Chi ha un cane potrebbe ammalarsi meno di coronavirus: lo studio italiano


Un team di ricerca italiano guidato da scienziati dell'Università “Magna Græcia” di Catanzaro ha ipotizzato che chi ha un cane potrebbe sviluppare una forma meno aggressiva dell'infezione scatenata dal coronavirus. La ragione risiederebbe nella somiglianza genetica tra la proteina S del SARS-CoV-2 e quella del coronavirus respiratorio dei cani. Anche i bovini potrebbero offrire uno "scudo" simile, ma è tutto da dimostrare con approfonditi studi ad hoc.
Continua a leggere

Come usare e indossare correttamente le mascherine


Le mascherine chirurgiche sono un dispositivo di protezione individuale (DPI) progettate per filtrare una certa percentuale di particelle espulse da bocca e naso quando tossiamo, starnutiamo o semplicemente parliamo. Il loro utilizzo nell'emergenza coronavirus è ancora controverso, ma presto potrebbero diventare obbligatorie per chiunque esca di casa. Ecco come si indossano e manipolano.
Continua a leggere

Gli uomini possono contagiare gli animali col coronavirus, ma non ci sono evidenze del contrario


Al mondo sono stati registrati pochissimi casi di animali contagiati dal coronavirus, e in tutti quanti la trasmissione è avvenuta attraverso il contatto con persone positive. Al momento, come specificano l'Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Salute, non ci sono evidenze scientifiche che gli amici a quattro zampe infetti possano diffondere il patogeno.
Continua a leggere

Gli anticorpi “protettivi” contro il coronavirus si sviluppano dopo 12-15 giorni dal contagio


Il professor Mario Plebani, direttore del Dipartimento di Medicina di Laboratorio presso l’Azienda Ospedaliera di Padova, ha affermato in un'intervista al Corriere del Veneto che i pazienti contagiati dal coronavirus sviluppano gli anticorpi "protettivi" tra i 12 e i 15 giorni dopo il contagio. Ad oggi, tuttavia, non è ancora noto quanto tempo duri l'immunizzazione.
Continua a leggere

Scienziati lavorano su mascherina rivoluzionaria in grado di catturare e uccidere il coronavirus


Un team di ricerca del Center of Membrane Sciences dell'Università del Kentucky sta progettando una mascherina rivoluzionaria in grado di catturare e uccidere il coronavirus SARS-CoV-2. Il super dispositivo si basa su una membrana caricata con enzimi che hanno la capacità di legarsi alla proteina S del patogeno e disattivarlo. Potrebbe essere pronta nel giro di 6 mesi.
Continua a leggere

Pazienti con coronavirus “traditi” dal sistema immunitario: cos’è la tempesta di citochine


Quando l'organismo viene invaso da un virus, un batterio o una tossina il sistema immunitario può rispondere in maniera esagerata, reagendo con una "tempesta di citochine" potenzialmente letale. La condizione è stata osservata anche nei pazienti colpiti dalla COVID-19, l'infezione scatenata dal coronavirus SARS-CoV-2, ma c'è speranza grazie a un farmaco contro l'artrite reumatoide.
Continua a leggere

Contagiati dal coronavirus, ma in salute: fino al 25% dei positivi non mostrerebbe i sintomi


In base a quanto dichiarato dal direttore dei Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC) americani, il dottor Robert Redfield, fino al 25 percento dei contagiati dal coronavirus non mostrerebbe i sintomi. Ma sarebbe comunque in grado di infettare gli altri. Alla luce di ciò, è possibile che presto possa essere sdoganato l'uso delle mascherine per tutta la popolazione, perlomeno negli USA.
Continua a leggere

Drammatico aumento dei decessi tra anziani per il coronavirus: grafici mostrano confronto col 2019


Nell'ultimo report del Sistema di sorveglianza della mortalità giornaliera (SISMG), che mostra i decessi fra la popolazione anziana settimana dopo settimana facendo riferimento a 19 città campione, si osserva una brusca impennata nei grafici a partire dall'inizio di marzo. Il tracciato evidenzia chiaramente l'impatto della diffusione del coronavirus, soprattutto in relazione a quanto registrato nel 2019.
Continua a leggere

Coronavirus, le misure di contenimento hanno salvato la vita a 38mila italiani: lo studio


Gli epidemiologi dell'Imperial College di Londra, in prima linea nell'analisi della diffusione della COVID-19 in Europa, hanno determinato che al 31 marzo le misure di contenimento introdotte in Italia per fermare la catena dei contagi da coronavirus hanno salvato la vita a circa 40mila. Nel nostro Paese, secondo gli scienziati britannici, potrebbe essere stato infettato il 10 percento della popolazione.
Continua a leggere

Un modello alternativo all’ospedalizzazione: il coronavirus si combatte (anche) a casa con un’app


Le troppe ospedalizzazioni legate all'emergenza coronavirus possono aumentare contagi e decessi, come indicano diversi specialisti, per questo si sta puntando sulla telemedicina e sull'assistenza a domicilio per i pazienti che possono evitare il ricovero. Sono state messe a punto un'applicazione e una piattaforma in grado di agevolare il lavoro dei medici di famiglia, in prima linea nel contrasto alla COVID-19.
Continua a leggere

Perché la Vitamina D potrebbe proteggerti dal coronavirus: lo studio italiano


Due scienziati dell'Università degli Studi di Torino hanno determinato che la carenza di Vitamina D potrebbe rappresentare un fattore di rischio per la COVID-19, l'infezione scatenata dal coronavirus. Studi preliminari hanno rilevato che tra i pazienti ricoverati a Torino c'è un'elevatissima prevalenza di ipovitaminosi D. Ecco come e perché potremmo beneficiare da questa vitamina.
Continua a leggere

Quanti sono (davvero) i malati di coronavirus in Italia


Quanti sono in realtà i contagiati in Italia? Dare una risposta precisa è problematico, perché al momento potremmo non stare intercettando tutti quei malati asintomatici che non solo possono spargere il virus, ma risultano anche fondamentali per capire quali sono i veri tassi di complicazioni e morte del coronavirus. Qualche stima, però, è possibile farla guardando la situazione cinese.
Continua a leggere

Coronavirus, i pazienti più gravi muoiono in media a 8 giorni dalla comparsa dei sintomi


L'Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha pubblicato un nuovo report su oltre 2.000 pazienti deceduti in Italia con la COVID-19, l'infezione scatenata dal nuovo coronavirus emerso in Cina (SARS-CoV-2). È stato osservato che in questa specifica popolazione, con età media di 79,5 anni, il decesso è sopraggiunto in media a 8 giorni di distanza dalla comparsa dei sintomi.
Continua a leggere
1 67 68 69 70