono grata di aver potuto giocare così a lungo con cosi tanti giocatori incredibili e di aver avuto successo fuori dal campo» ha detto Rapinoe salutando. Femminista, in prima linea nella lotta per i diritti Lgbtq+ fin dal suo coming out nel 2012, la calciatrice aveva denunciato le violenze della polizia contro la popolazione di colore inginocchiandosi a terra durante l’inno americano nel 2016, quando il gesto non era ancora diventato una pratica diffusa. Tra le battaglie alle quali ha contribuito con successo, anche quella per la parità di trattamento salariale tra uomini e donne all’interno del Team Usa.

Kenya, un’astronoma insegna la scienza ai bambini su un fuoristrada

«Spero di vedere un giorno la prima donna africana nello spazio». A parlare in un’intervista al Guardian è Susan Murabana, astronoma che in Kenya aiuta la gente povera e i bambini a osservare le stelle e i pianeti. Assieme al marito e fotografo Daniel Chu Owen viaggia fino alle zone rurali più remote del Paese con il suo fuoristrada, portando con sé il telescopio personale da mettere a disposizione della popolazione. «C’è qualcosa di speciale nel cielo che ti fa venir voglia di sperimentarlo con altre persone», ha raccontato la scienziata. «Desidero dare ai bambini e soprattutto alle ragazze l’opportunità che io da piccola non ho mai avuto». Nel 2014 ha fondato la sua società Traveling Telescope, che in quasi 10 anni di attività ha raggiunto circa 400 mila persone.

Susan Murabana, astronoma del Kenya, ha fondato Traveling Telescope per aiutare i bambini delle aree rurali a osservare le stelle.
Il marito di Murabana, Daniel Chu Owen, con il telescopio (Getty Images).

Chi è Susan Murabana e come insegna l’astronomia ai bambini del Kenya

Durante i suoi viaggi in giro per il Paese, Murabana arriva a percorrere oltre 400 chilometri al giorno con il suo fuoristrada 4×4. A bordo, c’è sempre il personale SkyWatcher Flextube, telescopio lungo oltre un metro e mezzo dal peso di circa 50 chilogrammi, che permette di ammirare da vicino le costellazioni, tutti i pianeti del Sistema solare e asteroidi di passaggio. Sfruttando lo scarso inquinamento luminoso, si riescono infatti a individuare dettagli incredibili del cosmo, impercettibili nel cuore delle grandi città. Non manca infine un planetario gonfiabile, per far divertire i più piccoli durante l’apprendimento. «Cerchiamo di sensibilizzare la gente e insegnare loro le basi dell’astrofisica», ha spiegato l’astronoma. «La maggior parte dei bambini non ha mai avuto la possibilità di farlo, noi vogliamo cambiare la situazione».

Susan Murabana si è appassionata all’astronomia a 20 anni grazie a suo zio, che l’ha accompagnata in un evento di sensibilizzazione a Mumias, zona rurale del Kenya occidentale. «Fu un punto di svolta», ha oggi ricordato la scienziata. «Ho studiato sociologia ed economia, ma se avessi avuto questa possibilità da più piccola probabilmente avrei direttamente seguito un corso sul cosmo». La sua attività non sfrutta finanziamenti pubblici, destinati a questioni più urgenti come assistenza sanitaria e fabbisogno idrico. Oltre il 90 per cento dei costi infatti è autofinanziato. «Quando ho iniziato, non vedevo nessuno come me», ha proseguito Murabana. «Ero una specie di ranger solitaria che voleva cambiare il mondo». Fondamentale l’incontro con l’attuale marito, conosciuto nel 2013 durante uno Star Safari, che ha deciso di seguirla ovunque.

Durante la pandemia ha creato canzoni e attività per ispirare la gente

Spinta ogni giorno dalla sua passione per la scienza, Murabana non si è mai fermata dal lancio della sua società nel 2014, nemmeno durante la pandemia. Nonostante le difficoltà della popolazione, che non ha accesso alla rete Internet né possiede gli strumenti per navigare online, ha coinvolto le scuole con lezioni su Zoom per aiutare i bambini. «Cerchiamo di utilizzare metodi divertenti e coinvolgenti», aveva raccontato ad African News nel 2021. «Per esempio abbiamo creato alcune canzoni su asteroidi ed eclissi con la partecipazione di tanti ragazzi». Su YouTube è infatti possibile ascoltare, tra le altre, The Annular Eclipse Song, nel cui video i bambini suonano e cantano mentre guardano il cielo. «L’astronomia ci ricorda quanto siamo unici e intelligenti», ha detto al Guardian Murabana, che si ispira a Mae Jemison, la prima donna nera nello spazio grazie alla Nasa. «È il mio modello, spero un giorno di essere come lei».

Chi è Stefanos Kasselakis, il nuovo leader di Syriza

L’imprenditore greco-americano Stefanos Kasselakis è stato eletto domenica 24 settembre presidente del partito di sinistra greco Syriza battendo al ballottaggio la favorita, l’ex ministra del Lavoro Effie Achtsioglou. Il 35enne – che non ha mai ricoperto incarichi politici e aveva annunciato la sua candidatura solo quattro settimane fa – ha ottenuto il 56,69 per cento dei consensi diventando il leader del primo partito d’opposizione del Paese. E il successore di Alexis Trispras. A capo del partito per 15 anni, Tsipras a giugno aveva annunciato le dimissioni dopo la doppia sconfitta di Syriza alle elezioni. Primo ministro dal 2015 al 2019, aveva mantenuto una posizione “neutrale” tra i due candidati dopo l’inaspettata vittoria di Kasselakis al primo turno della scorsa settimana.

Il primo politico greco apertamente gay

Primo politico greco apertamente gay, si è trasferito poche settimane fa ad Atene con il marito statunitense Tyler McBeth che è salito con lui sul palco dopo la vittoria. Kasselakis ha promesso un cambiamento radicale di Syriza che sogna di trasformare in un’alleanza progressista rivolta al centro, in stile Usa. Anche se non ha finora presentato un programma dettagliato, tra i suoi cavalli di battaglia sono presenti pesanti sgravi fiscali, i matrimoni tra coppie Lgbtq e la cittadinanza greca per i bambini nati e cresciuti nel Paese.

Il passato in Goldman Sachs e poi il successo nella cantieristica navale

Immigrato con la famiglia da Creta in Massachusetts da adolescente e laureatosi in Economia all’Università della Pennsylvania, aveva definito la sua decisione di impegnarsi nella politica greca «un breve intermezzo» tra due capitoli della sua carriera imprenditoriale. Ex Goldman Sachs, Kasselakis è poi diventato un armatore di successo seguendo le orme del padre. Mentre nel 2008 aveva lavorato come volontario alla campagna elettorale di Joe Biden.

 

Treviso, è morta in ospedale la donna che era stata accoltellata dal marito

È morta per le gravi ferite riportate la donna che lo domenica 24 settembre 2023 era stata accoltellata dal marito nella loro abitazione di Maser, in provincia di Treviso.

Il marito si è costituito

La 77enne aggredita con un coltello dal coniuge si è spenta all’alba del 25 settembre presso l’ospedale di Treviso. Manuela Bittante, questo il nome della vittima, era un’ex parrucchiera sposata con Sergio De Zen, un ex operaio metalmeccanico che subito dopo il crimine si è costituito ai carabinieri. La notizia del decesso di Bittante è stata confermata all’Ansa da fonti investigative. La donna è morta a causa della gravissima ferita riportata dopo che una singola coltellata sferrata dal marrito l’aveva raggiunta sul costato. Dopo l’auto denuncia del consorte alle forze dell’ordine, le autorità si sono precipitate sul luogo del delitto, dove la donna riversava in condizioni disperate. Immediato l’intervento del Suem, che l’ha trasportata d’urgenza al più vicino nosocomio dove sarebbe poi morta poche ore dopo. Lo stato di salute della donna era in realtà già compromesso da tempo: le ultime settimane le aveva infatti passate in ospedale in uno stato semi-vegetativo come conseguenza di un ictus avuto a luglio 2023. «Sono stato io, la situazione era diventata per me insostenibile», avrebbe rivelato all’Arma il marito 74enne.

Il coniuge arrestato per omicidio

Una volta depositata la sua testimonianza, l’uomo è stato arrestato per tentato omicidio aggravato. Ora che la moglie è morta, l’uomo, rinchiuso in carcere a Treviso, dovrà rispondere dell’uccisione della consorte.

In Brasile caldo record in quattro città: sfiorati i 40 gradi a Rio

Con massime di almeno 33 gradi, quattro capoluoghi del Brasile hanno battuto il record di temperatura più alta dell’anno nella giornata di domenica 24 settembre 2023, secondo l’Istituto nazionale di meteorologia (Inmet). Le città in questione sono state Curitiba (33,1 gradi), San Paolo (36,5 gradi), Belo Horizonte (37,1 gradi) e Rio de Janeiro (39,9 gradi). A Cuiabá i termometri hanno raggiunto i 40,1 gradi, mentre hanno toccato i 39 gradi a Teresina. Sabato 23 settembre 2023, l’Inmet aveva lanciato l’allerta rossa (grande pericolo) per un’ondata di caldo in aree di 10 Stati, oltre al Distretto Federale di Brasilia. L’allarme dell’istituto prevede che la temperatura rimarrà di cinque gradi sopra la media per un periodo superiore a cinque giorni, il che rappresenta un rischio per la salute.

Mara Venier sul caso Lollobrigida: «Ogni donna deve essere libera di spendere i soldi come vuole»

Atmosfera piuttosto tesa in studio nella puntata di Domenica In trasmessa domenica 24 settembre 2023 su Rai 1. A creare un clima pesante è stata la scelta da parte di Mara Venier di ospitare (nuovamente) Andrea Piazzolla, l’ex amico e tuttofare di Gina Lollobrigida accusato di circonvenzione di incapace.

Mara Venier torna sul caso Andrea Piazzolla: il dibattito si accende

Da mesi il caso Andrea Piazzolla tiene banco nei principali salotti televisivi, tra Rai e Mediaset. Due le fazioni, quella che sostiene l’uomo e crede nel suo affetto incondizionato nei confronti della compianta attrice (venuta a mancare il 16 gennaio 2023) e quella che gli dà contro accusandolo di essersi approfittato di una donna anziana e sola per il suo tornaconto economico. Un elemento, in particolare, non torna, ovvero la sparizione di 10 milioni di euro del patrimonio dell’attrice rispetto alla quale Piazzolla si è limitato a commentare: «Quando è venuta a mancare tutti hanno iniziare a staccare fatture molto importanti, parliamo di passività importanti. La villa sull’Appia Antica costa cifre esorbitanti, 200 mila euro l’anno; le feste di compleanno, i Capodanno, i viaggi. Una parcella di un solo avvocato, per esempio, è stata 1 milione di euro. Se per 10 anni mettiamo insieme tutti questi conti arriviamo alla cifra». Tra i presenti in studio durante la puntata anche Adriano Aragozzini, Morena Zapparoli, Alessandra Mussolini, Salvo Sottile e, in collegamento Tiziana Rocca, che hanno discusso con toni abbastanza accesi prendendo una o l’altra posizione. Tra i più critici di Piazzolla Sottile e Mussolini, con quest’ultima che ha dato il via ad un’animata discussione con Mara Venier.

Mara Venier discute con Alessandra Mussolini sul caso Andrea Piazzolla a Domenica In: scambio infuocato in diretta.
Alessandra Mussolini (Instagram).

A indispettire l’europarlamentare è stato il fatto che, ad un certo punto, la conduttrice abbia tirato fuori la storia del leoncino che a una festa di compleanno Piazzolla regalò a Gina Lollobrigida. Un ricordo, questo, che ha fatto storcere il naso a Mussolini, che ha così commentato inviperita: «Leoncino, Mara, ma coi soldi di chi?». Lei ha così replicato a tono alla sua ospite, rivolgendosi in questi termini: «Dove c’è gusto non c’è perdenza, dicono a Napoli. Se li è guadagnati i soldi e ognuno è libero di fare ciò che vuole a qualsiasi età coi propri soldi. Una donna li può spendere come vuole. Io, a 90 anni, secondo te, se trovo uno caruccio che mi fa stare bene lo sto a guarda?»

Alessandra Mussolini senza freni

Il dibattito è proseguito con toni sempre più accesi, fino a quando Morena Zapparoli non si è permessa di interrompere (ancora una volta) Alessandra Mussolini, scatenando la furia della politica. «Ma come ca**o ti chiami? Ao Morena, ecco, ma non se ne può più», ha sbottato Mussolini, che si è poi alzata andandosi a sedere in braccio ad alcune persone tra il pubblico. Qui il video di quanto accaduto.

Salvini sui migranti: «Troppi 5 mila euro di cauzione? Arrivano con telefonino e scarpe»

Una cauzione da 5 mila euro per uscire dai Centri di permanenza e di rimpatrio? I migranti potrebbero facilmente reperirla: basta guardare come sono vestiti. È questa l’ultima uscita del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che tanto per cambiare ha fatto parecchio discutere, soprattutto sui social. Il vicepremier ne ha parlato nel corso di un’intervista rilasciata durante il programma Dritto e Rovescio di Rete 4. Alla domanda diretta del conduttore Paolo Del Debbio – «dove prenderebbero i migranti i 5 mila euro di cauzione?» – Salvini ha risposto: «Ne hanno pagati altrettanti per venire qui. Poi ormai molti arrivano con telefonino, scarpe, catenina, orologino».

La misura prevista nel nuovo decreto Cutro

Il tema è l’idea del governo, prevista nel nuovo decreto Cutro, di trasportare gli immigrati irregolari con precedenti penali o procedimenti giudiziari in corso nei Cpr, Centri di permanenza e di rimpatrio, in attesa di risposta dalla domanda di protezione. Per uscire da questi centri i migranti devono pagare un cauzione da 5 mila euro. Per Salvini è una soluzione per bloccare l’immigrazione irregolare, visto e considerato che chi sbarca, stando alle sue parole, ha speso molto più per arrivare in Italia.

I Cpr e la cauzione: soltanto per chi arriva da Paesi sicuri

La cauzione di 5 mila euro, 4.938 per l’esattezza, viene richiesta in alternativa al trattenimento nei Cpr soltanto ai migranti che provengono da Paesi considerati sicuri, ossia: Albania, Algeria, Bosnia Erzegovina, Capo Verde, Costa d’Avorio, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Nigeria, Senegal e Serbia.

Arborio, camion si ribalta e schiaccia un’auto: morto il conducente

Un uomo di 38 anni alla guida della sua automobile è morto dopo che la sua vettura è stata travolta e schiacciata da un camion. L’incidente è avvenuto nella mattinata di lunedì 25 settembre 2023, all’alba, nel territorio del comune di Arborio (Vercelli). Il pesante mezzo trasportava candeggina e, per cause ancora da accertare, si è ribaltato e ha travolto l’auto su cui viaggiava la vittima, che stava terminando il turno di lavoro e tornando a casa. Sul posto la polizia stradale, che ha effettuato i primi rilievi, e un’équipe sanitaria, intervenuta per tentare di soccorrere l’automobilista. La strada è stata chiusa per permettere alle forze dell’ordine di eseguire i rilievi del caso e per la bonifica del tratto stradale.

RunPee, l’app che ti dice quando andare in bagno al cinema

Quante volte, durante la visione di un film al cinema, si sente la necessità di andare in bagno ma si soffre pur di non perdere parti importanti della trama? È quanto successo a Dan Gardner, programmatore della Nord Carolina, quando nel 2005 vide King Kong di Peter Jackson, epopea da oltre tre ore. All’uscita della sala, assieme a sua moglie, pensò a un progetto che avrebbe poi aiutato migliaia di persone. Tre anni dopo ha creato infatti RunPee, app che consiglia il momento ideale per staccarsi dalla poltrona e, letteralmente, correre in bagno. Suggerisce, per ogni titolo in programmazione, le scene e i dialoghi futili per la narrazione, oltre a personaggi secondari, digressioni e pause nella narrazione. Un timer infine ricorda allo spettatore quanto tempo gli resta prima di un nuovo colpo di scena. Il creatore: «È nata per gioco, ma sta risolvendo grossi problemi».

Selezionando le scene meno utili alla narrazione, offre consigli per migliaia di film in sala. Come funziona l'app RunPee per il cinema.
RunPee offre consigli per migliaia di film “RunPee, YouTube).

RunPee, come funziona l’app e come evitare gli spoiler

L’applicazione, disponibile soltanto in lingua inglese, è gestita interamente da Gardner e dalla sua famiglia. Vi lavorano infatti, oltre al fondatore e alla moglie Jill Florio, anche Ginger Gardner, sorella di Dan, e seppur saltuariamente sua mamma, che si occupa dei film di animazione per i più piccoli. Ciascuno di loro, armato di taccuino e matita, si reca in una sala cinematografica per osservare con attenzione un lungometraggio e decidere, arbitrariamente, i Peetime perfetti per alzarsi e andare in bagno. Su RunPee pubblicano poi anche un breve riassunto di quanto avviene nel lasso di tempo prescelto, consentendo comunque allo spettatore di non perdere nulla. «All’inizio facevo tutto da solo», ha raccontato Gardner al Guardian. «Stavo al cinema venerdì e sabato per ore e ore. Oggi in tanti vogliono contribuire, ma non è facile».

Descrivendo RunPee, Gardner ha spiegato come avviene la scelta di un PeeTime. «Non puoi semplicemente scegliere le parti “noiose”», ha sottolineato lo sviluppatore dell’app. «Devi evitare ogni spolier, quindi non puoi usare un suggerimento del tipo “Alzati quando quel tizio muore”. Bisogna sempre rispettare l’utente e migliorare la sua visione». Ciascun film presenta due o tre momenti chiave per prendersi una pausa, ma in alcuni frangenti ve ne sono anche di più. È il caso di Oppenheimer, progetto di Christopher Nolan campione di incassi. «Ve ne sono sei in diversi punti della storia», ha specificato Gardner. «Lo spunto sta in alcune battute dei dialoghi o suggerimenti visivi nel paesaggio». A tal proposito, il più difficile in assoluto è stato Inception. «Ho dovuto guardarlo tre volte per scegliere con precisione». L’app RunPee contiene anche recensioni dei film e avvertimenti per nudità, violenza, linguaggio scurrile e crudeltà verso gli animali.

Alcuni spettatori utilizzano l’applicazione anche per lo streaming

Negli ultimi anni, soprattutto dopo la pandemia che ha costretto tutti a rimanere in casa, il cinema sta cedendo il passo alle piattaforme streaming. Ci si potrebbe aspettare che, potendo mettere in pausa un film in qualsiasi momento, uno spettatore dimentichi RunPee, ma l’app continua a crescere. «È stato sorprendente scoprire che la gente la utilizza anche per l’online», ha proseguito Gardner. «Alcuni mi hanno detto che ne fanno ricorso se sono in compagnia di amici». L’app tiene conto anche della tendenza, principalmente nei film Marvel, di sfruttare le scene dopo i titoli di coda per anticipare parte di un prodotto successivo o divertire i più appassionati. La funzione «Anything extra» suggerisce all’utente se vale la pena o meno attendere 10 minuti oppure avvinarsi all’uscita per evitare code. «Non ho sconfitto il cancro e non vincerò il Nobel», ha concluso Gardner. «Ho però aumentato il godimento in sala e mi basta».

Selezionando le scene meno utili alla narrazione, offre consigli per migliaia di film in sala. Come funziona l'app RunPee per il cinema.
Alcuni spettatori in sala per un film (Imagoeconomica).

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