Quanno Chiove di Pino Daniele, contenuta nel terzo album in studio del cantante Nero a Metà, è stata certificata disco di platino a 9 anni dalla scomparsa del cantautore. Continua a leggere
Nell'album di Blanco Innamorato c'è anche la canzone interpretata con Mina dal titolo "Un briciolo d'allegria". Qui il testo, significato e video della canzone. Continua a leggere
Era il 1991 quando Pino Daniele pubblicò "Quando", canzone pensata per fare da colonna sonora al film "Pensavo fosse amore... invece era un calesse" di Massimo Troisi. La canzone è una delle più celebri del catalogo del cantante partenopeo, un testo d'amore, in cui il protagonista vive una sorta di battaglia interiore. Continua a leggere
Mr Rain e la sua Supereroi sono diventati l'inno del 2023 dell'Atletico Madrid, come mostra il profilo TikTok della società: il cantante ha intonato la canzone in spagnolo nel Wanda Metropolitano con Beret. Continua a leggere
"Viva la vida" è una delle canzoni più amate dei Coldplay e anche una di quelle che ha le maggiori interpretazioni: un pezzo contro il potere, anti autoritario. Continua a leggere
Eyes Closed è la canzone di Ed Sheeran dove parla della perdita del suo migliore amico Jamal Edwards. Ecco il testo e la traduzione della nuova canzone. Continua a leggere
I Negramaro festeggiano i 20 anni di carriera con Diamanti, il brano in collaborazione con Elisa e Jovanotti. Qui il testo e il significato. Continua a leggere
Si chiama A te e famiglia la nuova canzone di Salmo che parla di chi critica il rap e del bisogno di salvarlo dalle mani dello Stato. Continua a leggere
"Bellissima" è la canzone di Annalisa che arriva dopo il grande successo di "Tropicana". Ecco il testo e il significato della canzone. Continua a leggere
Misstake, nome d'arte di Alessandra Tondo, ha pubblicato lo scorso 11 novembre il suo nuovo singolo Oh My God, a un anno e mezzo di distanza da Come le star. Qui l'intervista. Continua a leggere
Disco Paradise è la canzone di Fedez, Annalisa e gli Articolo 31 che è stata protagonista dell'estate 2023 ed ha aperto ufficialmente la stagione dei tormentoni. Continua a leggere
È stato trovato un filmato straordinario, in cui Francesco Guccini appare accanto ad una ragazza a Santa Lucia, la storica fiera di Natale a Bologna. Quelle immagini raccontano ciò che il cantautore scrive in Eskimo, una delle sue canzoni più note. Continua a leggere
“Caruso” è uno dei brani più significativi di Lucio Dalla e di tutto il cantautorato italiano, una dichiarazione d’amore dello stesso cantante alla terra, Sorrento, che gli regalò la storia delle ultime notti di Enrico Caruso, tenore napoletano. Ecco il significato e il testo della canzone di Lucio Dalla pubblicata nel 1986. Continua a leggere
Crazy J interpretata da Clara Soccini e la sua Origami all'alba sono tra i protagonisti di Mare Fuori 3. Testo e il significato della canzone. Continua a leggere
"Durare" è la canzone di Laura Pausini pubblicata il 27 ottobre 2023. È stato il primo singolo del nuovo album Anime Parallele ad essere presentato: una ballad che racconta come un amore possa durare nel tempo. Continua a leggere
Alcune nascono fuori dal tempo, destinate all'eternità. Anche troppo, perché un bel giorno ti ritrovi a odiarle, t'ingenerano nausea e quasi disprezzo.
Ci sono canzoni che nascono fuori dal tempo, destinate all’eternità. Magari non lo sanno, o non lo sanno i loro autori o forse sì, le hanno fatte proprio con quell’obiettivo lì, sta di fatto che diventano modi di dire, di essere, di sentire, patrimonio dell’umanità. Anche troppo patrimonio, perché un bel giorno ti ritrovi a odiarle, t’ingenerano nausea e quasi disprezzo: sono diventate tormentoni pubblicitari, jingle, sigle di trasmissioni becere, sonerie, musichette maledette di attesa infinita al call center. Canzoni spot che vivranno per sempre da rinnegate. Nessuno si salva, né vivi né trapassati: è il post capitalismo, bellezza, ovvero è sempre una faccenda di soldi (il resto è conversazione, parola di Gordon Gekko). E, siccome è una faccenda di soldi, qualcuno che dà il permesso, dietro pingue compenso, ci sarà pure: di solito gli inconsolabili eredi, così pronti, anche a mezzo fondazione, a preservare la purezza antimercantile del caro estinto, in tanti sensi.
Abbiamo visto imbastardire così Sergio Endrigo (Io che amo solo te), Rino Gaetano (Il cielo è sempre più blu), gente intransigente, che in vita mai si sarebbe sognata (forse) di finire a reclamizzare istituti di credito, merendine, cibo per cani, carte igieniche. Abbiamo visto, e vediamo, ribelli organici come Vasco Rossi, che, «eh, oh, capito», molla le sue creazioni alle compagnie dei cellulari, «eeeh già». Abbiamo visto inni anticapitalisti degli Anni 60 finire come colonne sonore di auto di lusso, gioielli, abiti griffati, i feticci del capitalismo hard. Abbiamo visto, sentito momenti epocali come She’s a rainbow deiRolling Stonesusata come sigla di una compagnia telefonica, per fortuna non di una marca di assorbenti, visto che di quello poi parla (e speriamo che a qualche genio, leggendoci, non s’accenda la lampadina). Abbiamo trovato una ammiccante, allusiva Guarda come dondolo di Edoardo Vianello relegata a réclame dei reggiseni.
DIRITTI ASTRONOMICI A CUI È DIFFICILE RESISTERE
Eh, già, le compagnie della comunicazione: sono cannibalesche, macinano hit con voracità da squali, a decine, a centinaia: come resistere a sirene così spietate? Edoardo Bennato è tra quelli che resistono meno, anzi per niente, dei suoi brani un tempo sarcastici,intransigenti, finiti negli spot dei telefoni si è perso il conto. Anche Sting, l’ambientalista dell’Amazzonia, concede praticamente di tutto, è stato calcolato che coi soli diritti pubblicitari guadagna cifre astronomiche, la sola Every breath you take gli fa cascare in bocca all’incirca un milioncino d’euro l’anno, nella solenne incazzatura degli ex compagni, cui il principe dei solidali egualitari e perequativi non scuce un ghello. Ma si concede anche con Puff Daddy, insomma c’è da sospettare che da un bel pezzo lui le canzoni le faccia per tutt’altri motivi.
IL CEDIMENTO DI BOB DYLAN
E Bob Dylan, il bardo, che nel 2009 autorizzò la epocale Blowin’ in the wind per una multicorporation britannica (la Co-operative Group) che, tra le altre cose, provvedeva, pensate un po’, ai servizi funebri? Praticamente l’inno della cremazione. Nel 2015 lo scontroso menestrello si è ripetuto prestando la faccia a uno spot della Ibm. E, per rimanere nel settore, ancora i Rolling Stones diedero, per un compenso clamoroso, la loro Start Me Up a Bill Gates in occasione del lancio del sistema operativo Windows 95 (che s’impallò proprio alla solenne presentazione, rimasta memorabile).
David Bowie, imprendibile in esistenza come in spirito, ha sponsorizzato di tutto, automobili, profumi, acque minerali. La sola Heroesha rivestito il carisma di così tanti prodotti, oltre a trasmissioni di tutto il mondo e alle Olimpiadi di Londra 2012, da disperdere completamente il senso del significato originario.
DAL CAROSELLO ALLE HIT
Segno dei tempi che stanno cambiando, aveva ragione Bob, cambiano, cambiano sempre, non aspettano nessuno (come diceva Mick) e chi non si adegua è fuori. Ma si adeguano. Le aziende hanno capito che non sanno più concepire i motivetti di Carosello, che s’inchiodavano al cervello, preferiscono risparmiarsi la fatica e pescare nel mare magno dei successi.
Così «il gusto pieno della vita» di un celebre amaro lascia il posto agli Aerosmith di I don’t wanna miss a thing. Altro che perdersi qualcosa, qui c’è tutto da guadagnarci. Tranne la faccia, qualche volte.
CANZONI CONSUMATE DA PROGRAMMI SCONFORTANTI
Ci sono programmi sconfortanti che consumano canzoni, L’Anno che verràdi Lucio Dalla è snaturato in un eterno Capodanno, I migliori anni della nostra vita di Renato Zero servono a condire qualsiasi scempiaggine televisiva, Ti amo di Umberto Tozzi ci esce dalle orecchie, e così Zucchero, Ligabue, De Gregori («La storia siamo noi, bella ciao» è finita a reclamizzare il Monte dei Paschi di Siena).
Enrico Ruggeri ha fatto di meglio, ha ricantato la sigla dei salumi Negroni, «le stelle sono tante, milioni di milioni…». Ma perfino Il pescatore, scelta per presentare il recente, e deludente, ritratto di De Andrè, è stata svilita a una assurda sigletta da tivù dei ragazzi. Perché in Rai debbono sempre sputtanare tutto così? Qualche volta, l’effetto vira sul grottesco. C’è un programma insulso, uno dei tanti, della mattina. A un certo punto scatta l’aria di «Buona Domenica, con quegli idioti che ti guardano e che continuano a giocare». E gli «idioti», senza il minimo imbarazzo, zompettano, ammiccano, fanno le facce, insomma: giocano.
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